Testo introduttivo al catalogo della mostra "Diaspora del Mito. La sponda ionica" ospitata dal 18 maggio al 21 luglio del 2019 a Taranto presso l'Ex Convento dei Padri Olivetani e promossa dal CRAC-Puglia (Centro Regionale d'Arte Contemporanea).“La mostra – scrive l'autore – traccia un fil rouge sotteso ai linguaggi che hanno caratterizzato la scena artistica contemporanea, degli ultimi tre decenni. Sedici artisti provenienti da generazioni diverse e da diverse pratiche creative, i cui linguaggi sono segnati da una larvale riscoperta della Grecia, quale dimensione, avrebbe detto Hillman, archetipa «della nostra mente e della nostra cultura». Il mito, anche se non dichiarato nei suoi aspetti formali, si era fatto largo nei linguaggi della cultura postmoderna che ha connotato gli ultimi tre decenni del XX secolo e poi, maggiormente, in questi ultimi, la cui scena sociale e culturale è sotto l’indice della surmodernità, ove la storia è proiettata nell’attualità. Pittura e scultura, in particolare, hanno espresso ed esprimono, una sorta di arretramento nel mitico che non corrisponde ad un segnale involutivo della cultura del ‘moderno’, bensì prospettiva di una capacità, da parte dell’artista, di reimmaginare la sua relazione con il naturale e l’umano”.
Bignardi, M. (2019). Il Mito nell'era di 'mondi strapieni'. In Bignardi Massimo (a cura di), Diaspora del Mito. La sponda ionica (pp. 7-14). Fisciano (SA) : Gutenberg Edizioni.
Il Mito nell'era di 'mondi strapieni'
Massimo Bignardi
2019-01-01
Abstract
Testo introduttivo al catalogo della mostra "Diaspora del Mito. La sponda ionica" ospitata dal 18 maggio al 21 luglio del 2019 a Taranto presso l'Ex Convento dei Padri Olivetani e promossa dal CRAC-Puglia (Centro Regionale d'Arte Contemporanea).“La mostra – scrive l'autore – traccia un fil rouge sotteso ai linguaggi che hanno caratterizzato la scena artistica contemporanea, degli ultimi tre decenni. Sedici artisti provenienti da generazioni diverse e da diverse pratiche creative, i cui linguaggi sono segnati da una larvale riscoperta della Grecia, quale dimensione, avrebbe detto Hillman, archetipa «della nostra mente e della nostra cultura». Il mito, anche se non dichiarato nei suoi aspetti formali, si era fatto largo nei linguaggi della cultura postmoderna che ha connotato gli ultimi tre decenni del XX secolo e poi, maggiormente, in questi ultimi, la cui scena sociale e culturale è sotto l’indice della surmodernità, ove la storia è proiettata nell’attualità. Pittura e scultura, in particolare, hanno espresso ed esprimono, una sorta di arretramento nel mitico che non corrisponde ad un segnale involutivo della cultura del ‘moderno’, bensì prospettiva di una capacità, da parte dell’artista, di reimmaginare la sua relazione con il naturale e l’umano”.File | Dimensione | Formato | |
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