Il saggio esamina il processo di mutamento socioculturale che nelle società occidentali sta rapidamente portando la comunicazione da un ruolo marginale a un ruolo centrale. Nella prima parte si esamina tale processo nei suoi risvolti sociali e culturali mentre nella seconda se ne mettono a fuoco gli aspetti inerenti la scienza. L’autore sostiene che il sempre maggiore aumento di importanza che la comunicazione ha assunto in età moderna e soprattutto nell’età contemporanea non dipende solo dallo sviluppo tecnologico dei media, ma anche dall’avvento della democrazia e dal progressivo declino della cultura patriarcale. Gran parte delle analisi del fenomeno attribuiscono la trasformazione soprattutto all’evoluzione dei mezzi di comunicazione che – da Gutenberg a Marconi fino a internet – ha profondamente trasformato le quantità, i flussi e i modi della comunicazione. Ciò è senz’altro vero ma non spiega i motivi per cui la comunicazione sia rimasta così a lungo marginale. La tesi che qui viene sostenuta è che la comunicazione era incompatibile con i principi patriarcali dominanti: non solo non poteva svilupparsi in un tale contesto socio-culturale ma qualora ciò fosse avvenuto ne avrebbe messo in crisi le fondamenta, innescando reazioni di difesa e di rigetto. La comunicazione è infatti inestricabilmente connessa alla libertà, alla fratellanza, all’uguaglianza – insomma, alla democrazia – mentre la società patriarcale si basava sulla disuguaglianza, sulla discriminazione e sulla prevaricazione di alcuni su altri. Dunque la comunicazione sta assumendo solo oggi il ruolo centrale che le spetta perché solo da poco le società si stanno democratizzando. Ma è anche vero il viceversa, e cioè che la democratizzazione si è resa possibile anche grazie alla comunicazione. Pertanto il saggio non si limita ad una lettura lineare, causa-effetto, dei due fattori, ma evidenzia che essi sono interdipendenti: non si ha democrazia senza comunicazione e non si ha vera comunicazione senza democrazia – democrazia non solo in politica ma anche nelle relazioni interpersonali, nella famiglia, a scuola, sul lavoro. Il saggio mette quindi a fuoco alcune contraffazioni della comunicazione, quali l’uso manipolativo e/o autoreferenziale dei media; certe forme di dialogo pseudo-democratico tra genitori e figli, insegnanti e allievi, dirigenti e subordinati; certe tecnologie informatiche che creano l’illusione dell’interazione senza reale compartecipazione e via dicendo. Tra i casi di mistificazione vengono segnalati anche certi corsi di studio – sia extrauniversitari sia universitari - che adottano approcci aridamente tecnicistici, nonché corsi che adornano la propria denominazione con la parola “comunicazione” senza che ad essa corrispondano contenuti e modalità coerenti. Nella seconda parte del saggio si affrontano i nessi tra la crescente centralità della comunicazione e l’evoluzione delle scienze che la studiano, mostrando che anche in questo caso il rapporto è biunivoco nel senso che da un lato lo sviluppo delle scienze sociali ha dato impulso alla centralità della comunicazione, ma quest’ultima determina a sua volta varie influenze sulle prime. Tra queste viene evidenziato come nell'era della comunicazione tutto è più veloce, e quindi meno stabile, più mutevole, mentre quando le scienze sociali iniziarono a svilupparsi, tra la fine del XIX secolo e il XX, si viveva ancora in società fondamentalmente stabili e statiche, quindi facilmente prevedibili, sia nei comportamenti collettivi che in quelli individuali. La tesi dell’autore è che nello scenario attuale le teorie e i modelli sinora dominanti nel campo delle scienze sociali perdono la loro capacità esplicativa e vi è l'esigenza di nuovi approcci in grado di affrontare con maggior efficacia la complessità e la velocità che caratterizzano i processi comunicativi a tutti i livelli.

Cheli, E. (2004). La centralità della comunicazione nella società e nella scienza. In La centralità sociale della comunicazione (pp. 11-24). MILANO : Franco Angeli.

