The essay presents a research that investigated a specific context of intercultural coexistence that relates to some regional trains operating in Tuscany (Italy). The objects of the research were conversations, interactions (verbal, paraverbal and non-verbal) and the spatial positions assumed between some railway professionals (inspectors, cleaners, conductors, reception staff) and immigrant travelers (mainly North Africans) who traveled the indicated railway section every day. The conflicts that emerged between the various protagonists, as well as their narratives and the positions defended, show how important it is today to measure the distance between the representations of the Other and the daily practices implemented, to probe the emotions that accompany the inter-ethnic encounter and guide mutual perception, comparing different ethics that become behaviors and attitudes, opportunities for confrontation. It is common, when leaving a space, to be confronted with difference - however irritating, incomprehensible or conflicting this confrontation may prove to be - it can contribute to the construction of an alternative representation of immigration compared to the one socially dominant today, placing it in a framework that appears as institutional as it is professional and social. From the point of view of the railway professionals involved, in fact, the "liquidity" of our current societies requires the encouragement of reflective devices that allow them to enhance the role of practice in the processes of building knowledge, focusing on what they do and produce, thus attributing particular relevance to work experience when it makes it possible to thematize professional knowledge as empirically situated knowledge. This double bond reminds us how much knowledge is a resource of flexible adaptation, of the ability to learn from experience and to solve new problems, and how much human cultures are not clearly circumscribable and stable entities but continuously shared, contested and negotiated narratives.

Nel saggio viene presentata una ricerca che ha indagato uno specifico contesto di convivenza interculturale, quello relativo ad alcuni treni regionali operanti in Toscana (Italia). Oggetto della ricerca sono state le conversazioni, le interazioni (verbali, paraverbali e non verbali) e i posizionamenti spaziali assunti tra alcuni professionisti delle Ferrovie (controllori, addetti alle pulizie, conduttori, addetti all'accoglienza) e dei viaggiatori immigrati (prevalentemente magrebini) che, quotidianamente, hanno percorso la tratta ferroviaria indicata. I conflitti emersi tra i vari protagonisti, così come le loro narrazioni e i posizionamenti difesi, mostrano quanto sia importante oggi misurare la distanza tra le rappresentazioni dell'Altro e le pratiche quotidiane messe in atto, sondare le emozioni che accompagnano l’incontro interetnico e orientano la percezione reciproca, comparare etiche diverse che diventano comportamenti e atteggiamenti, occasioni di scontro e di confronto. Impegnarsi a lasciare spazio al confronto con la differenza - per quanto irritante, incomprensibile, o conflittuale questo confronto possa rivelarsi - può contribuire alla costruzione di una rappresentazione alternativa dell’immigrazione rispetto a quella oggi socialmente dominante, inserendola in una cornice che appare tanto istituzionale quanto professionale e sociale. Dal punto di vista dei professionisti delle Ferrovie coinvolti, infatti, la "liquidità" delle nostre attuali società impone di incoraggiare dei dispositivi riflessivi che permettano loro di valorizzare il ruolo della pratica nei processi di costruzione della conoscenza, soffermandosi su ciò che fanno e producono, attribuendo così all’esperienza lavorativa una particolare rilevanza nel momento in cui rende possibile tematizzare il sapere professionale come sapere empiricamente situato. Questo doppio legame ci ricorda quanto la conoscenza sia una risorsa di adattamento flessibile, di capacità di apprendere dall’esperienza e di risolvere problemi nuovi, e quanto le culture umane non siano entità chiaramente circoscrivibili e stabili ma delle narrazioni continuamente condivise, contestate e negoziate.

Orefice, C. (2023). Intercultural co-existence strategies and identity positioning within a regional train: an educational perspective. In L. Fabbri, C. Melacarne (a cura di), Understanding radicalization in everyday life (pp. 185-202). Milano : McGraw Hill.

