Lo scritto si focalizza sulle trasformazioni territoriali che hanno interessato la Maremma toscana nei secoli XVIII-XX, attraverso l’analisi, la comparazione e la georeferenziazione sulla cartografia attuale di alcune mappe storiche. Tale metodologia consente di riconoscere e di datare le categorie paesistiche storiche più significative legate alla bonifica e alla colonizzazione, con i processi di trasformazione di breve e lungo periodo: assetto idrografico con canali e manufatti idraulici (caselli idraulici, idrovore, dighe per captazione di acque fluviali), sedi umane (agricole, residenziali, produttive industriali e commerciali, militari), strade e ponti, piantagioni forestali (pinete, filari e boschetti frangivento) e agricole, sempre con la relativa toponomastica. Il fine è quello di offrire materiali per un progetto di itinerari culturali che possano far leva su queste categorie paesistiche. La Maremma toscana fu occupata in gran parte da acquitrini e incolti, fino almeno alla metà del XVIII secolo. La presenza del latifondo e della malaria la resero quasi spopolata, con l’eccezione del porto di Livorno e della piccola città di Grosseto, di pochi centri minori, di poche torri militari costiere e di alcune sedi di aziende agricole ad indirizzo cerealico-pastorale. I primi interventi di bonifica e colonizzazione furono attuati dal granduca Cosimo I dei Medici e dai suoi discendenti, a partire dagli ’50 del XVI secolo, ma solo nelle aree divenute di diretta proprietà granducale, e specialmente tra Pisa e Livorno, che furono al centro dell’attenzione politica dello Stato mediceo. Queste operazioni privilegiarono l’escavazione di canali e la costruzione delle prime strade moderne, ma non intaccarono l’assetto latifondistico e il sistema degli acquitrini, causa diretta del flagello della morbilità malarica e dello spopolamento dell’intero territorio maremmano. Solo a partire dagli anni ’60 del XVIII secolo, con la nuova dinastia lorenese, e specialmente con il granduca Pietro Leopoldo, prese avvio la bonifica idraulica, soprattutto nella pianura pisano-livornese e in quella grossetana. Gli interventi di bonifica e colonizzazione, dalla fine degli anni ’20 del XIX secolo, investirono per la prima volta tutta l’area maremmana, e si trasformarono in un vero e proprio progetto di riorganizzazione territoriale, con riforme economiche, sociali e realizzazioni infrastrutturali (strade e ferrovie), che proseguirono fino all’unità d’Italia (1859-1861). Da allora, l’impegno statale rallentò assai fino al governo fascista (1922-1943), che riprese in grande stile le opere di trasformazione del territorio. Con la bonifica integrale e la riforma agraria del 1950, la Maremma toscana acquisì i caratteri che oggi la contraddistinguono, con la fitta rete delle aziende agrarie, per lo più diretto-coltivatrici, dimensionate sulla regolare trama di strade e canali, e con gli insediamenti turistici che orlano il litorale.

Guarducci, A., Rombai, L., DE SILVA, M. (2017). Per un Progetto di Itinerari culturali della bonifica. La Pianura di Grosseto nella cartografia dei secoli XVIII-XX. Georeferenziazione e paesaggio storico. In G. Scanu (a cura di), Conoscere per rappresentare. Temi di cartografia e approcci metodologici (pp. 215-228). Bologna : Pàtron.

Per un Progetto di Itinerari culturali della bonifica. La Pianura di Grosseto nella cartografia dei secoli XVIII-XX. Georeferenziazione e paesaggio storico

ANNA GUARDUCCI
;
2017-01-01

Abstract

Lo scritto si focalizza sulle trasformazioni territoriali che hanno interessato la Maremma toscana nei secoli XVIII-XX, attraverso l’analisi, la comparazione e la georeferenziazione sulla cartografia attuale di alcune mappe storiche. Tale metodologia consente di riconoscere e di datare le categorie paesistiche storiche più significative legate alla bonifica e alla colonizzazione, con i processi di trasformazione di breve e lungo periodo: assetto idrografico con canali e manufatti idraulici (caselli idraulici, idrovore, dighe per captazione di acque fluviali), sedi umane (agricole, residenziali, produttive industriali e commerciali, militari), strade e ponti, piantagioni forestali (pinete, filari e boschetti frangivento) e agricole, sempre con la relativa toponomastica. Il fine è quello di offrire materiali per un progetto di itinerari culturali che possano far leva su queste categorie paesistiche. La Maremma toscana fu occupata in gran parte da acquitrini e incolti, fino almeno alla metà del XVIII secolo. La presenza del latifondo e della malaria la resero quasi spopolata, con l’eccezione del porto di Livorno e della piccola città di Grosseto, di pochi centri minori, di poche torri militari costiere e di alcune sedi di aziende agricole ad indirizzo cerealico-pastorale. I primi interventi di bonifica e colonizzazione furono attuati dal granduca Cosimo I dei Medici e dai suoi discendenti, a partire dagli ’50 del XVI secolo, ma solo nelle aree divenute di diretta proprietà granducale, e specialmente tra Pisa e Livorno, che furono al centro dell’attenzione politica dello Stato mediceo. Queste operazioni privilegiarono l’escavazione di canali e la costruzione delle prime strade moderne, ma non intaccarono l’assetto latifondistico e il sistema degli acquitrini, causa diretta del flagello della morbilità malarica e dello spopolamento dell’intero territorio maremmano. Solo a partire dagli anni ’60 del XVIII secolo, con la nuova dinastia lorenese, e specialmente con il granduca Pietro Leopoldo, prese avvio la bonifica idraulica, soprattutto nella pianura pisano-livornese e in quella grossetana. Gli interventi di bonifica e colonizzazione, dalla fine degli anni ’20 del XIX secolo, investirono per la prima volta tutta l’area maremmana, e si trasformarono in un vero e proprio progetto di riorganizzazione territoriale, con riforme economiche, sociali e realizzazioni infrastrutturali (strade e ferrovie), che proseguirono fino all’unità d’Italia (1859-1861). Da allora, l’impegno statale rallentò assai fino al governo fascista (1922-1943), che riprese in grande stile le opere di trasformazione del territorio. Con la bonifica integrale e la riforma agraria del 1950, la Maremma toscana acquisì i caratteri che oggi la contraddistinguono, con la fitta rete delle aziende agrarie, per lo più diretto-coltivatrici, dimensionate sulla regolare trama di strade e canali, e con gli insediamenti turistici che orlano il litorale.
2017
9788855533652
Guarducci, A., Rombai, L., DE SILVA, M. (2017). Per un Progetto di Itinerari culturali della bonifica. La Pianura di Grosseto nella cartografia dei secoli XVIII-XX. Georeferenziazione e paesaggio storico. In G. Scanu (a cura di), Conoscere per rappresentare. Temi di cartografia e approcci metodologici (pp. 215-228). Bologna : Pàtron.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1068042