Il saggio esplora il ruolo della delazione e dei delatori all'interno delle Corporazioni italiane nei secoli XIII-XV, con particolare attenzione al contesto economico e politico delle città dell'Italia centro-settentrionale. Nel quadro delle loro molteplici funzioni, infatti, le associazioni di mestiere esercitavano sui propri membri anche un controllo disciplinare attuato utilizzando diverse categorie di individui incaricati di scovare e segnalare all’autorità corporativa le violazioni delle regole interne, incoraggiati dai premi in denaro proporzionali alle sanzioni imposte ai trasgressori. Si trattava di veri e propri informatori “istituzionali”, variamente indicati (denuntiatores, cercatores, accusatores, exploratores secreti), dei sempre numerosi delatori “occasionali”, di personale addetto formalmente ad altri incarichi, ma che come i nunzi – i messi delle Arti – si prestava spesso a compiere attività di spionaggio. L'articolo analizza il profilo ambivalente di tali figure: se da un lato, infatti, contribuivano a mantenere l'ordine e la qualità del lavoro svolto, dall'altro si rendevano talvolta protagoniste di abusi formulando accuse infondate, avanzate per motivi personali o per tornaconto economico. Seppur con questi limiti, tuttavia, il sistema della denuncia segreta rappresentava uno dei cardini della politica delle Corporazioni, risultando perfettamente funzionale alla difesa delle prerogative di gruppo e all’effetti¬va capacità di disciplinare tutti coloro che operavano nei settori economici di competenza.
Franceschi, F. (2020). Il lavoro sorvegliato: delazione e delatori nel mondo delle corporazioni (Italia, secoli XIII-XV). In M. G. Muzzarelli (a cura di), Riferire all’autorità: denuncia e delazione tra Medioevo ed Età Moderna (pp. 187-204). Roma : Viella.
Il lavoro sorvegliato: delazione e delatori nel mondo delle corporazioni (Italia, secoli XIII-XV)
Franco Franceschi
2020-01-01
Abstract
Il saggio esplora il ruolo della delazione e dei delatori all'interno delle Corporazioni italiane nei secoli XIII-XV, con particolare attenzione al contesto economico e politico delle città dell'Italia centro-settentrionale. Nel quadro delle loro molteplici funzioni, infatti, le associazioni di mestiere esercitavano sui propri membri anche un controllo disciplinare attuato utilizzando diverse categorie di individui incaricati di scovare e segnalare all’autorità corporativa le violazioni delle regole interne, incoraggiati dai premi in denaro proporzionali alle sanzioni imposte ai trasgressori. Si trattava di veri e propri informatori “istituzionali”, variamente indicati (denuntiatores, cercatores, accusatores, exploratores secreti), dei sempre numerosi delatori “occasionali”, di personale addetto formalmente ad altri incarichi, ma che come i nunzi – i messi delle Arti – si prestava spesso a compiere attività di spionaggio. L'articolo analizza il profilo ambivalente di tali figure: se da un lato, infatti, contribuivano a mantenere l'ordine e la qualità del lavoro svolto, dall'altro si rendevano talvolta protagoniste di abusi formulando accuse infondate, avanzate per motivi personali o per tornaconto economico. Seppur con questi limiti, tuttavia, il sistema della denuncia segreta rappresentava uno dei cardini della politica delle Corporazioni, risultando perfettamente funzionale alla difesa delle prerogative di gruppo e all’effetti¬va capacità di disciplinare tutti coloro che operavano nei settori economici di competenza.File | Dimensione | Formato | |
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