Il saggio ricostruisce il diritto di associazione nell’Ottocento postunitario sotto il particolare profilo della dialettica politica tra Governo e amministrazione periferica instaurata attraverso le circolari. Alla base di tutto vi è l’interpretazione dell’art. 32 dello Statuto Albertino che riconosce un diritto di adunanza, ben presto fatto coincidere con il diritto di associazione, con l’eccezione dell’ambito sindacale caratterizzato dalla punibilità del reato di sciopero. Il testo fondamentale è costituito dalle Istruzioni Ricasoli del 1867, redatte dal Questore Nicola Amore. Le istruzioni non costituiscono un insieme di circolari ma un vero e proprio testo organico che, prima ancora di orientare sul terreno pratico il controllo di pubblica sicurezza, fornisce una mentalità operativa, un metodo di lettura della norma costituzionale. La depenalizzazione dello sciopero pacifico prevista nel Codice penale Zanardelli del 1889 sembrerebbe aver risolto la questione del diritto di associazione politico-sindacale. Tuttavia, la legge anti-anarchica n. 316 del 19 luglio 1894 impone una valutazione sul programma politico delle associazioni di ispirazione anarchica, socialista e persino repubblicana. Una valutazione giurisdizionale che passa attraverso il decisivo filtro dei decreti prefettizi di scioglimento delle associazioni. La soluzione ‘politica’ si afferma con il vittorioso sciopero dei lavoratori genovesi nel 1900 contro lo scioglimento della Camera del lavoro: una vicenda chiusa dalla trattativa diretta tra i sindacalisti e il governo che determina un nuovo livello di legalità giuridico-sindacale esterno al canale legislativo. Emerge in definitiva il dato di un diritto di associazione politicizzato, gestito attraverso il dialogo tra Prefetti ed amministrazione centrale, con sapiente dosaggio di repressione e tolleranza nell’ottica del mantenimento dell’ordine pubblico. Un diritto che può essere ricostruito in quella sorta di sottosuolo legislativo in cui le circolari interagiscono con la giurisprudenza e con le direttive politiche.
Passaniti, P. (2011). Da Ricasoli a Giolitti: la zona grigia del diritto di associazione nell'Italia liberale. In L.L. F. Colao (a cura di), Perpetue appendici e codicilli alle leggi italiane. Le circolari ministeriali, il potere di regolamentare e la politica del diritto in Italia tra Otto e Novecento (pp. 489-513). MACERATA : Eum, Edizioni Università di Macerata.
Da Ricasoli a Giolitti: la zona grigia del diritto di associazione nell'Italia liberale
PASSANITI, PAOLO
2011-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce il diritto di associazione nell’Ottocento postunitario sotto il particolare profilo della dialettica politica tra Governo e amministrazione periferica instaurata attraverso le circolari. Alla base di tutto vi è l’interpretazione dell’art. 32 dello Statuto Albertino che riconosce un diritto di adunanza, ben presto fatto coincidere con il diritto di associazione, con l’eccezione dell’ambito sindacale caratterizzato dalla punibilità del reato di sciopero. Il testo fondamentale è costituito dalle Istruzioni Ricasoli del 1867, redatte dal Questore Nicola Amore. Le istruzioni non costituiscono un insieme di circolari ma un vero e proprio testo organico che, prima ancora di orientare sul terreno pratico il controllo di pubblica sicurezza, fornisce una mentalità operativa, un metodo di lettura della norma costituzionale. La depenalizzazione dello sciopero pacifico prevista nel Codice penale Zanardelli del 1889 sembrerebbe aver risolto la questione del diritto di associazione politico-sindacale. Tuttavia, la legge anti-anarchica n. 316 del 19 luglio 1894 impone una valutazione sul programma politico delle associazioni di ispirazione anarchica, socialista e persino repubblicana. Una valutazione giurisdizionale che passa attraverso il decisivo filtro dei decreti prefettizi di scioglimento delle associazioni. La soluzione ‘politica’ si afferma con il vittorioso sciopero dei lavoratori genovesi nel 1900 contro lo scioglimento della Camera del lavoro: una vicenda chiusa dalla trattativa diretta tra i sindacalisti e il governo che determina un nuovo livello di legalità giuridico-sindacale esterno al canale legislativo. Emerge in definitiva il dato di un diritto di associazione politicizzato, gestito attraverso il dialogo tra Prefetti ed amministrazione centrale, con sapiente dosaggio di repressione e tolleranza nell’ottica del mantenimento dell’ordine pubblico. Un diritto che può essere ricostruito in quella sorta di sottosuolo legislativo in cui le circolari interagiscono con la giurisprudenza e con le direttive politiche.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Passaniti_Perpetue[1].pdf
non disponibili
Tipologia:
PDF editoriale
Licenza:
PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione
199.23 kB
Formato
Adobe PDF
|
199.23 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/15111