Nel cervello di Ferrer (e in quello del cardinale Borromeo): cosa possono e non possono fare i personaggi storici dei Promessi sposi

Il saggio esamina lo statuto del personaggio storico nel romanzo di Manzoni, confermando alcune ipotesi della narratologia classica e in particolare di Dorrit Cohn. A differenza del personaggio fittizio, quello finzionalizzato si sottrae all'onniscienza psichica del narratore e mostra una superficie opaca: i suoi pensieri, cioè, sono inconoscibili in se stessi e possono essere dedotti solo dalle parole del discorso diretto, dai gesti e dai comportamenti. Le menti di Ferrer e del cardinale Borromeo non sono cioè menti "trasparenti" come invece quelle di Renzo, di Lucia e dell'Innominato. Tale argomento, mai affrontato prima dalla critica manzoniana, permette nelle ultime pagine del lavoro di rivedere in modo sostanziale il giudizio di Gramsci sul paternalismo manzoniano.