'Le Cygne' ('Il cigno', 1860) è la poesia più famosa dei 'Tableaux parisiens' ('Quadri parigini'), seconda sezione delle 'Fleurs du mal' ('I fiori del male'): con la memorabile rima «malinconia / allegoria» diventa, nella lettura ormai canonica di Walter Benjamin, l’emblema della modernità metropolitana, l’allegoria, appunto, dell’esilio del poeta nella società moderna. Il saggio introduttivo ripercorre e discute brevemente le interpretazioni del testo, per poi analizzare nel dettaglio alcune delle numerose e diversissime versioni italiane: in prosa, in versi regolari (doppi settenari, endecasillabi), in versi liberi. Le scelte dei traduttori – fra cui spiccano poeti importanti come Giorgio Caproni e Giovanni Raboni, Attilio Bertolucci e Fernando Bandini – illuminano aspetti diversi della poesia di Baudelaire, suscitando riflessioni inedite sia su Baudelaire, sia sulla poesia italiana del Novecento; mentre la straniante riscrittura in inglese di un grande poeta statunitense, Robert Lowell, propone interrogativi di grande attualità sulle pratiche delle traduzione poetica.
Pellini, P. (2022). L'emblema della modernità. In P. Pellini (a cura di), Il cigno (pp. 5-54). Modena : Mucchi.
L'emblema della modernità
Pellini, Pierluigi
2022-01-01
Abstract
'Le Cygne' ('Il cigno', 1860) è la poesia più famosa dei 'Tableaux parisiens' ('Quadri parigini'), seconda sezione delle 'Fleurs du mal' ('I fiori del male'): con la memorabile rima «malinconia / allegoria» diventa, nella lettura ormai canonica di Walter Benjamin, l’emblema della modernità metropolitana, l’allegoria, appunto, dell’esilio del poeta nella società moderna. Il saggio introduttivo ripercorre e discute brevemente le interpretazioni del testo, per poi analizzare nel dettaglio alcune delle numerose e diversissime versioni italiane: in prosa, in versi regolari (doppi settenari, endecasillabi), in versi liberi. Le scelte dei traduttori – fra cui spiccano poeti importanti come Giorgio Caproni e Giovanni Raboni, Attilio Bertolucci e Fernando Bandini – illuminano aspetti diversi della poesia di Baudelaire, suscitando riflessioni inedite sia su Baudelaire, sia sulla poesia italiana del Novecento; mentre la straniante riscrittura in inglese di un grande poeta statunitense, Robert Lowell, propone interrogativi di grande attualità sulle pratiche delle traduzione poetica.File | Dimensione | Formato | |
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