La pergamena conservata presso la Biblioteca dell’Accademia Etrusca di Cortona è oggi adesa alla carta 6 del volume segnato 101 e fa parte di un corpus di circa quattrocento documenti custoditi in quattro volumi e provenienti dall’archivio del convento di San Domenico di Cortona. L’intera documentazione, dopo la soppressione degli enti religiosi voluta dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena nel 1768, fu incamerata dalla Biblioteca del Seminario e nel 1883 fu acquistata per la Biblioteca dell’Accademia Etrusca da Girolamo Mancini. Sul verso della pergamena una mano moderna ha vergato l’indicazione “Bolla di Bonifacio VIII ad intimazione del Giubileo dell’anno 1300 colla risoluzione dei dubbi”; si deve alla stessa mano la nota sul margine sinistro del foglio al quale è trattenuta la pergamena: “N° 102 Anno 1300 a 22 Febbraro. Bonifacio Ottavo istituisce nella Chiesa il giubileo e dopo averlo pubblicato e predicato in S. Pietro di Roma, il giorno della Cattedra lo fece spedire in questa maniera per il mondo. Si vedano in fondo i dubi proposti e sciolti. La trascrizione si veda a pag. 91.” Il documento, vergato ad inchiostro scuro, in una scrittura minuscola cancelleresca elegante e ben disposta sul rigo di base, è articolato in tre parti distinte, ognuna delle quali è introdotta da una lettera filigranata - estremante calligrafica e di importanti dimensioni - che si distingue per grandezza dal corpo delle lettere del testo principale; esso non presenta né plica né sigillo, ma riporta illustrazioni poste sul margine superiore e inferiore. La prima parte del testo, che occupa più della metà dello spazio scrittorio, è costituita dalla lettera di un Silvester domini pape scriptor, che è stato identificato con Silvestro di Adria, scrittore pontificio che appare già dal 1298 nella documentazione di Bonifacio VIII e successivamente in quella dei papi Clemente V e Benedetto XI. L’iniziale del nome Silvestro, vergata in maniera calligrafica con piccole rabescature, -per quanto più piccola rispetto alle iniziali che distinguono le tre parti del testo- sembra suggerire una sottolineatura dell’importanza del ruolo dell’autore della lettera; essa, destinata a tutti i fedeli cristiani, Universi fidelibus, introduce e spiega la seconda parte costituita dalla copia della Bolla papale Antiquorum habet fida redacio. Con tale disposizione, emanata da Bonifacio VIII il 22 febbraio 1300, il pontefice istituisce il Giubileo da celebrarsi ogni cento anni con la piena remissione dei peccati, secondo una tradizione che trova precedenti storici sia nella consuetudine cattolica che in quella ebraica. Il riferimento è, da una parte, all’indulgenza concessa ai crociati che si recavano alla riconquista della Terra Santa, e dall’altra alla tradizione giudaica dello Yobel, che annunciava ogni sette volte sette anni il Giubileo prescrivendo che ogni cinquantesimo anno i terreni, di cui Dio era l’unico padrone, rimanessero incolti, i debitori rientrassero in possesso del patrimonio perduto e i servi fossero liberati.
Magionami, L. (2022). Lettera di Silvestro di Adria e Bolla di Bonifacio VIII, Antiquorum habet fida redacio. Cortona, Biblioteca Comunale dell’Accademia Etrusca, ms 101/6. In M.L. Menighetti, A. Monciatti, S. Resconi, M. Cobuzzi (a cura di), Con gli occhi di Dante: l’Italia artistica nell’età della Commedia: Roma, Palazzina dell’Auditorio, Villa Farnesina, 26 marzo – 25 giugno 2022, catalogo della mostra (pp. 102-107). Roma : Bardi.
Lettera di Silvestro di Adria e Bolla di Bonifacio VIII, Antiquorum habet fida redacio. Cortona, Biblioteca Comunale dell’Accademia Etrusca, ms 101/6
Magionami, Leonardo
2022-01-01
Abstract
La pergamena conservata presso la Biblioteca dell’Accademia Etrusca di Cortona è oggi adesa alla carta 6 del volume segnato 101 e fa parte di un corpus di circa quattrocento documenti custoditi in quattro volumi e provenienti dall’archivio del convento di San Domenico di Cortona. L’intera documentazione, dopo la soppressione degli enti religiosi voluta dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena nel 1768, fu incamerata dalla Biblioteca del Seminario e nel 1883 fu acquistata per la Biblioteca dell’Accademia Etrusca da Girolamo Mancini. Sul verso della pergamena una mano moderna ha vergato l’indicazione “Bolla di Bonifacio VIII ad intimazione del Giubileo dell’anno 1300 colla risoluzione dei dubbi”; si deve alla stessa mano la nota sul margine sinistro del foglio al quale è trattenuta la pergamena: “N° 102 Anno 1300 a 22 Febbraro. Bonifacio Ottavo istituisce nella Chiesa il giubileo e dopo averlo pubblicato e predicato in S. Pietro di Roma, il giorno della Cattedra lo fece spedire in questa maniera per il mondo. Si vedano in fondo i dubi proposti e sciolti. La trascrizione si veda a pag. 91.” Il documento, vergato ad inchiostro scuro, in una scrittura minuscola cancelleresca elegante e ben disposta sul rigo di base, è articolato in tre parti distinte, ognuna delle quali è introdotta da una lettera filigranata - estremante calligrafica e di importanti dimensioni - che si distingue per grandezza dal corpo delle lettere del testo principale; esso non presenta né plica né sigillo, ma riporta illustrazioni poste sul margine superiore e inferiore. La prima parte del testo, che occupa più della metà dello spazio scrittorio, è costituita dalla lettera di un Silvester domini pape scriptor, che è stato identificato con Silvestro di Adria, scrittore pontificio che appare già dal 1298 nella documentazione di Bonifacio VIII e successivamente in quella dei papi Clemente V e Benedetto XI. L’iniziale del nome Silvestro, vergata in maniera calligrafica con piccole rabescature, -per quanto più piccola rispetto alle iniziali che distinguono le tre parti del testo- sembra suggerire una sottolineatura dell’importanza del ruolo dell’autore della lettera; essa, destinata a tutti i fedeli cristiani, Universi fidelibus, introduce e spiega la seconda parte costituita dalla copia della Bolla papale Antiquorum habet fida redacio. Con tale disposizione, emanata da Bonifacio VIII il 22 febbraio 1300, il pontefice istituisce il Giubileo da celebrarsi ogni cento anni con la piena remissione dei peccati, secondo una tradizione che trova precedenti storici sia nella consuetudine cattolica che in quella ebraica. Il riferimento è, da una parte, all’indulgenza concessa ai crociati che si recavano alla riconquista della Terra Santa, e dall’altra alla tradizione giudaica dello Yobel, che annunciava ogni sette volte sette anni il Giubileo prescrivendo che ogni cinquantesimo anno i terreni, di cui Dio era l’unico padrone, rimanessero incolti, i debitori rientrassero in possesso del patrimonio perduto e i servi fossero liberati.File | Dimensione | Formato | |
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