The description of the beautiful servant Photis in Apuleius’ Metamorphoses 2, 17, 1-2 is a case of «allusive ekphrasis». Photis is compared to two famous works of art representing Venus, Venus anadyomene and Venus pudica: the painting and the sculpture, however, are not described in a proper ekphrasis, but their visual reconstruction is almost entirely left to the reader’s memory and knowledge of the iconographic conventions. Ekphrastic allusivity is combined in this intriguing text with literary/cultural allusivity and humour; it also subtly contributes to the construction of a deeper meaning for Lucius’ story – at least, insofar as a novel can have deep meanings.

La descrizione della bella serva Fotide in Apuleio, Met. 2.17.1-2 è un caso di "ekphrasis allusiva". Fotide è comparata a due famose opere d'arte che rappresentano Venere, la Venus anadyomene e la Venus pudica: il dipinto e la scultura, tuttavia, non sono descritte in una ekphrasis vera e propria, ma la ricostruzione visiva del loro aspetto è lasciata quasi interamente alla memoria del lettore e alla sua conoscenza delle convenzioni iconografiche. L'allusività ecfrastica è combinata, in questo testo intrigante, con l'allusività letteraria e culturale e con lo humour; essa inoltre contribuisce sottilmente alla costruzione di un significato profondo per la storia di Lucio - almeno, nella misura in cui si piò parlare di significato profondo per un romanzo.

Graverini, L. (2024). Un’ekphrasis allusiva: Fotide in Apuleio, Met. 2, 17. In F. Giannotti, A. Fo (a cura di), Antiqua amicitia: studi di lingua e letteratura latina in onore di Silvia Mattiacci (pp. 105-113). Pisa : ETS.

Un’ekphrasis allusiva: Fotide in Apuleio, Met. 2, 17

Graverini, Luca
2024-01-01

Abstract

The description of the beautiful servant Photis in Apuleius’ Metamorphoses 2, 17, 1-2 is a case of «allusive ekphrasis». Photis is compared to two famous works of art representing Venus, Venus anadyomene and Venus pudica: the painting and the sculpture, however, are not described in a proper ekphrasis, but their visual reconstruction is almost entirely left to the reader’s memory and knowledge of the iconographic conventions. Ekphrastic allusivity is combined in this intriguing text with literary/cultural allusivity and humour; it also subtly contributes to the construction of a deeper meaning for Lucius’ story – at least, insofar as a novel can have deep meanings.
2024
9788846768841
La descrizione della bella serva Fotide in Apuleio, Met. 2.17.1-2 è un caso di "ekphrasis allusiva". Fotide è comparata a due famose opere d'arte che rappresentano Venere, la Venus anadyomene e la Venus pudica: il dipinto e la scultura, tuttavia, non sono descritte in una ekphrasis vera e propria, ma la ricostruzione visiva del loro aspetto è lasciata quasi interamente alla memoria del lettore e alla sua conoscenza delle convenzioni iconografiche. L'allusività ecfrastica è combinata, in questo testo intrigante, con l'allusività letteraria e culturale e con lo humour; essa inoltre contribuisce sottilmente alla costruzione di un significato profondo per la storia di Lucio - almeno, nella misura in cui si piò parlare di significato profondo per un romanzo.
Graverini, L. (2024). Un’ekphrasis allusiva: Fotide in Apuleio, Met. 2, 17. In F. Giannotti, A. Fo (a cura di), Antiqua amicitia: studi di lingua e letteratura latina in onore di Silvia Mattiacci (pp. 105-113). Pisa : ETS.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1274634