Le epidemie hanno condizionato lo sviluppo della civiltà umana sin dalla sua origine. Reperti scheletrici, datati 3700 a. C, mostrano deformazioni ossee provocate dalla poliomielite. In una stele egizin databile tra il 1580 e il 1350 aC, custodita presso il museo Ny Carl sberg Glyptotek di Copenaghen, si nota la figura del sacerdote Rouma con la gamba destra atrofica e accorciata ed il piede in posi- zione equina, La Mummia del foranne Siptur, elatata 1200 a.C. e custo dita presso il museo del Cairo, presenta un'evidente atrofia della gamba sinistra: nemmeno il processo di imbalsamazione nusel a dissimulare le conseguenze della malattia (Smith, 1912). La storia delle epidemie è strettamente legata all'evolversi degli stili di vita umarni. II nomadismo di chi caccia e raccoglie vegetali selvatici era tipico dell'Homo sapiens, dal Pleistocene alla rivolu zione neolitica (X millennio a. C.). Questo stile di vita venne poi gradualmente scalzato dall'agricoltura, dall'allevamento e dal progre dire delle specializzazioni produttive. Il conseguente processo di stanzializzazione ha rappresentato da un lato un volano del progresso economico e sociale, dall'altro ha creato un terreno fertile per le epidemie che, paradossalmente, hanno antagonizzato e, come vedremo, anche indotto lo sviluppo della civiltà. Un indicatore che permette di misunce in chiave biologica lo sviluppo della civiltà è la speranza di vita alla nascita (SdV) vale a dire l'età media di morte della popolazione di aree diverse e in diversi periodi. Con il progre- dire della civiltà l'uomo inizia a modificare artificialmente il suo naturale destino, che vorrebbe, anche per la nostra specie, un'esi- stenza breve, in equilibrio ecologico con quella degli altri animali, legata esclusivamente all'espletamento del dovere riproduttivo Durante FEtà del ferro, tra il II ed il 1 millennin a. C, la vita media dei nostri antenati era di circa venticinque anni. Alla fine del XIX secolo, la SdV è pressoché raddoppiata raggiungendo i quarant'anni (Angel, 1969, Galor, 2005). Nel 1900 essa raddoppia ancora: quasi quarant'anni guadagnati in un solo secolo (Fig. 1). Ad oggi l'aspetta tiva di vita globale umana è 72,6 anni, ma, nei paesi economics- mente più avanzati, raggiunge e sorpassa gli ottanta. Questo risul tato straordinario è stato possibile soprattutto grazie ai successi ottenuti contro le malattie infettive

Nante, N., Dionisi, L. (2023). Appendice - La lotta alle epidemie come volano di civiltà. In Arte e medicina. Il medico, il paziente e la malattia nei secoli (pp. 240-255).

Appendice - La lotta alle epidemie come volano di civiltà

N. Nante
;
Dionisi L.
2023-01-01

Abstract

Le epidemie hanno condizionato lo sviluppo della civiltà umana sin dalla sua origine. Reperti scheletrici, datati 3700 a. C, mostrano deformazioni ossee provocate dalla poliomielite. In una stele egizin databile tra il 1580 e il 1350 aC, custodita presso il museo Ny Carl sberg Glyptotek di Copenaghen, si nota la figura del sacerdote Rouma con la gamba destra atrofica e accorciata ed il piede in posi- zione equina, La Mummia del foranne Siptur, elatata 1200 a.C. e custo dita presso il museo del Cairo, presenta un'evidente atrofia della gamba sinistra: nemmeno il processo di imbalsamazione nusel a dissimulare le conseguenze della malattia (Smith, 1912). La storia delle epidemie è strettamente legata all'evolversi degli stili di vita umarni. II nomadismo di chi caccia e raccoglie vegetali selvatici era tipico dell'Homo sapiens, dal Pleistocene alla rivolu zione neolitica (X millennio a. C.). Questo stile di vita venne poi gradualmente scalzato dall'agricoltura, dall'allevamento e dal progre dire delle specializzazioni produttive. Il conseguente processo di stanzializzazione ha rappresentato da un lato un volano del progresso economico e sociale, dall'altro ha creato un terreno fertile per le epidemie che, paradossalmente, hanno antagonizzato e, come vedremo, anche indotto lo sviluppo della civiltà. Un indicatore che permette di misunce in chiave biologica lo sviluppo della civiltà è la speranza di vita alla nascita (SdV) vale a dire l'età media di morte della popolazione di aree diverse e in diversi periodi. Con il progre- dire della civiltà l'uomo inizia a modificare artificialmente il suo naturale destino, che vorrebbe, anche per la nostra specie, un'esi- stenza breve, in equilibrio ecologico con quella degli altri animali, legata esclusivamente all'espletamento del dovere riproduttivo Durante FEtà del ferro, tra il II ed il 1 millennin a. C, la vita media dei nostri antenati era di circa venticinque anni. Alla fine del XIX secolo, la SdV è pressoché raddoppiata raggiungendo i quarant'anni (Angel, 1969, Galor, 2005). Nel 1900 essa raddoppia ancora: quasi quarant'anni guadagnati in un solo secolo (Fig. 1). Ad oggi l'aspetta tiva di vita globale umana è 72,6 anni, ma, nei paesi economics- mente più avanzati, raggiunge e sorpassa gli ottanta. Questo risul tato straordinario è stato possibile soprattutto grazie ai successi ottenuti contro le malattie infettive
2023
Nante, N., Dionisi, L. (2023). Appendice - La lotta alle epidemie come volano di civiltà. In Arte e medicina. Il medico, il paziente e la malattia nei secoli (pp. 240-255).
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