«Quest’opera – si legge nella quarta di copertina dell’edizione risalente al 1966 – vuole innanzitutto aiutare i maestri ad affrontare le difficoltà minute quotidiane, della vita di scuola; è un’opera che ha per oggetto, quindi, i procedimenti pratici, il “come s’insegna”, o, meglio, il “come si aiuta il fanciullo a formare le proprie attitudini intellettuali e morali, a conquistarsi una prima, organica visione del mondo e determinate abilità strumentali”». Divenuto col tempo uno dei testi classici della cultura didattica italiana, Le nuove tecniche didattiche di Bruno Ciari (1923-1970) rimane un caposaldo del dibattito sulla scuola democratica e un punto di riferimento ineludibile per chiunque ancora oggi voglia interrogarsi sul significato e sul senso dell’insegnamento e sul ruolo fondamentale che può giocare una scuola che non si affidi al talento di insegnanti d’eccezione ma sia in grado – grazie al ricorso a tecniche condivisibili e trasmissibili – di aiutare ogni studente a sviluppare le proprie capacità critiche all’interno di una comunità di uguali.
Giusti, S. (2024). Postfazione [a Le nuove tecniche didattiche], 30, 275-280.
Postfazione [a Le nuove tecniche didattiche]
Simone Giusti
2024-01-01
Abstract
«Quest’opera – si legge nella quarta di copertina dell’edizione risalente al 1966 – vuole innanzitutto aiutare i maestri ad affrontare le difficoltà minute quotidiane, della vita di scuola; è un’opera che ha per oggetto, quindi, i procedimenti pratici, il “come s’insegna”, o, meglio, il “come si aiuta il fanciullo a formare le proprie attitudini intellettuali e morali, a conquistarsi una prima, organica visione del mondo e determinate abilità strumentali”». Divenuto col tempo uno dei testi classici della cultura didattica italiana, Le nuove tecniche didattiche di Bruno Ciari (1923-1970) rimane un caposaldo del dibattito sulla scuola democratica e un punto di riferimento ineludibile per chiunque ancora oggi voglia interrogarsi sul significato e sul senso dell’insegnamento e sul ruolo fondamentale che può giocare una scuola che non si affidi al talento di insegnanti d’eccezione ma sia in grado – grazie al ricorso a tecniche condivisibili e trasmissibili – di aiutare ogni studente a sviluppare le proprie capacità critiche all’interno di una comunità di uguali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11365/1281415