Alaric II intended to present himself as a continuer of the imperial legislative work; in the lead traced by Theodosius II (but in a certain way and extent anticipated by the authors of the Gregorianus and Ermogenianus codices) the Visigothic ruler aspires, in the territories over which he reigns, to replace the Augustus now absent (the sole emperor sits in Constantinople and governs what was the part eastern part of the empire); the time now appears ripe for the drafting of a compilation of Roman law, through which Alaric could have strengthened his power even further; even in the eyes of the many Roman subjects of his regnum he could, in fact, appear as a successor to the Roman legislators, because the rules chosen were Roman and frequently ‘illustrated’ by those entrusted with the drafting the important body of law. Thanks to some shrewd operations of the authors of some interpretationes or to the modifications that Roman jurists active in the Visigothic kingdom made on older comments, the interpreter was able to transport the Roman norm from its original context into the new political framework of the time in which he was working.

Alarico II intese presentarsi quale prosecutore dell’opera legislativa imperiale; nel solco tracciato da Teodosio II (ma in certo qual modo e misura anticipato dagli autori dei codici Gregorianus e Ermogenianus) il sovrano visigoto ambisce a sostituirsi, nei territori su cui regna, all’Augusto ormai assente (l’unico imperatore siede a Costantinopoli e governa quella che era la parte orientale dell’impero); i tempi appaiono ora maturi per la redazione di una compilazione di diritto romano, attraverso la quale Alarico avrebbe potuto rafforzare ancora di più il suo potere; anche agli occhi dei numerosi sudditi romani del suo regnum egli, nei fatti, poteva apparire come un successore dei legislatori romani, perché romane erano le norme scelte e di frequente ‘illustrate’ da chi fu incaricato della redazione dell’importante corpus normativo. Grazie a talune accorte operazioni degli autori di alcune interpretationes o alle modifiche che giuristi romani attivi nel regno visigoto fecero su commenti più antichi, l’interprete riusciva a trasportare la norma romana dal suo contesto originario all’interno del nuovo quadro politico in cui questi si trovava in quel momento a operare.

Pietrini, S. (2024). Alarico II, ‘legislatore romano’. In F.G. Gisella Bassanelli Sommariva (a cura di), Ravenna Capitale. Dalle autonomie negate al Regno di Toledo. La prefettura delle Gallie nei secoli IV-VII (pp. 47-70). Santarcangelo di Romagna (Rimini) : Maggioli Editore.

Alarico II, ‘legislatore romano’

Stefania Pietrini
2024-01-01

Abstract

Alaric II intended to present himself as a continuer of the imperial legislative work; in the lead traced by Theodosius II (but in a certain way and extent anticipated by the authors of the Gregorianus and Ermogenianus codices) the Visigothic ruler aspires, in the territories over which he reigns, to replace the Augustus now absent (the sole emperor sits in Constantinople and governs what was the part eastern part of the empire); the time now appears ripe for the drafting of a compilation of Roman law, through which Alaric could have strengthened his power even further; even in the eyes of the many Roman subjects of his regnum he could, in fact, appear as a successor to the Roman legislators, because the rules chosen were Roman and frequently ‘illustrated’ by those entrusted with the drafting the important body of law. Thanks to some shrewd operations of the authors of some interpretationes or to the modifications that Roman jurists active in the Visigothic kingdom made on older comments, the interpreter was able to transport the Roman norm from its original context into the new political framework of the time in which he was working.
2024
8891672254
Alarico II intese presentarsi quale prosecutore dell’opera legislativa imperiale; nel solco tracciato da Teodosio II (ma in certo qual modo e misura anticipato dagli autori dei codici Gregorianus e Ermogenianus) il sovrano visigoto ambisce a sostituirsi, nei territori su cui regna, all’Augusto ormai assente (l’unico imperatore siede a Costantinopoli e governa quella che era la parte orientale dell’impero); i tempi appaiono ora maturi per la redazione di una compilazione di diritto romano, attraverso la quale Alarico avrebbe potuto rafforzare ancora di più il suo potere; anche agli occhi dei numerosi sudditi romani del suo regnum egli, nei fatti, poteva apparire come un successore dei legislatori romani, perché romane erano le norme scelte e di frequente ‘illustrate’ da chi fu incaricato della redazione dell’importante corpus normativo. Grazie a talune accorte operazioni degli autori di alcune interpretationes o alle modifiche che giuristi romani attivi nel regno visigoto fecero su commenti più antichi, l’interprete riusciva a trasportare la norma romana dal suo contesto originario all’interno del nuovo quadro politico in cui questi si trovava in quel momento a operare.
Pietrini, S. (2024). Alarico II, ‘legislatore romano’. In F.G. Gisella Bassanelli Sommariva (a cura di), Ravenna Capitale. Dalle autonomie negate al Regno di Toledo. La prefettura delle Gallie nei secoli IV-VII (pp. 47-70). Santarcangelo di Romagna (Rimini) : Maggioli Editore.
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