Alberico Gentili (San Ginesio, 1552 – Londra, 1608), uno dei maggiori giuristi della prima Età Moderna, è ritenuto uno dei padri fondatori del diritto internazionale moderno. Perseguitato in patria per la sua adesione alle dottrine riformate, esule in Inghilterra dove ottiene la nomina a regius professor di civil law presso l’Università di Oxford (1587-1608), il Gentili dedica la sua riflessione al ruolo del giurista, in un momento di passaggio fra la tradizione del Diritto Comune e l’affermarsi degli Stati nazionali, in un ambiente, quello dell’Inghilterra elisabettiana, dalla peculiare tradizione giuridica. La severa critica dell’intolleranza religiosa; l’individuazione di una linea di demarcazione fra lo spirituale e il temporale, e delle corrispondenti rispettive competenze del teologo e del giurista profondamente diversa da quella dell’Età medievale; il ricorso, attraverso un continuo sforzo interpretativo, ai principii del diritto naturale inteso come complesso di regole di giustizia e di valori etico-sociali universali, ora fondati sulla razionalità umana, senza ignorare il lascito di sapienza giuridica che deriva dai Corpora iuris (dei quali si occupa anche sotto il profilo filologico) e dal lavoro interpretativo della dottrina, ma anche dalla lettura delle fonti letterarie, storiche, filosofiche, teologiche e patristiche, costituiscono alcune delle basi teoriche sulle quali si inizia a costruire l’Europa moderna. E Gentili ne è pienamente partecipe da giurista totalmente immerso nelle vicende della storia, ed attento ai suoi continui e profondissimi mutamenti. Strenuo difensore della funzione insostituibile dell’interprete del diritto identificato nell’autentico precetto normativo – e questo lo caratterizza, pur nelle mutate condizioni politiche, come appartenente alla vecchia scuola – allo stesso tempo egli è attento e sensibilissimo protagonista della nuova metodologia umanistica protesa alla storicizzazione del diritto in quanto espressione nel tempo e nello spazio della razionalità che determina l’intelligente comprensione e applicazione delle norme e dell’intero ordinamento.

Minnucci, G. (2011). Alberico Gentili iuris interpres della prima età moderna (Archivio per la Storia del diritto medioevale e moderno; Studi e Testi, 16). BOLOGNA : Monduzzi Editore.

Alberico Gentili iuris interpres della prima età moderna (Archivio per la Storia del diritto medioevale e moderno; Studi e Testi, 16)

MINNUCCI, GIOVANNI
2011-01-01

Abstract

Alberico Gentili (San Ginesio, 1552 – Londra, 1608), uno dei maggiori giuristi della prima Età Moderna, è ritenuto uno dei padri fondatori del diritto internazionale moderno. Perseguitato in patria per la sua adesione alle dottrine riformate, esule in Inghilterra dove ottiene la nomina a regius professor di civil law presso l’Università di Oxford (1587-1608), il Gentili dedica la sua riflessione al ruolo del giurista, in un momento di passaggio fra la tradizione del Diritto Comune e l’affermarsi degli Stati nazionali, in un ambiente, quello dell’Inghilterra elisabettiana, dalla peculiare tradizione giuridica. La severa critica dell’intolleranza religiosa; l’individuazione di una linea di demarcazione fra lo spirituale e il temporale, e delle corrispondenti rispettive competenze del teologo e del giurista profondamente diversa da quella dell’Età medievale; il ricorso, attraverso un continuo sforzo interpretativo, ai principii del diritto naturale inteso come complesso di regole di giustizia e di valori etico-sociali universali, ora fondati sulla razionalità umana, senza ignorare il lascito di sapienza giuridica che deriva dai Corpora iuris (dei quali si occupa anche sotto il profilo filologico) e dal lavoro interpretativo della dottrina, ma anche dalla lettura delle fonti letterarie, storiche, filosofiche, teologiche e patristiche, costituiscono alcune delle basi teoriche sulle quali si inizia a costruire l’Europa moderna. E Gentili ne è pienamente partecipe da giurista totalmente immerso nelle vicende della storia, ed attento ai suoi continui e profondissimi mutamenti. Strenuo difensore della funzione insostituibile dell’interprete del diritto identificato nell’autentico precetto normativo – e questo lo caratterizza, pur nelle mutate condizioni politiche, come appartenente alla vecchia scuola – allo stesso tempo egli è attento e sensibilissimo protagonista della nuova metodologia umanistica protesa alla storicizzazione del diritto in quanto espressione nel tempo e nello spazio della razionalità che determina l’intelligente comprensione e applicazione delle norme e dell’intero ordinamento.
2011
9788865210499
Minnucci, G. (2011). Alberico Gentili iuris interpres della prima età moderna (Archivio per la Storia del diritto medioevale e moderno; Studi e Testi, 16). BOLOGNA : Monduzzi Editore.
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