Ogni cartella clinica dell’Ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena contiene, di norma, la “tabella nosografica”, accompagnata spesso da module informative e da altra documentazione relativa al malato. A partire dall’inizio degli anni Dieci del Novecento le “tabelle nosografiche” contengono anche uno specifico riquadro per la fotografia del malato; in molti casi anche le cartelle anteriori a questa data accolgono la fotografia, presumibilmente inserita a posteriori. La cartella clinica più antica contenente una fotografia, si riferisce ad un uomo ricoverato all’età di 25 anni nel 1865; l’immagine che lo ritrae risale però a vari decenni dopo, ma anteriormente al 1917, data della sua morte. Si può ritenere che, proprio in questo periodo, sia divenuta sistematica la pratica di fotografare il malato al momento dell’ingresso e che al contempo si sia proceduto a fotografare i malati già ricoverati e presenti ancora presso l’ospedale. Una seconda copia della stessa foto era conservata a parte, in grandi album ordinati alfabeticamente fino al 1954 e in ordine cronologico di ammissione dal 1955, per un totale di circa 20 mila foto, dal 1915 al 1969. All’interno di questi album sono conservate anche le foto che ritraggono alcuni ricoverati affetti da parkinsonismo post-encefalico sottoposti alla cosiddetta “cura bulgara” con decotti a base di Atropa belladonna: ‘l’erba della Regina’.

Valacchi, M.L., Orsini, D. (2018). L’archivio fotografico del San Niccolò di Siena e i pazienti della Cura bulgara. In M. Aliverti (a cura di), La psichiatria italiana tra Ottocento e Novecento : dal manicomio al territorio (pp. 249-266). Roma : Aracne.

L’archivio fotografico del San Niccolò di Siena e i pazienti della Cura bulgara

Valacchi Maria Luisa;Orsini Davide
2018-01-01

Abstract

Ogni cartella clinica dell’Ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena contiene, di norma, la “tabella nosografica”, accompagnata spesso da module informative e da altra documentazione relativa al malato. A partire dall’inizio degli anni Dieci del Novecento le “tabelle nosografiche” contengono anche uno specifico riquadro per la fotografia del malato; in molti casi anche le cartelle anteriori a questa data accolgono la fotografia, presumibilmente inserita a posteriori. La cartella clinica più antica contenente una fotografia, si riferisce ad un uomo ricoverato all’età di 25 anni nel 1865; l’immagine che lo ritrae risale però a vari decenni dopo, ma anteriormente al 1917, data della sua morte. Si può ritenere che, proprio in questo periodo, sia divenuta sistematica la pratica di fotografare il malato al momento dell’ingresso e che al contempo si sia proceduto a fotografare i malati già ricoverati e presenti ancora presso l’ospedale. Una seconda copia della stessa foto era conservata a parte, in grandi album ordinati alfabeticamente fino al 1954 e in ordine cronologico di ammissione dal 1955, per un totale di circa 20 mila foto, dal 1915 al 1969. All’interno di questi album sono conservate anche le foto che ritraggono alcuni ricoverati affetti da parkinsonismo post-encefalico sottoposti alla cosiddetta “cura bulgara” con decotti a base di Atropa belladonna: ‘l’erba della Regina’.
2018
978-88-255-1840-5
Valacchi, M.L., Orsini, D. (2018). L’archivio fotografico del San Niccolò di Siena e i pazienti della Cura bulgara. In M. Aliverti (a cura di), La psichiatria italiana tra Ottocento e Novecento : dal manicomio al territorio (pp. 249-266). Roma : Aracne.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1079744