Il settore della mobilità delle persone, con i suoi veicoli e le sue infrastrutture, ha un ruolo importante per l’emissione di “gas serra” e di inquinanti nell’atmosfera, per l’occupazione di spazio e il deturpamento di paesaggi, per il consumo di energia. Negli ultimi decenni, si è arrivati a un modello di ipermobilità, che ha ricevuto numerose critiche ambientali, portando a riflettere sul bisogno di avere una “mobilità sostenibile”, che significa in pratica: • sviluppo della mobilità pedonale; • sviluppo della mobilità ciclabile, anche con esperienze di bike sharing; • aumento nell’uso dei mezzi pubblici di trasporto; • pianificazione della mobilità aziendale con la figura del mobility manager; • gestione della domanda: limitazioni della circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing, cioè automobili a proprietà condivisa e promozione del car pooling, cioè la condivisione dell’auto fra persone che fanno lo stesso percorso in modo da viaggiare a pieno carico e dunque ridurre il numero dei veicoli in circolazione; • motori a zero emissioni e “demotorizzazione”, cioè diminuzione nell’uso di veicoli a motore, soprattutto per quei Paesi, come l’Italia, dove il possesso di auto e moto è altissimo; • politiche di tariffazione e pedaggi per l’accesso ai centri storici. Il saggio affronta con un taglio storico il tema della cultura della mobilità; del “muoversi bene”, migliorando la vita di se stessi e degli altri; dell’educazione alla mobilità come conoscenza delle problematiche ma anche delle regole della circolazione; delle politiche e pratiche della mobilità sostenibile e infine dei pericoli di una mobilità insostenibile, come quella degli ambienti in cui oggi viviamo.
Maggi, S. (2021). Mobilità e sostenibilità. Cifre e abitudini di trasporto fra XX e XXI secolo. In E. Giovannini, A. Riccaboni (a cura di), Agenda 2030: un viaggio attraverso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (pp. 192-206). Roma : ASVIS e Santa Chiara Lab.
Mobilità e sostenibilità. Cifre e abitudini di trasporto fra XX e XXI secolo
Stefano Maggi
2021-01-01
Abstract
Il settore della mobilità delle persone, con i suoi veicoli e le sue infrastrutture, ha un ruolo importante per l’emissione di “gas serra” e di inquinanti nell’atmosfera, per l’occupazione di spazio e il deturpamento di paesaggi, per il consumo di energia. Negli ultimi decenni, si è arrivati a un modello di ipermobilità, che ha ricevuto numerose critiche ambientali, portando a riflettere sul bisogno di avere una “mobilità sostenibile”, che significa in pratica: • sviluppo della mobilità pedonale; • sviluppo della mobilità ciclabile, anche con esperienze di bike sharing; • aumento nell’uso dei mezzi pubblici di trasporto; • pianificazione della mobilità aziendale con la figura del mobility manager; • gestione della domanda: limitazioni della circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing, cioè automobili a proprietà condivisa e promozione del car pooling, cioè la condivisione dell’auto fra persone che fanno lo stesso percorso in modo da viaggiare a pieno carico e dunque ridurre il numero dei veicoli in circolazione; • motori a zero emissioni e “demotorizzazione”, cioè diminuzione nell’uso di veicoli a motore, soprattutto per quei Paesi, come l’Italia, dove il possesso di auto e moto è altissimo; • politiche di tariffazione e pedaggi per l’accesso ai centri storici. Il saggio affronta con un taglio storico il tema della cultura della mobilità; del “muoversi bene”, migliorando la vita di se stessi e degli altri; dell’educazione alla mobilità come conoscenza delle problematiche ma anche delle regole della circolazione; delle politiche e pratiche della mobilità sostenibile e infine dei pericoli di una mobilità insostenibile, come quella degli ambienti in cui oggi viviamo.File | Dimensione | Formato | |
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