Un’area oggetto di sempre maggiore interesse nel campo dello studio degli stati mentali a rischio e dei meccanismi implicati nello sviluppo dei disturbi psicotici, è rappresentata dall’indagine delle distorsioni cognitive. Già da vari anni un ampio volume di ricerche evidenzia il ruolo di specifici stili di pensiero quali elemento centrale di vulnerabilità e di mantenimento nei disturbi psicotici conclamati, in particolare nei processi che conducono alla formazione di convinzioni deliranti (eg, Luzón et al., 2009; Moritz & Woodward, 2005). Tali stili cognitivi porterebbero il paziente a raccogliere dati in modo distorto e prendere decisioni basate su errori logici, dei quali spesso non è consapevole. In ricerche sperimentali su pazienti con disturbi psicotici, Freeman e colleghi (2006) evidenziano che, nonostante l'adozione di bias legati al processo di raccolta di evidenze ed alla falsificazione dei propri pensieri, i pazienti tendono a ritenersi decisori riflessivi in grado di valutare adeguatamente i pro ed i contro delle diverse prospettive. Un'attenzione crescente negli ultimi anni è stata dedicata al riconoscimento dei bias cognitivi anche nelle condizioni di stato mentale a rischio (Broome et al., 2007). Il miglioramento della consapevolezza dei pazienti rispetto a tali trappole della mente può divenire un bersaglio-chiave dell'intervento psicologico di prevenzione con i giovani classificati a rischio di psicosi (van der Gaag et al., 2013). Di seguito, si riportano i principali bias cognitivi tipici degli stati mentali a rischio, come evidenziato da studi recenti.
Pozza, A., Dèttore, D. (2019). Le distorsioni cognitive negli stati mentali a rischio. In E. Monzani, A. Meneghelli, M. Percudani (a cura di), Giovani a rischio di psicosi Riconoscere, prevenire, curare. Roma : Il Pensiero Scientifico.
Le distorsioni cognitive negli stati mentali a rischio
Andrea Pozza
;
2019-01-01
Abstract
Un’area oggetto di sempre maggiore interesse nel campo dello studio degli stati mentali a rischio e dei meccanismi implicati nello sviluppo dei disturbi psicotici, è rappresentata dall’indagine delle distorsioni cognitive. Già da vari anni un ampio volume di ricerche evidenzia il ruolo di specifici stili di pensiero quali elemento centrale di vulnerabilità e di mantenimento nei disturbi psicotici conclamati, in particolare nei processi che conducono alla formazione di convinzioni deliranti (eg, Luzón et al., 2009; Moritz & Woodward, 2005). Tali stili cognitivi porterebbero il paziente a raccogliere dati in modo distorto e prendere decisioni basate su errori logici, dei quali spesso non è consapevole. In ricerche sperimentali su pazienti con disturbi psicotici, Freeman e colleghi (2006) evidenziano che, nonostante l'adozione di bias legati al processo di raccolta di evidenze ed alla falsificazione dei propri pensieri, i pazienti tendono a ritenersi decisori riflessivi in grado di valutare adeguatamente i pro ed i contro delle diverse prospettive. Un'attenzione crescente negli ultimi anni è stata dedicata al riconoscimento dei bias cognitivi anche nelle condizioni di stato mentale a rischio (Broome et al., 2007). Il miglioramento della consapevolezza dei pazienti rispetto a tali trappole della mente può divenire un bersaglio-chiave dell'intervento psicologico di prevenzione con i giovani classificati a rischio di psicosi (van der Gaag et al., 2013). Di seguito, si riportano i principali bias cognitivi tipici degli stati mentali a rischio, come evidenziato da studi recenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1105068