The essay analyzes the use for political and social disciplinary purposes of anonymous and secret denunciation in Italian republican political regimes, focusing primarily on the case study offered by Siena during the thirteenth and fourteenth centuries. The theme of the denunciation is here developed within the broader thematic and problematic framework of the use of the "secret" in the political space of medieval Italy: a well-known and complex historiographical object which, as its etymology says, always operates in a selective sense, activating processes of inclusion and exclusion, power relations and power dynamics. The hypothesis of the author and curator of the volume is that it is a fundamental lever in the construction of the public. Starting from this hypothesis, the proposed essay tries to grasp some trajectories by verifying the times and ways in which political regimes built and legitimized, starting from the second thirteenth century, the age of affirmation of people's regimes, the anonymous and secret denunciation to repress a very wide range of crimes: from "administrative" crimes to much more serious ones of a political nature (corruption, falsum, conspiracies). An ambiguous and double-edged weapon that lent itself well to being manipulated and spuriously used, casting a fearful shadow on the social space: the disruption of solidarity networks and cohesion based on fides and the aggression to "bona fama" were the most significant effects.

Il saggio analizza l'uso a fini politici e di disciplinamento sociale della denunzia anonima e segreta nei regimi politici repubblicani italiani, focalizzando precipuamente l'attenzione sul caso di studio offerto da Siena durante i secoli XIII e XIV. Il tema della delazione viene qui svolto entro la più ampia cornice tematica e problematica dell'uso del "segreto" nello spazio politico dell'Italia medievale: oggetto storiografico noto e complesso che, come dice la sua etimologia, opera sempre in senso selettivo azionando processi di inclusione e di esclusione, rapporti di forza e dinamiche di potere. L'ipotesi dell'autrice e curatrice del volume è che esso sia una leva fondamentale nella costruzione del pubblico. A partire da questa ipotesi, il saggio proposto cerca di afferrarne alcune traiettorie verificando i tempi e i modi in cui i regimi politici costruirono e legittimarono, a partire dal secondo Duecento, età di affermazione dei regimi di popolo, la denunzia anonima e segreta per reprimere una amplissima gamma di reati: dal reato "amministrativo" fino ai quelli ben più gravi di natura politica (corruzione, falsum, congiure). Un'arma ambigua e a doppio taglio che ben si prestava ad essere manipolata e pretestuosamente impiegata proiettando sullo spazio sociale un'ombra temibile: la disarticolazione delle reti solidali e della coesione basata sulla fides e l' aggressione alla "bona fama" ne furono gli effetti più macroscopici.

Mucciarelli, R. (2018). La lingua di Nacarino. Su delazioni e delatori nell'Italia comunale (Siena, XIII-XIV secolo). In J. Chiffoleau, E. Hubert, R. Mucciarelli (a cura di), La necessità del segreto : indagini sullo spazio politico nell'Italia medievale ed oltre (pp. 185-237). Roma : Viella.

La lingua di Nacarino. Su delazioni e delatori nell'Italia comunale (Siena, XIII-XIV secolo)

Mucciarelli, Roberta
2018-01-01

Abstract

The essay analyzes the use for political and social disciplinary purposes of anonymous and secret denunciation in Italian republican political regimes, focusing primarily on the case study offered by Siena during the thirteenth and fourteenth centuries. The theme of the denunciation is here developed within the broader thematic and problematic framework of the use of the "secret" in the political space of medieval Italy: a well-known and complex historiographical object which, as its etymology says, always operates in a selective sense, activating processes of inclusion and exclusion, power relations and power dynamics. The hypothesis of the author and curator of the volume is that it is a fundamental lever in the construction of the public. Starting from this hypothesis, the proposed essay tries to grasp some trajectories by verifying the times and ways in which political regimes built and legitimized, starting from the second thirteenth century, the age of affirmation of people's regimes, the anonymous and secret denunciation to repress a very wide range of crimes: from "administrative" crimes to much more serious ones of a political nature (corruption, falsum, conspiracies). An ambiguous and double-edged weapon that lent itself well to being manipulated and spuriously used, casting a fearful shadow on the social space: the disruption of solidarity networks and cohesion based on fides and the aggression to "bona fama" were the most significant effects.
2018
978-88-3313-088-0
Il saggio analizza l'uso a fini politici e di disciplinamento sociale della denunzia anonima e segreta nei regimi politici repubblicani italiani, focalizzando precipuamente l'attenzione sul caso di studio offerto da Siena durante i secoli XIII e XIV. Il tema della delazione viene qui svolto entro la più ampia cornice tematica e problematica dell'uso del "segreto" nello spazio politico dell'Italia medievale: oggetto storiografico noto e complesso che, come dice la sua etimologia, opera sempre in senso selettivo azionando processi di inclusione e di esclusione, rapporti di forza e dinamiche di potere. L'ipotesi dell'autrice e curatrice del volume è che esso sia una leva fondamentale nella costruzione del pubblico. A partire da questa ipotesi, il saggio proposto cerca di afferrarne alcune traiettorie verificando i tempi e i modi in cui i regimi politici costruirono e legittimarono, a partire dal secondo Duecento, età di affermazione dei regimi di popolo, la denunzia anonima e segreta per reprimere una amplissima gamma di reati: dal reato "amministrativo" fino ai quelli ben più gravi di natura politica (corruzione, falsum, congiure). Un'arma ambigua e a doppio taglio che ben si prestava ad essere manipolata e pretestuosamente impiegata proiettando sullo spazio sociale un'ombra temibile: la disarticolazione delle reti solidali e della coesione basata sulla fides e l' aggressione alla "bona fama" ne furono gli effetti più macroscopici.
Mucciarelli, R. (2018). La lingua di Nacarino. Su delazioni e delatori nell'Italia comunale (Siena, XIII-XIV secolo). In J. Chiffoleau, E. Hubert, R. Mucciarelli (a cura di), La necessità del segreto : indagini sullo spazio politico nell'Italia medievale ed oltre (pp. 185-237). Roma : Viella.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1069334