This book explores the resonance of the originary trauma of the Great War in Céline’s work. The experience of the horrors of the war left a permanent mark on his memory, and it is war that opens his masterpiece, Voyage au bout de la nuit. Paradoxically, literary critics have often underlined the autobiographical nature of the first part of the Voyage failing to study its narrative strategies and grasp their ideological grounds. In fact, the nocturnal settings, the chronological gaps, the numerous anachronisms, the explicit or implicit references to the great tradition of the nineteenth century war novel constitute crucial elements of a conscious compositional design. Céline’s desperate pacifism has deep cultural roots, which can be appreciated by reconsidering Casse-Pipe, Céline’s unfinished barracks novel. The cryptic reference to a tragic cavalry charge in the Franco-Prussian War in 1870 offers a new interpretative key to access the imaginary world of one of the greatest authors of the twentieth century.
Il libro esplora, nell’opera di Céline, le risonanze del trauma originario: quello della Grande Guerra. È l’esperienza biografica che segna la vita dell’autore; ed è il tema da cui prende le mosse il suo capolavoro, Voyage au bout de la nuit. Troppo spesso, però, la critica si limita a sottolineare il carattere autobiografico della prima parte del Voyage, senza studiarne le strategie narrative, senza dar conto delle loro motivazioni ideologiche. In realtà, le ambientazioni notturne, i salti cronologici, i numerosi anacronismi, i riferimenti (espliciti o impliciti) alla grande tradizione del romanzo bellico dell’Ottocento, rispondono a un preciso disegno compositivo. Il disperato pacifismo di Céline ha radici culturali profonde: per portarle alla luce, è innanzitutto necessario interpretare correttamente Casse-Pipe, l’incompiuto romanzo di caserma che, nell’evocazione cifrata di una tragica carica di cavalleria della guerra franco-prussiana del 1870, offre una chiave inedita per accedere all’universo immaginario di uno dei più grandi scrittori del Novecento.
Pellini, P. (2020). La guerra al buio. Céline e la tradizione del romanzo bellico. Macerata : Quodlibet.
La guerra al buio. Céline e la tradizione del romanzo bellico
Pellini P
2020-01-01
Abstract
Il libro esplora, nell’opera di Céline, le risonanze del trauma originario: quello della Grande Guerra. È l’esperienza biografica che segna la vita dell’autore; ed è il tema da cui prende le mosse il suo capolavoro, Voyage au bout de la nuit. Troppo spesso, però, la critica si limita a sottolineare il carattere autobiografico della prima parte del Voyage, senza studiarne le strategie narrative, senza dar conto delle loro motivazioni ideologiche. In realtà, le ambientazioni notturne, i salti cronologici, i numerosi anacronismi, i riferimenti (espliciti o impliciti) alla grande tradizione del romanzo bellico dell’Ottocento, rispondono a un preciso disegno compositivo. Il disperato pacifismo di Céline ha radici culturali profonde: per portarle alla luce, è innanzitutto necessario interpretare correttamente Casse-Pipe, l’incompiuto romanzo di caserma che, nell’evocazione cifrata di una tragica carica di cavalleria della guerra franco-prussiana del 1870, offre una chiave inedita per accedere all’universo immaginario di uno dei più grandi scrittori del Novecento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11365/1121230