Renzo Sabbatini, La sollevazione degli Straccioni La ricostruzione dell’annus horribilis che vede la Repubblica di Lucca sull’orlo dell’abisso riveste una duplice valenza. In primo luogo, non si tratta di vicende chiuse dentro le mura cittadine, ma hanno una non secondaria valenza europea. Vedono coinvolto l’imperatore Carlo V e rischiano di intralciare la pax hispanica. Del crollo della città potrebbe infatti approfittare Francesco I, visto un certo tentennamento dei governanti lucchesi tra l’Impero, che ne garantisce l’autonomia politica, e la Francia, dove hanno enormi interessi economici. Ma – ecco il secondo aspetto – la Sollevazione è una storia da raccontare al presente, perché la complessità dei problemi che ne emergono ancora ci interpellano. Quella che il libro propone è, dal punto di vista storiografico (cercando di andare oltre l’interpretazione di Giampiero Carocci e Marino Berengo), una lettura tutta interna alle società e alle logiche di antico regime, ma rende conto di alternative che ancora ci assillano, come quelle tra mercato e protezione sociale, tra identità e sicurezza da un lato e, dall’altro, diritti e libertà. La sollevazione prende avvio il 1 maggio 1531, con l’adunata tumultuosa di centinaia di artigiani della seta; chiedono il ritiro nelle nuove, punitive leggi che vietano loro l’attività in proprio. I mesi seguenti sono caratterizzati dalla violenza: violenza minacciata, con la quale la fazione popolare strappa ai governanti molte e sempre più significative concessioni; violenza messa in opera con scorribande in città e contro il Palazzo; violenze antinobiliari; violenze private. Occorre distinguere tre fasi differenti: la vertenza economica, rapidamente risolta a favore dei maestri tessitori che ottengono la cancellazione della legge che li riduceva a salariati; la lotta politica, animata dalla nobiltà minore, che nei mesi seguenti ottiene rappresentanza “popolare” negli organi di governo; la protesta sociale del popolo e della “plebe” per migliori condizioni di vita, con fasi da guerra civile. La sollevazione viene repressa nel sangue il 9 aprile 1532 con l’ingresso in città delle truppe contadine organizzate dai Buonvisi e dal gruppo dei principali nobili-mercanti. Una repressione condannata dalla severa Orazione ai nobili lucchesi di Giovanni Guidiccioni, ma una normalizzazione che ottiene il placet di Carlo V. I documenti ufficiali e le testimonianze private mostrano come in città sia in atto un dibattito politico insolitamente aperto e diffuso, che consente di sviluppare un’analisi sociale dettagliata, mostrando le contraddizioni all’interno del ceto di governo, la stratificazione del mondo artigiano, le condizioni del popolo, dei poveri e degli emarginati. La Sollevazione degli Straccioni poteva essere una rivoluzione popolare, oppure la precoce affermazione del libero mercato. È stata invece il trionfo dello spirito corporativo, della economia morale con lo scambio tra la sussistenza per il popolo e il potere politico nelle mani dell’aristocrazia.

Sabbatini, R. (2020). La sollevazione degli Straccioni. Lucca 1531. Politica e mercato. Roma : salerno editrice.

La sollevazione degli Straccioni. Lucca 1531. Politica e mercato

Renzo Sabbatini
2020-01-01

Abstract

Renzo Sabbatini, La sollevazione degli Straccioni La ricostruzione dell’annus horribilis che vede la Repubblica di Lucca sull’orlo dell’abisso riveste una duplice valenza. In primo luogo, non si tratta di vicende chiuse dentro le mura cittadine, ma hanno una non secondaria valenza europea. Vedono coinvolto l’imperatore Carlo V e rischiano di intralciare la pax hispanica. Del crollo della città potrebbe infatti approfittare Francesco I, visto un certo tentennamento dei governanti lucchesi tra l’Impero, che ne garantisce l’autonomia politica, e la Francia, dove hanno enormi interessi economici. Ma – ecco il secondo aspetto – la Sollevazione è una storia da raccontare al presente, perché la complessità dei problemi che ne emergono ancora ci interpellano. Quella che il libro propone è, dal punto di vista storiografico (cercando di andare oltre l’interpretazione di Giampiero Carocci e Marino Berengo), una lettura tutta interna alle società e alle logiche di antico regime, ma rende conto di alternative che ancora ci assillano, come quelle tra mercato e protezione sociale, tra identità e sicurezza da un lato e, dall’altro, diritti e libertà. La sollevazione prende avvio il 1 maggio 1531, con l’adunata tumultuosa di centinaia di artigiani della seta; chiedono il ritiro nelle nuove, punitive leggi che vietano loro l’attività in proprio. I mesi seguenti sono caratterizzati dalla violenza: violenza minacciata, con la quale la fazione popolare strappa ai governanti molte e sempre più significative concessioni; violenza messa in opera con scorribande in città e contro il Palazzo; violenze antinobiliari; violenze private. Occorre distinguere tre fasi differenti: la vertenza economica, rapidamente risolta a favore dei maestri tessitori che ottengono la cancellazione della legge che li riduceva a salariati; la lotta politica, animata dalla nobiltà minore, che nei mesi seguenti ottiene rappresentanza “popolare” negli organi di governo; la protesta sociale del popolo e della “plebe” per migliori condizioni di vita, con fasi da guerra civile. La sollevazione viene repressa nel sangue il 9 aprile 1532 con l’ingresso in città delle truppe contadine organizzate dai Buonvisi e dal gruppo dei principali nobili-mercanti. Una repressione condannata dalla severa Orazione ai nobili lucchesi di Giovanni Guidiccioni, ma una normalizzazione che ottiene il placet di Carlo V. I documenti ufficiali e le testimonianze private mostrano come in città sia in atto un dibattito politico insolitamente aperto e diffuso, che consente di sviluppare un’analisi sociale dettagliata, mostrando le contraddizioni all’interno del ceto di governo, la stratificazione del mondo artigiano, le condizioni del popolo, dei poveri e degli emarginati. La Sollevazione degli Straccioni poteva essere una rivoluzione popolare, oppure la precoce affermazione del libero mercato. È stata invece il trionfo dello spirito corporativo, della economia morale con lo scambio tra la sussistenza per il popolo e il potere politico nelle mani dell’aristocrazia.
2020
9788869734953
Sabbatini, R. (2020). La sollevazione degli Straccioni. Lucca 1531. Politica e mercato. Roma : salerno editrice.
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