This paper starts by examining briefly the singular Fortleben, in the early centuries of the empire, of Phaedrus’ work, which spread in the school in the form of prose paraphrases generically labelled as Aesopi fabellae (or logoi). Then we focus on the revival of the fable and on its ‘metamorphoses’ between the 4th and 5th centuries. Some evidence from Ausonius is examined, which shows a renewed interest in the fable and safer references to the poetic collection of Phaedrus, as well as examples of contamination between fable and epigram (epist. 9; epigr. 12 and 79 Green), which might have influenced Avianus’ revival of the genre shortly afterwards and, in particular, the passage from the fable in iambic verses to that in elegiac couplets one. Concerning Avianus, the programmatic epistle preceding his collection and fable 28 are analyzed, in order to clarify a common problem with Ausonius, that is, if it is possible to assume in these authors a direct knowledge of Phaedrus’ work and not only through its prose paraphrases.

Dopo alcuni accenni al singolare Fortleben, nei primi secoli dell’impero, dell’opera di Fedro, destinata a diffondersi nella scuola sotto forma di perifrasi in prosa genericamente etichettate come Aesopi fabellae (o logoi), il contributo si focalizza sul revival della favola e sulle sue ‘metamorfosi’ tra IV e V secolo. Sono prese in esame alcune testimonianze di Ausonio, che mostrano un rinnovato interesse per la favola e riferimenti più sicuri alla raccolta poetica di Fedro, come pure esempi di contaminazione tra favola ed epigramma (epist. 9; epigr. 12 e 79 Green), che potrebbero aver influito sulla ripresa del genere, di poco successiva, da parte di Aviano e, in particolare, sul passaggio dalla favola in versi giambici a quella in distici elegiaci. Di Aviano sono soprattutto analizzate l’epistola programmatica che precede la raccolta e la favola 28, ai fini di chiarire un problema comune con Ausonio, cioè se sia possibile ipotizzare in questi autori una conoscenza diretta dell’opera di Fedro e non solo attraverso le sue parafrasi in prosa.

Mattiacci, S. (2021). Presenza di Fedro e ‘metamorfosi’ della favola tra IV e V secolo. In A. Bruzzone, A. Fo, L. Piacente (a cura di), Metamorfosi del classico in età romanobarbarica (pp. 109-131). Firenze : SISMEL Edizioni del Galluzzo.

Presenza di Fedro e ‘metamorfosi’ della favola tra IV e V secolo

Mattiacci, Silvia
2021-01-01

Abstract

This paper starts by examining briefly the singular Fortleben, in the early centuries of the empire, of Phaedrus’ work, which spread in the school in the form of prose paraphrases generically labelled as Aesopi fabellae (or logoi). Then we focus on the revival of the fable and on its ‘metamorphoses’ between the 4th and 5th centuries. Some evidence from Ausonius is examined, which shows a renewed interest in the fable and safer references to the poetic collection of Phaedrus, as well as examples of contamination between fable and epigram (epist. 9; epigr. 12 and 79 Green), which might have influenced Avianus’ revival of the genre shortly afterwards and, in particular, the passage from the fable in iambic verses to that in elegiac couplets one. Concerning Avianus, the programmatic epistle preceding his collection and fable 28 are analyzed, in order to clarify a common problem with Ausonius, that is, if it is possible to assume in these authors a direct knowledge of Phaedrus’ work and not only through its prose paraphrases.
2021
978-88-9290-157-5
Dopo alcuni accenni al singolare Fortleben, nei primi secoli dell’impero, dell’opera di Fedro, destinata a diffondersi nella scuola sotto forma di perifrasi in prosa genericamente etichettate come Aesopi fabellae (o logoi), il contributo si focalizza sul revival della favola e sulle sue ‘metamorfosi’ tra IV e V secolo. Sono prese in esame alcune testimonianze di Ausonio, che mostrano un rinnovato interesse per la favola e riferimenti più sicuri alla raccolta poetica di Fedro, come pure esempi di contaminazione tra favola ed epigramma (epist. 9; epigr. 12 e 79 Green), che potrebbero aver influito sulla ripresa del genere, di poco successiva, da parte di Aviano e, in particolare, sul passaggio dalla favola in versi giambici a quella in distici elegiaci. Di Aviano sono soprattutto analizzate l’epistola programmatica che precede la raccolta e la favola 28, ai fini di chiarire un problema comune con Ausonio, cioè se sia possibile ipotizzare in questi autori una conoscenza diretta dell’opera di Fedro e non solo attraverso le sue parafrasi in prosa.
Mattiacci, S. (2021). Presenza di Fedro e ‘metamorfosi’ della favola tra IV e V secolo. In A. Bruzzone, A. Fo, L. Piacente (a cura di), Metamorfosi del classico in età romanobarbarica (pp. 109-131). Firenze : SISMEL Edizioni del Galluzzo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1181625