Le vicende della vasta area collinare conosciuta, complessivamente, come le Cerbaie, divengono particolarmente complesse nel corso dell’età moderna. Il processo di transizione verso forme diverse di proprietà, legate non più agli usi ma alla titolarità dei suoli, e dunque con evidenti conseguenze sulle modalità di accesso e di sfruttamento delle risorse ambientali, sarà particolarmente lungo, complesso e tormentato. Area boscosa, inframmezzata da specchi d’acqua, spartiacque naturale fra due vasti bacini umidi come i laghi palustri di Fucecchio e di Bientina, segnata dalla vicinanza di una tormentata e contesa “frontiera minore” con la repubblica di Lucca, attraversata da antichissime direttrici stradali di comunicazione nord-sud (come la ben nota “via Francigena”), conserva per secoli una natura composita e multiforme, in parte selvaggia e inospitale, come tutte le foreste, quasi una sorta di universo parallelo anche sul piano culturale; allo stesso tempo, però, costituisce un paesaggio fortemente vissuto, addirittura compenetrato, oserei dire, nell’orizzonte della vita quotidiana e del lavoro delle popolazioni rurali che vi si erano insediate e di quelle che abitavano nelle borgate e nelle cittadine dei dintorni. Colline e boschi segnati fin dal medioevo dalla presenza non sporadica e non effimera dell’uomo; non a caso in alcuni studi di “archeologia forestale” dedicati, anni fa, proprio ai boschi presenti in questa area – nella quale alcune formazioni sono sopravvissute per secoli – se ne rintracciava la natura fortemente “antropizzata” e quindi “costruita” nel tempo. Dunque un territorio complesso e fortemente conteso, basti pensare alle numerose comunità che vi avevano in qualche modo degli interessi e che potevano vantare, su di esso, da epoche remote, dei diritti: Fucecchio, Santa Croce, Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte, Montecalvoli, Bientina, Altopascio, Montecarlo. Un mosaico di proprietà, di possessi, di giurisdizioni, che si era sedimentato nel corso dei secoli e che risultava molto difficile da districare; persino il pragmatismo e l’efficienza degli impiegati napoleonici, all’inizio dell’800, si trovò in difficoltà nel ricomporre uno stabile e condiviso quadro amministrativo, senza l’introduzione di un moderno catasto geometrico dei terreni e senza istituire – come fu proposto - una nuova circoscrizione comunale proprio nel cuore delle Cerbaie (ad Orentano). Lo studio ricostruisce – attraverso approfondite analisi negli archivi centrali e locali – il complesso di questa gestione dei boschi, i conflitti di giurisdizione, le pratiche di sfruttamento, i vincoli e gli interessi in gioco (il legname delle Cerbaie fu per secoli sfruttato per la costruzione delle galere granducali). Analizzando inoltre, per quanto riguarda il caso di Fucecchio, la progressiva liquidazione e privatizzazione – realizzata in maniera contrastata negli anni ’80 del XVIII secolo nel clima delle riforme lorenesi - del vasto patrimonio comunale che si estendeva per varie centinaia di ettari in questa area boschiva.

Zagli, A. (2004). Fra boschi e acque. Comunità e risorse nelle Cerbaie in età moderna. In Le Cerbaie la Natura e la Storia (pp. 95-128). PISA : Pacini.

Fra boschi e acque. Comunità e risorse nelle Cerbaie in età moderna

ZAGLI, ANDREA
2004-01-01

Abstract

Le vicende della vasta area collinare conosciuta, complessivamente, come le Cerbaie, divengono particolarmente complesse nel corso dell’età moderna. Il processo di transizione verso forme diverse di proprietà, legate non più agli usi ma alla titolarità dei suoli, e dunque con evidenti conseguenze sulle modalità di accesso e di sfruttamento delle risorse ambientali, sarà particolarmente lungo, complesso e tormentato. Area boscosa, inframmezzata da specchi d’acqua, spartiacque naturale fra due vasti bacini umidi come i laghi palustri di Fucecchio e di Bientina, segnata dalla vicinanza di una tormentata e contesa “frontiera minore” con la repubblica di Lucca, attraversata da antichissime direttrici stradali di comunicazione nord-sud (come la ben nota “via Francigena”), conserva per secoli una natura composita e multiforme, in parte selvaggia e inospitale, come tutte le foreste, quasi una sorta di universo parallelo anche sul piano culturale; allo stesso tempo, però, costituisce un paesaggio fortemente vissuto, addirittura compenetrato, oserei dire, nell’orizzonte della vita quotidiana e del lavoro delle popolazioni rurali che vi si erano insediate e di quelle che abitavano nelle borgate e nelle cittadine dei dintorni. Colline e boschi segnati fin dal medioevo dalla presenza non sporadica e non effimera dell’uomo; non a caso in alcuni studi di “archeologia forestale” dedicati, anni fa, proprio ai boschi presenti in questa area – nella quale alcune formazioni sono sopravvissute per secoli – se ne rintracciava la natura fortemente “antropizzata” e quindi “costruita” nel tempo. Dunque un territorio complesso e fortemente conteso, basti pensare alle numerose comunità che vi avevano in qualche modo degli interessi e che potevano vantare, su di esso, da epoche remote, dei diritti: Fucecchio, Santa Croce, Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte, Montecalvoli, Bientina, Altopascio, Montecarlo. Un mosaico di proprietà, di possessi, di giurisdizioni, che si era sedimentato nel corso dei secoli e che risultava molto difficile da districare; persino il pragmatismo e l’efficienza degli impiegati napoleonici, all’inizio dell’800, si trovò in difficoltà nel ricomporre uno stabile e condiviso quadro amministrativo, senza l’introduzione di un moderno catasto geometrico dei terreni e senza istituire – come fu proposto - una nuova circoscrizione comunale proprio nel cuore delle Cerbaie (ad Orentano). Lo studio ricostruisce – attraverso approfondite analisi negli archivi centrali e locali – il complesso di questa gestione dei boschi, i conflitti di giurisdizione, le pratiche di sfruttamento, i vincoli e gli interessi in gioco (il legname delle Cerbaie fu per secoli sfruttato per la costruzione delle galere granducali). Analizzando inoltre, per quanto riguarda il caso di Fucecchio, la progressiva liquidazione e privatizzazione – realizzata in maniera contrastata negli anni ’80 del XVIII secolo nel clima delle riforme lorenesi - del vasto patrimonio comunale che si estendeva per varie centinaia di ettari in questa area boschiva.
2004
8877815973
Zagli, A. (2004). Fra boschi e acque. Comunità e risorse nelle Cerbaie in età moderna. In Le Cerbaie la Natura e la Storia (pp. 95-128). PISA : Pacini.
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