Il catalogo della prima mostra italiana di Granfranco Vinay raccoglie alcune delle più rappresentative opere del musicologo e artista torinese (réflexions, calques e tableaux-miroirs): qui i frammenti di scrittura dei brani musicali sono come terre che affiorano dai flutti del tempo, emergono sulla superficie dei quadri, si affacciano dietro la trasparenza dei veli e talvolta si trasformano in venature. Tutte le opere che hanno un preciso riferimento musicale sono state corredate di un QR code che rimanda agli specifici brani, al fine di accompagnare il lettore all’interno del mondo e della produzione di Vinay realizzata nel corso di un trentennio e condurli fino all’esplorazione della profondità, tema centrale nella sua riflessione musicologica così come nelle sue creazioni artistiche. Al di là dei diversi strati che si affastellano in trasparenza uno sull’altro davanti ai nostri occhi, in fondo al dipinto l’osservatore può scoprire uno spazio sacro, ovvero “separato”, quell’abisso del silenzio da cui emergono il suono e la memoria.
Iacoviello, S. (a cura di). (2022). Gianfranco Vinay. Dai suoni ai silenzi. LIVORNO : Sillabe.
Gianfranco Vinay. Dai suoni ai silenzi
Iacoviello S
2022-01-01
Abstract
Il catalogo della prima mostra italiana di Granfranco Vinay raccoglie alcune delle più rappresentative opere del musicologo e artista torinese (réflexions, calques e tableaux-miroirs): qui i frammenti di scrittura dei brani musicali sono come terre che affiorano dai flutti del tempo, emergono sulla superficie dei quadri, si affacciano dietro la trasparenza dei veli e talvolta si trasformano in venature. Tutte le opere che hanno un preciso riferimento musicale sono state corredate di un QR code che rimanda agli specifici brani, al fine di accompagnare il lettore all’interno del mondo e della produzione di Vinay realizzata nel corso di un trentennio e condurli fino all’esplorazione della profondità, tema centrale nella sua riflessione musicologica così come nelle sue creazioni artistiche. Al di là dei diversi strati che si affastellano in trasparenza uno sull’altro davanti ai nostri occhi, in fondo al dipinto l’osservatore può scoprire uno spazio sacro, ovvero “separato”, quell’abisso del silenzio da cui emergono il suono e la memoria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1261109