Intercultural co-existence strategies and identity positioning within a regional train: an educational perspective

Orefice, Carlo
2023-01-01

Abstract

The essay presents a research that investigated a specific context of intercultural coexistence that relates to some regional trains operating in Tuscany (Italy). The objects of the research were conversations, interactions (verbal, paraverbal and non-verbal) and the spatial positions assumed between some railway professionals (inspectors, cleaners, conductors, reception staff) and immigrant travelers (mainly North Africans) who traveled the indicated railway section every day. The conflicts that emerged between the various protagonists, as well as their narratives and the positions defended, show how important it is today to measure the distance between the representations of the Other and the daily practices implemented, to probe the emotions that accompany the inter-ethnic encounter and guide mutual perception, comparing different ethics that become behaviors and attitudes, opportunities for confrontation. It is common, when leaving a space, to be confronted with difference - however irritating, incomprehensible or conflicting this confrontation may prove to be - it can contribute to the construction of an alternative representation of immigration compared to the one socially dominant today, placing it in a framework that appears as institutional as it is professional and social. From the point of view of the railway professionals involved, in fact, the "liquidity" of our current societies requires the encouragement of reflective devices that allow them to enhance the role of practice in the processes of building knowledge, focusing on what they do and produce, thus attributing particular relevance to work experience when it makes it possible to thematize professional knowledge as empirically situated knowledge. This double bond reminds us how much knowledge is a resource of flexible adaptation, of the ability to learn from experience and to solve new problems, and how much human cultures are not clearly circumscribable and stable entities but continuously shared, contested and negotiated narratives.
2023
9788838659423
Nel saggio viene presentata una ricerca che ha indagato uno specifico contesto di convivenza interculturale, quello relativo ad alcuni treni regionali operanti in Toscana (Italia). Oggetto della ricerca sono state le conversazioni, le interazioni (verbali, paraverbali e non verbali) e i posizionamenti spaziali assunti tra alcuni professionisti delle Ferrovie (controllori, addetti alle pulizie, conduttori, addetti all'accoglienza) e dei viaggiatori immigrati (prevalentemente magrebini) che, quotidianamente, hanno percorso la tratta ferroviaria indicata. I conflitti emersi tra i vari protagonisti, così come le loro narrazioni e i posizionamenti difesi, mostrano quanto sia importante oggi misurare la distanza tra le rappresentazioni dell'Altro e le pratiche quotidiane messe in atto, sondare le emozioni che accompagnano l’incontro interetnico e orientano la percezione reciproca, comparare etiche diverse che diventano comportamenti e atteggiamenti, occasioni di scontro e di confronto. Impegnarsi a lasciare spazio al confronto con la differenza - per quanto irritante, incomprensibile, o conflittuale questo confronto possa rivelarsi - può contribuire alla costruzione di una rappresentazione alternativa dell’immigrazione rispetto a quella oggi socialmente dominante, inserendola in una cornice che appare tanto istituzionale quanto professionale e sociale. Dal punto di vista dei professionisti delle Ferrovie coinvolti, infatti, la "liquidità" delle nostre attuali società impone di incoraggiare dei dispositivi riflessivi che permettano loro di valorizzare il ruolo della pratica nei processi di costruzione della conoscenza, soffermandosi su ciò che fanno e producono, attribuendo così all’esperienza lavorativa una particolare rilevanza nel momento in cui rende possibile tematizzare il sapere professionale come sapere empiricamente situato. Questo doppio legame ci ricorda quanto la conoscenza sia una risorsa di adattamento flessibile, di capacità di apprendere dall’esperienza e di risolvere problemi nuovi, e quanto le culture umane non siano entità chiaramente circoscrivibili e stabili ma delle narrazioni continuamente condivise, contestate e negoziate.
Orefice, C. (2023). Intercultural co-existence strategies and identity positioning within a regional train: an educational perspective. In L. Fabbri, C. Melacarne (a cura di), Understanding radicalization in everyday life (pp. 185-202). Milano : McGraw Hill.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1218555