La chiesa di San Menna sorge a ridosso dell’antica cinta muraria di Sant’Agata de’ Goti, con orientamento nord-sud. Si presenta a schema basilicale su modello ‘cassinese’, con tre navate scandite da colonne e culminanti in un corpo presbiterale sopraelevato triabsidato. Un alto setto marmoreo (h 1,65 m) con lastre porfiree ed elementi in opus sectile contraddistingue la navata centrale, suddividendone lo spazio e delimitando l’area del coro, secondo il modello cassinese che ebbe larga diffusione in Campania e nel Lazio tra XI e XII secolo. L’esempio della chiesa di San Menna riveste notevole importanza poiché costituisce di fatto uno dei più antichi brani di arredo liturgico tra quelli tutt’ora in opera in Italia meridionale. Inoltre esso rappresenterebbe uno dei primi casi nei quali si trovano decorazioni marmoree in opus sectile realizzate su elementi verticali. Dopo un'attenta disamina delle fonti storiche ed epigrafiche e della storiografia sull'edificio, vengono presentati i risultati di una campagna di studio compiuta dagli autori che ha portato ad un nuovo e aggiornato rilievo planimetrico e degli alzati e al rinvenimento di brani marmorei che hanno consentito di recuperare archeologicamente la configurazione dell'originario altare medievale, realizzato con lastre di reimpiego provenienti da manufatti altomedievali.
Longo, R., Romagnoli, G. (2014). La chiesa di San Menna a Sant’Agata de’ Goti. In F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant’Agata de’ Goti: atti del convegno di studi, 9 giugno 2010 - Sant'Agata de' Goti (pp. 73-111). Salerno : Industria Grafica Campana.
La chiesa di San Menna a Sant’Agata de’ Goti
Ruggero Longo
;
2014-01-01
Abstract
La chiesa di San Menna sorge a ridosso dell’antica cinta muraria di Sant’Agata de’ Goti, con orientamento nord-sud. Si presenta a schema basilicale su modello ‘cassinese’, con tre navate scandite da colonne e culminanti in un corpo presbiterale sopraelevato triabsidato. Un alto setto marmoreo (h 1,65 m) con lastre porfiree ed elementi in opus sectile contraddistingue la navata centrale, suddividendone lo spazio e delimitando l’area del coro, secondo il modello cassinese che ebbe larga diffusione in Campania e nel Lazio tra XI e XII secolo. L’esempio della chiesa di San Menna riveste notevole importanza poiché costituisce di fatto uno dei più antichi brani di arredo liturgico tra quelli tutt’ora in opera in Italia meridionale. Inoltre esso rappresenterebbe uno dei primi casi nei quali si trovano decorazioni marmoree in opus sectile realizzate su elementi verticali. Dopo un'attenta disamina delle fonti storiche ed epigrafiche e della storiografia sull'edificio, vengono presentati i risultati di una campagna di studio compiuta dagli autori che ha portato ad un nuovo e aggiornato rilievo planimetrico e degli alzati e al rinvenimento di brani marmorei che hanno consentito di recuperare archeologicamente la configurazione dell'originario altare medievale, realizzato con lastre di reimpiego provenienti da manufatti altomedievali.| File | Dimensione | Formato | |
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R. Longo, G. Romagnoli - La chiesa di San Menna a Sant’Agata de’ Goti - 2014.pdf
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https://hdl.handle.net/11365/1293214
