Il saggio è inserito nel volume “Coltivare le tipicità locali. Il contributo della formazione superiore”, a cura di S. Angori e E. Fontana, Guerini e Assiociati, Milano, 2008 La formazione tecnica superiore costituisce il segmento più elevato della filiera riguardante la formazione di tipo professionale. La sua finalità specifica è la preparazione, attraverso percorsi di istruzione terziaria prevalentemente non accademici, di figure specialistiche in grado di svolgere attività lavorative che richiedono rilevanti competenze tecniche ed implicano responsabilità ed autonomia. L’Italia, diversamente da altri Paesi, è pressoché priva di questo tipo di percorsi di formazione. Per porre rimedio a tale gap, sono state emanate norme per la costituzione di un “sistema” di formazione tecnico-professionale superiore, flessibile ed articolato. La legge 40/2007, art.13, integrando precedenti disposizioni - in particolare quelle che hanno consentito di istituire corsi IFTS - ha previsto la costituzione di “poli provinciali” destinati a favorire la nascita di istituti tecnici superiori, da intendersi come strutture consortili finalizzate a promuovere una formazione di livello terziario, fortemente professionalizzante, di pari dignità rispetto all’istruzione università. Tali “poli” dovranno proporsi di potenziare lo sviluppo della cultura scientifica e tecnica dei cittadini tenendo conto dei fabbisogni presenti nelle singole realtà territoriali in cui operano, oltre a consentire una estensione, sul piano “verticale”, della filiera della formazione tecnico-professionale, così da permettere al nostro sistema formativo di allinearsi, su questo versante, a quello delle nazioni più sviluppate. L’iter di costruzione di questo complesso “sistema” di istruzione e formazione, costituito da una molteplicità di articolazioni e percorsi, è ancora agli inizi e non sono pochi gli ostacoli da superare, a cominciare dai pregiudizi che ancora pesano sul riconoscimento del valore umano e culturale della formazione tecnico-professionale. Gli istituti tecnici superiori, al momento, appaiono inoltre privi di una loro specifica identità, vista l’indeterminatezza che grava sui compiti ai quali dovranno assolvere, sui titoli rilasciati e sugli accessi lavorativi che dovrebbero aprire. Quello che invece è certo è che questo percorso di formazione, analogamente a quanto accade in altri Paesi, non sarà di stretta pertinenza delle università, anche se il ruolo di tali istituzioni, almeno inizialmente, sarà determinante. Le nascenti strutture formative non potranno infatti non avvalersi, nelle forme da stabilire, delle attività ricondicibili alla “terza missione” delle università (trasferimento di conoscenze dalla ricerca al mondo produttivo e a quello delle professioni). In questa prospettiva occorrerà far tesoro delle competenze maturate in questi ultimi anni nelle poche ma spesse significative esperienze di formazione tecnica e professionale superiore che sono state realizzate in collaborazione con le strutture accademiche (a cominciare dagli IFTS). Queste ultime, in particolare, saranno chiamate a riflettere (sul piano pedagogico e didattico, oltre che organizzativo) su come promuovere una formazione pre-professionalizzante che risponda alle esigenze poste dai cambiamenti in atto su più versanti, sul tipo di formazione di cui necessitano i cosiddetti “lavoratori della conoscenza”, sulle risposte da dare alla domanda di formazione continua e di apprendimento permanente che provengono dalle aziende e dai contesti professionali.

Angori, S. (2008). La formazione tecnica e professionale "superiore". Quale ruolo per l'Università?. In Coltivare le tipicità locali. Il contributo della formazione superiore (pp. 77-108). MILANO : Guerini e Associati.

La formazione tecnica e professionale "superiore". Quale ruolo per l'Università?

ANGORI, SERGIO
2008-01-01

Abstract

Il saggio è inserito nel volume “Coltivare le tipicità locali. Il contributo della formazione superiore”, a cura di S. Angori e E. Fontana, Guerini e Assiociati, Milano, 2008 La formazione tecnica superiore costituisce il segmento più elevato della filiera riguardante la formazione di tipo professionale. La sua finalità specifica è la preparazione, attraverso percorsi di istruzione terziaria prevalentemente non accademici, di figure specialistiche in grado di svolgere attività lavorative che richiedono rilevanti competenze tecniche ed implicano responsabilità ed autonomia. L’Italia, diversamente da altri Paesi, è pressoché priva di questo tipo di percorsi di formazione. Per porre rimedio a tale gap, sono state emanate norme per la costituzione di un “sistema” di formazione tecnico-professionale superiore, flessibile ed articolato. La legge 40/2007, art.13, integrando precedenti disposizioni - in particolare quelle che hanno consentito di istituire corsi IFTS - ha previsto la costituzione di “poli provinciali” destinati a favorire la nascita di istituti tecnici superiori, da intendersi come strutture consortili finalizzate a promuovere una formazione di livello terziario, fortemente professionalizzante, di pari dignità rispetto all’istruzione università. Tali “poli” dovranno proporsi di potenziare lo sviluppo della cultura scientifica e tecnica dei cittadini tenendo conto dei fabbisogni presenti nelle singole realtà territoriali in cui operano, oltre a consentire una estensione, sul piano “verticale”, della filiera della formazione tecnico-professionale, così da permettere al nostro sistema formativo di allinearsi, su questo versante, a quello delle nazioni più sviluppate. L’iter di costruzione di questo complesso “sistema” di istruzione e formazione, costituito da una molteplicità di articolazioni e percorsi, è ancora agli inizi e non sono pochi gli ostacoli da superare, a cominciare dai pregiudizi che ancora pesano sul riconoscimento del valore umano e culturale della formazione tecnico-professionale. Gli istituti tecnici superiori, al momento, appaiono inoltre privi di una loro specifica identità, vista l’indeterminatezza che grava sui compiti ai quali dovranno assolvere, sui titoli rilasciati e sugli accessi lavorativi che dovrebbero aprire. Quello che invece è certo è che questo percorso di formazione, analogamente a quanto accade in altri Paesi, non sarà di stretta pertinenza delle università, anche se il ruolo di tali istituzioni, almeno inizialmente, sarà determinante. Le nascenti strutture formative non potranno infatti non avvalersi, nelle forme da stabilire, delle attività ricondicibili alla “terza missione” delle università (trasferimento di conoscenze dalla ricerca al mondo produttivo e a quello delle professioni). In questa prospettiva occorrerà far tesoro delle competenze maturate in questi ultimi anni nelle poche ma spesse significative esperienze di formazione tecnica e professionale superiore che sono state realizzate in collaborazione con le strutture accademiche (a cominciare dagli IFTS). Queste ultime, in particolare, saranno chiamate a riflettere (sul piano pedagogico e didattico, oltre che organizzativo) su come promuovere una formazione pre-professionalizzante che risponda alle esigenze poste dai cambiamenti in atto su più versanti, sul tipo di formazione di cui necessitano i cosiddetti “lavoratori della conoscenza”, sulle risposte da dare alla domanda di formazione continua e di apprendimento permanente che provengono dalle aziende e dai contesti professionali.
2008
9788862500593
Angori, S. (2008). La formazione tecnica e professionale "superiore". Quale ruolo per l'Università?. In Coltivare le tipicità locali. Il contributo della formazione superiore (pp. 77-108). MILANO : Guerini e Associati.
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