Il pavimento della chiesa di San Menna costituisce un raro documento dell’arte dell’opus sectile medievale per il suo stato di conservazione e per la sua datazione entro il 1110, anno di consacrazione dell’edificio. Tra le pavimentazioni coeve dell’Italia meridionale, il litostrato santagatese permette meglio di qualsiasi altro di apprezzare la qualità e le capacità tecnico-esecutive raggiunte dalle maestranze che operarono nel Meridione normanno tra la fine del secolo XI e gli inizi del secolo XII. Tale qualità, percepibile nella logica progettuale, nell’ordinata intelaiatura del tessuto pavimentale e nella raffinatezza esecutiva dei singoli riquadri, suggerisce che nella chiesa di San Menna dovette operare una maestranza ben addestrata, una squadra attiva di marmorari di cui si potrà agevolmente individuare la formazione, riconducibile al revival dell’opus sectile che notoriamente si suole associare ai lavori di ricostruzione della basilica di Montecassino, voluta dall’abate Desiderio e realizzata tra il 1066 e il 1071.
Longo, R. (2014). Il pavimento in opus sectile della chiesa di San Menna. Maestranze cassinesi a Sant’Agata de’ Goti. In F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant’Agata de’ Goti: atti del convegno di studi, 9 giugno 2010 - Sant'Agata de' Goti (pp. 113-146). Salerno : Industria Grafica Campana.
Il pavimento in opus sectile della chiesa di San Menna. Maestranze cassinesi a Sant’Agata de’ Goti
Ruggero Longo
2014-01-01
Abstract
Il pavimento della chiesa di San Menna costituisce un raro documento dell’arte dell’opus sectile medievale per il suo stato di conservazione e per la sua datazione entro il 1110, anno di consacrazione dell’edificio. Tra le pavimentazioni coeve dell’Italia meridionale, il litostrato santagatese permette meglio di qualsiasi altro di apprezzare la qualità e le capacità tecnico-esecutive raggiunte dalle maestranze che operarono nel Meridione normanno tra la fine del secolo XI e gli inizi del secolo XII. Tale qualità, percepibile nella logica progettuale, nell’ordinata intelaiatura del tessuto pavimentale e nella raffinatezza esecutiva dei singoli riquadri, suggerisce che nella chiesa di San Menna dovette operare una maestranza ben addestrata, una squadra attiva di marmorari di cui si potrà agevolmente individuare la formazione, riconducibile al revival dell’opus sectile che notoriamente si suole associare ai lavori di ricostruzione della basilica di Montecassino, voluta dall’abate Desiderio e realizzata tra il 1066 e il 1071.| File | Dimensione | Formato | |
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