La centralità della comunicazione nella società e nella scienza

CHELI, ENRICO
2004-01-01

Abstract

Il saggio esamina il processo di mutamento socioculturale che nelle società occidentali sta rapidamente portando la comunicazione da un ruolo marginale a un ruolo centrale. Nella prima parte si esamina tale processo nei suoi risvolti sociali e culturali mentre nella seconda se ne mettono a fuoco gli aspetti inerenti la scienza. L’autore sostiene che il sempre maggiore aumento di importanza che la comunicazione ha assunto in età moderna e soprattutto nell’età contemporanea non dipende solo dallo sviluppo tecnologico dei media, ma anche dall’avvento della democrazia e dal progressivo declino della cultura patriarcale. Gran parte delle analisi del fenomeno attribuiscono la trasformazione soprattutto all’evoluzione dei mezzi di comunicazione che – da Gutenberg a Marconi fino a internet – ha profondamente trasformato le quantità, i flussi e i modi della comunicazione. Ciò è senz’altro vero ma non spiega i motivi per cui la comunicazione sia rimasta così a lungo marginale. La tesi che qui viene sostenuta è che la comunicazione era incompatibile con i principi patriarcali dominanti: non solo non poteva svilupparsi in un tale contesto socio-culturale ma qualora ciò fosse avvenuto ne avrebbe messo in crisi le fondamenta, innescando reazioni di difesa e di rigetto. La comunicazione è infatti inestricabilmente connessa alla libertà, alla fratellanza, all’uguaglianza – insomma, alla democrazia – mentre la società patriarcale si basava sulla disuguaglianza, sulla discriminazione e sulla prevaricazione di alcuni su altri. Dunque la comunicazione sta assumendo solo oggi il ruolo centrale che le spetta perché solo da poco le società si stanno democratizzando. Ma è anche vero il viceversa, e cioè che la democratizzazione si è resa possibile anche grazie alla comunicazione. Pertanto il saggio non si limita ad una lettura lineare, causa-effetto, dei due fattori, ma evidenzia che essi sono interdipendenti: non si ha democrazia senza comunicazione e non si ha vera comunicazione senza democrazia – democrazia non solo in politica ma anche nelle relazioni interpersonali, nella famiglia, a scuola, sul lavoro. Il saggio mette quindi a fuoco alcune contraffazioni della comunicazione, quali l’uso manipolativo e/o autoreferenziale dei media; certe forme di dialogo pseudo-democratico tra genitori e figli, insegnanti e allievi, dirigenti e subordinati; certe tecnologie informatiche che creano l’illusione dell’interazione senza reale compartecipazione e via dicendo. Tra i casi di mistificazione vengono segnalati anche certi corsi di studio – sia extrauniversitari sia universitari - che adottano approcci aridamente tecnicistici, nonché corsi che adornano la propria denominazione con la parola “comunicazione” senza che ad essa corrispondano contenuti e modalità coerenti. Nella seconda parte del saggio si affrontano i nessi tra la crescente centralità della comunicazione e l’evoluzione delle scienze che la studiano, mostrando che anche in questo caso il rapporto è biunivoco nel senso che da un lato lo sviluppo delle scienze sociali ha dato impulso alla centralità della comunicazione, ma quest’ultima determina a sua volta varie influenze sulle prime. Tra queste viene evidenziato come nell'era della comunicazione tutto è più veloce, e quindi meno stabile, più mutevole, mentre quando le scienze sociali iniziarono a svilupparsi, tra la fine del XIX secolo e il XX, si viveva ancora in società fondamentalmente stabili e statiche, quindi facilmente prevedibili, sia nei comportamenti collettivi che in quelli individuali. La tesi dell’autore è che nello scenario attuale le teorie e i modelli sinora dominanti nel campo delle scienze sociali perdono la loro capacità esplicativa e vi è l'esigenza di nuovi approcci in grado di affrontare con maggior efficacia la complessità e la velocità che caratterizzano i processi comunicativi a tutti i livelli.
2004
9788846462954
Cheli, E. (2004). La centralità della comunicazione nella società e nella scienza. In La centralità sociale della comunicazione (pp. 11-24). MILANO : Franco Angeli.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/13520
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo