ABSTRACT Obiettivo dell’Unione Europea è stato, sin dalla costituzione, la realizzazione di un mercato unico. Sin da quei tempi veniva riconosciuto che condizione essenziale per la realizzazione del mercato integrato europeo era la progressiva omogeneizzazione degli ordinamenti dei paesi membri; si riteneva che il risultato potesse essere raggiunto attraverso direttive di armonizzazione nella disciplina del mercato e dei soggetti che vi operano. Oggi, è immediato constatare i limiti ascrivibili allo strumento dell’ armonizzazione. Quello che appare ad un osservatore anche superficiale è un mercato privo di confini ma ancora ingessato dalla presenza di significative diversità nelle discipline degli stati membri diversità che non permettono di ritenere pienamente garantita la circolazione delle imprese all’interno dell’Unione. Risulta difficile parlare di omogeneizzazione tra gli ordinamenti e, quindi, anche di un mercato pienamente integrato. Una ventata di aria nuova – a dire il vero - si è diffusa sulla scia di pronunce relativamente recenti della Corte di Giustizia in tema di libertà di stabilimento delle società. Grazie ad esse si è aperto un dibattito di estremo interesse tra coloro che negano possa svilupparsi un fenomeno Delaware europeo e coloro che lo considerano ormai inevitabile. Anche fra i sostenitori dell’idea che il pieno riconoscimento della libertà di stabilimento delle società, in presenza di divergenze spesso consistenti fra le discipline nazionali determinerà fra le società arbitraggi normativi ponendo gli ordinamenti in concorrenza tra loro è possibile distinguere posizioni diverse. Alcuni auspicano altri paventano la possibilità dello shopping normativo; i primi ritengono che la concorrenza condurrà ad una race of the top, dall’altro che si risolverà in una race of the bottom. Il lavoro vuole inserirsi in questo dibattito con qualche considerazione sull’esistenza o meno di una nuova strada – la concorrenza tra ordinamenti - per realizzare la piena integrazione del mercato europeo e, posto che essa sia riconoscibile, sia sul piano potenziale che sul piano reale, sulla possibilità che attraverso di essa si giunga ad un mercato integrato regolato in maniera realmente efficiente.
Irace, A. (2007). Armonizzazione o concorrenza tra ordinamenti nel diritto societario?. In Rapporti e concorrenza tra ordinamenti (pp. 161-181). MILANO : giuffrè.
Armonizzazione o concorrenza tra ordinamenti nel diritto societario?
IRACE, ANTONIA
2007-01-01
Abstract
ABSTRACT Obiettivo dell’Unione Europea è stato, sin dalla costituzione, la realizzazione di un mercato unico. Sin da quei tempi veniva riconosciuto che condizione essenziale per la realizzazione del mercato integrato europeo era la progressiva omogeneizzazione degli ordinamenti dei paesi membri; si riteneva che il risultato potesse essere raggiunto attraverso direttive di armonizzazione nella disciplina del mercato e dei soggetti che vi operano. Oggi, è immediato constatare i limiti ascrivibili allo strumento dell’ armonizzazione. Quello che appare ad un osservatore anche superficiale è un mercato privo di confini ma ancora ingessato dalla presenza di significative diversità nelle discipline degli stati membri diversità che non permettono di ritenere pienamente garantita la circolazione delle imprese all’interno dell’Unione. Risulta difficile parlare di omogeneizzazione tra gli ordinamenti e, quindi, anche di un mercato pienamente integrato. Una ventata di aria nuova – a dire il vero - si è diffusa sulla scia di pronunce relativamente recenti della Corte di Giustizia in tema di libertà di stabilimento delle società. Grazie ad esse si è aperto un dibattito di estremo interesse tra coloro che negano possa svilupparsi un fenomeno Delaware europeo e coloro che lo considerano ormai inevitabile. Anche fra i sostenitori dell’idea che il pieno riconoscimento della libertà di stabilimento delle società, in presenza di divergenze spesso consistenti fra le discipline nazionali determinerà fra le società arbitraggi normativi ponendo gli ordinamenti in concorrenza tra loro è possibile distinguere posizioni diverse. Alcuni auspicano altri paventano la possibilità dello shopping normativo; i primi ritengono che la concorrenza condurrà ad una race of the top, dall’altro che si risolverà in una race of the bottom. Il lavoro vuole inserirsi in questo dibattito con qualche considerazione sull’esistenza o meno di una nuova strada – la concorrenza tra ordinamenti - per realizzare la piena integrazione del mercato europeo e, posto che essa sia riconoscibile, sia sul piano potenziale che sul piano reale, sulla possibilità che attraverso di essa si giunga ad un mercato integrato regolato in maniera realmente efficiente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11365/12693
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