Affrontare il problema del bullismo e del disagio nella scuola, richiede un nuovo modo di leggere il ruolo dell’insegnante, così quello del gruppo classe e ripensare la progettazione in una logica strettamente pedagogica. Il lavoro educativo, quando si manifestano forme particolarmente problematiche, richiede di dare vita ad profonda trasformazione della visione del mondo del ragazzo, del suo modo di percepirsi, di osservare gli altri e le cose, del suo modo di mettersi in relazione con la realtà e di procedere, quindi, nella scelta dei suoi atteggiamenti e dei suoi cmportamenti. Un percorso che, attraverso forme di intervento articolate su più piani e pedagogicamente fondate, porti il ragazzo a “ripensarsi” e a rileggere i nodi critici del proprio “breve percorso di vita”, per osservare il proprio agire nel presente e nel passato, in modo da comprendere come meglio orientare il proprio futuro. A tal fine, diviene di fondamentale importanza che il ripensamento sul proprio agito avvenga in modo valutativo ed analitico, per attivare un processo di appropriazione critica, in quanto non si tratta di elencare tutte le condizioni oggettive che hanno alterato la personalità del giovane, ma piuttosto di cogliere il collegamento fra queste e il comportamento assunto. La rielaborazione dei proprio comportamenti, comporta, quindi, da un lato, la presa di coscienza dei significati attribuiti alle proprie azioni passate e, dall’altro, la ricerca e l’individuazione di altri possibili significati, definiti attraverso una nuova e Le espressioni del disagio adolescenziale diversa interpretazione della realtà. I processi di cambiamento, che vengono messi in atto nell’intervento educativo, si devono svolgere necessariamente lungo un asse temporale orientato al futuro e perciò, devono perseguire lo scopo di formare un soggetto capace di situarsi e proiettarsi nel futuro e di progettare la sua esistenza attuale in funzione di scopi che raggiungerà con il tempo. Ogni ragazzo deve, perciò, imparare a comprendere il significato delle proprie azioni e delle scelte che caratterizzeranno la sua vita, e diviene fondamentale non presentargli progetti già pianificati da altri, ma suscitare in lui il desiderio di un cambiamento, a partire dalle interazioni con il gruppo dei coetanei, dalla visione di un diverso modo di rapportarsi con la realtà, dal piacere che si prova a stare nel benessere relazionale, cercando di portarlo ad affrontare il presente, ma stimolando la sua voglia di pensare ad futuro e di sentire se stesso in relazione al mondo. Al centro del processo di ridefinizione di sé vi è quindi l’adolescente che, con l’aiuto dell’adulto e dei propri coetanei, comincia a progettare un nuovo modo di essere, non solo finalizzato a recuperare competenze personali e sociali, quanto a trovare una nuova dimensione esistenziale, ipotizzabile dall'immaginazione, effettuabile mediante l’intelligenza e concretizzabile attraverso un processo incessante di costruzione e decostruzione della propria esperienza.

Mancaniello, M.R. (2012). Le espressioni del disagio adolescenziale: il fenomeno del bullismo e i possibili metodi di intervento nella scuola. In S. Ulivieri (a cura di), Insegnare nella scuola secondaria: per una declinazione della professionalità docente (pp. 417-449). Pisa : ETS.

Le espressioni del disagio adolescenziale: il fenomeno del bullismo e i possibili metodi di intervento nella scuola

Mancaniello, Maria Rita
2012-01-01

Abstract

Affrontare il problema del bullismo e del disagio nella scuola, richiede un nuovo modo di leggere il ruolo dell’insegnante, così quello del gruppo classe e ripensare la progettazione in una logica strettamente pedagogica. Il lavoro educativo, quando si manifestano forme particolarmente problematiche, richiede di dare vita ad profonda trasformazione della visione del mondo del ragazzo, del suo modo di percepirsi, di osservare gli altri e le cose, del suo modo di mettersi in relazione con la realtà e di procedere, quindi, nella scelta dei suoi atteggiamenti e dei suoi cmportamenti. Un percorso che, attraverso forme di intervento articolate su più piani e pedagogicamente fondate, porti il ragazzo a “ripensarsi” e a rileggere i nodi critici del proprio “breve percorso di vita”, per osservare il proprio agire nel presente e nel passato, in modo da comprendere come meglio orientare il proprio futuro. A tal fine, diviene di fondamentale importanza che il ripensamento sul proprio agito avvenga in modo valutativo ed analitico, per attivare un processo di appropriazione critica, in quanto non si tratta di elencare tutte le condizioni oggettive che hanno alterato la personalità del giovane, ma piuttosto di cogliere il collegamento fra queste e il comportamento assunto. La rielaborazione dei proprio comportamenti, comporta, quindi, da un lato, la presa di coscienza dei significati attribuiti alle proprie azioni passate e, dall’altro, la ricerca e l’individuazione di altri possibili significati, definiti attraverso una nuova e Le espressioni del disagio adolescenziale diversa interpretazione della realtà. I processi di cambiamento, che vengono messi in atto nell’intervento educativo, si devono svolgere necessariamente lungo un asse temporale orientato al futuro e perciò, devono perseguire lo scopo di formare un soggetto capace di situarsi e proiettarsi nel futuro e di progettare la sua esistenza attuale in funzione di scopi che raggiungerà con il tempo. Ogni ragazzo deve, perciò, imparare a comprendere il significato delle proprie azioni e delle scelte che caratterizzeranno la sua vita, e diviene fondamentale non presentargli progetti già pianificati da altri, ma suscitare in lui il desiderio di un cambiamento, a partire dalle interazioni con il gruppo dei coetanei, dalla visione di un diverso modo di rapportarsi con la realtà, dal piacere che si prova a stare nel benessere relazionale, cercando di portarlo ad affrontare il presente, ma stimolando la sua voglia di pensare ad futuro e di sentire se stesso in relazione al mondo. Al centro del processo di ridefinizione di sé vi è quindi l’adolescente che, con l’aiuto dell’adulto e dei propri coetanei, comincia a progettare un nuovo modo di essere, non solo finalizzato a recuperare competenze personali e sociali, quanto a trovare una nuova dimensione esistenziale, ipotizzabile dall'immaginazione, effettuabile mediante l’intelligenza e concretizzabile attraverso un processo incessante di costruzione e decostruzione della propria esperienza.
2012
9788846734471
Mancaniello, M.R. (2012). Le espressioni del disagio adolescenziale: il fenomeno del bullismo e i possibili metodi di intervento nella scuola. In S. Ulivieri (a cura di), Insegnare nella scuola secondaria: per una declinazione della professionalità docente (pp. 417-449). Pisa : ETS.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1232533