Noto nella letteratura storico-artistica soprattutto come autore delle Vite, Giovan Pietro Bellori (1613-1696) è ricordato anche come uno dei più importanti e prolifici antiquari della Roma barocca. Nel venticinquennio compreso tra il 1666 e il 1691 Bellori, in stretta collaborazione con il copista perugino Pietro Santi Bartoli (1635-1700), darà infatti vita a un poderoso complesso progetto editoriale destinato a studiare e a diffondere, sfruttando a pieno le potenzialità dell’incisione, le historie scolpite nei bassorilievi narrativi delle colonne coclidi e degli archi trionfali romani fino alle raffigurazioni impresse su lucerne fittili e monete e dipinte sulle pareti antiche. Gli atlanti belloriani saranno destinati non solo alla cerchia ristretta del pubblico erudito, ma si imporranno da subito come veri e propri repertori grafici a uso degli artisti e, in quanto tali, come strumento per realizzare un vero e proprio rinnovamento dell’arte riaffermando la centralità culturale di Roma, già propugnata dalle Vite belloriane. Tenendo sempre presenti i caratteri particolarissimi di tali prodotti editoriali, lo studio analizza i tratti salienti della ricerca iconografica di Bellori, anche in rapporto alla produzione antiquaria contemporanea. In tale prospettiva un terreno di confronto privilegiato, se non addirittura unico, è rappresentato dai rilievi della Colonna Traiana e dai medaglioni della collezione del cardinale Gaspare Carpegna: le due opere belloriane che li descrivono, la Colonna Traiana (1672) e la Scelta de’ medaglioni più rari nella biblioteca dell’eminentissimo Gasparo Carpegna (1679) sono state messe a confronto in questo volume con il Syntagma (1683) dell’antiquario urbinate Raffaele Fabretti e le Osservazioni Istoriche sopra alcuni medaglioni antichi (1698) del fiorentino Filippo Buonarroti che trattano rispettivamente il medesimo oggetto, ma secondo approcci antiquari completamente differenti, che segnano in nuce la fondamentale distinzione tra gli studi di cultura materiale e la storia dell’arte antica che innerverà la storia della disciplina archeologica. Al di là di tali criteri selezione, si è potuto appurare che si tratta di opere strettamente legate tra loro anche dal punto di vista della loro genesi editoriale, attentamente studiata a partire dai disegni della Colonna Traiana conservati nel cod. A39 della Windsor Royal Library, finalmente attribuiti con certezza alla mano di Bartoli, e attraverso la lettura e la trascrizione integrale della seconda edizione – destinata a rimanere inedita – della Scelta de’ medaglioni, le cui bozze manoscritte si conservano in parte nell’Ott. Lat. 2972 della Biblioteca Apostolica Vaticana e in parte nel cod. CXCVIII della Biblioteca Marucelliana di Firenze.
Modolo, M. (2018). Illustrare l'historia Romana. Caratteri e finalità della ricerca antiquaria nelle opere di Bellori e Bartoli. Torino : Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo.
Illustrare l'historia Romana. Caratteri e finalità della ricerca antiquaria nelle opere di Bellori e Bartoli
Modolo, Mirco
2018-01-01
Abstract
Noto nella letteratura storico-artistica soprattutto come autore delle Vite, Giovan Pietro Bellori (1613-1696) è ricordato anche come uno dei più importanti e prolifici antiquari della Roma barocca. Nel venticinquennio compreso tra il 1666 e il 1691 Bellori, in stretta collaborazione con il copista perugino Pietro Santi Bartoli (1635-1700), darà infatti vita a un poderoso complesso progetto editoriale destinato a studiare e a diffondere, sfruttando a pieno le potenzialità dell’incisione, le historie scolpite nei bassorilievi narrativi delle colonne coclidi e degli archi trionfali romani fino alle raffigurazioni impresse su lucerne fittili e monete e dipinte sulle pareti antiche. Gli atlanti belloriani saranno destinati non solo alla cerchia ristretta del pubblico erudito, ma si imporranno da subito come veri e propri repertori grafici a uso degli artisti e, in quanto tali, come strumento per realizzare un vero e proprio rinnovamento dell’arte riaffermando la centralità culturale di Roma, già propugnata dalle Vite belloriane. Tenendo sempre presenti i caratteri particolarissimi di tali prodotti editoriali, lo studio analizza i tratti salienti della ricerca iconografica di Bellori, anche in rapporto alla produzione antiquaria contemporanea. In tale prospettiva un terreno di confronto privilegiato, se non addirittura unico, è rappresentato dai rilievi della Colonna Traiana e dai medaglioni della collezione del cardinale Gaspare Carpegna: le due opere belloriane che li descrivono, la Colonna Traiana (1672) e la Scelta de’ medaglioni più rari nella biblioteca dell’eminentissimo Gasparo Carpegna (1679) sono state messe a confronto in questo volume con il Syntagma (1683) dell’antiquario urbinate Raffaele Fabretti e le Osservazioni Istoriche sopra alcuni medaglioni antichi (1698) del fiorentino Filippo Buonarroti che trattano rispettivamente il medesimo oggetto, ma secondo approcci antiquari completamente differenti, che segnano in nuce la fondamentale distinzione tra gli studi di cultura materiale e la storia dell’arte antica che innerverà la storia della disciplina archeologica. Al di là di tali criteri selezione, si è potuto appurare che si tratta di opere strettamente legate tra loro anche dal punto di vista della loro genesi editoriale, attentamente studiata a partire dai disegni della Colonna Traiana conservati nel cod. A39 della Windsor Royal Library, finalmente attribuiti con certezza alla mano di Bartoli, e attraverso la lettura e la trascrizione integrale della seconda edizione – destinata a rimanere inedita – della Scelta de’ medaglioni, le cui bozze manoscritte si conservano in parte nell’Ott. Lat. 2972 della Biblioteca Apostolica Vaticana e in parte nel cod. CXCVIII della Biblioteca Marucelliana di Firenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1276850
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