Il contributo si riferisce ad una delle rare esperienze di pratiche filosofiche in carcere, realizzata dalla comunità di ricerca composta dai detenuti, studenti universitari e semplici appassionati che dall’autunno del 2016 alla primavera del 2017 si sono incontrati nella Casa circondariale di Arezzo per dialogare su alcune parole chiave della filosofia. Il testo presenta una riflessione su questa esperienza vissuta, nel tentativo di valutare le potenzialità dei cosiddetti “filosofi incoativi”, vale a dire l’originalità e la fecondità teoretica di coloro che non si occupano professionalmente di filosofia. Il movimento del pensiero filosofico si alimenta di domande, dalla cui radicalità discende l’originalità del pensiero stesso. La novità della filosofia allo stato nascente praticata in carcere risiede essenzialmente nella forza della domanda che essa è capace di suscitare e mantenere accesa, aprendo conseguentemente la possibilità di pensare ciò che non è stato ancora pensato. Il profano, il principiante, può dunque testimoniare e ricordarci che gli argomenti della filosofia non sono sempre e soltanto degli aridi tecnicismi per specialisti, bensì delle questioni sentite e vissute in prima persona. Domande che appartengono al profondo del nostro essere in carne e ossa, e che in quanto tali non possono esaurirsi nelle formule lessicali e nei concetti con cui tentiamo di esprimerle.
Gonnella, S. (2018). Il respiro del senso. Sfiorando in carcere i confini impensabili del pensiero. In S. Zacchini (a cura di), Sfogliare tramonti. Esperienze di filosofia in carcere (pp. 27-63). Pisa : ETS.
Il respiro del senso. Sfiorando in carcere i confini impensabili del pensiero
Stefano Gonnella
2018-01-01
Abstract
Il contributo si riferisce ad una delle rare esperienze di pratiche filosofiche in carcere, realizzata dalla comunità di ricerca composta dai detenuti, studenti universitari e semplici appassionati che dall’autunno del 2016 alla primavera del 2017 si sono incontrati nella Casa circondariale di Arezzo per dialogare su alcune parole chiave della filosofia. Il testo presenta una riflessione su questa esperienza vissuta, nel tentativo di valutare le potenzialità dei cosiddetti “filosofi incoativi”, vale a dire l’originalità e la fecondità teoretica di coloro che non si occupano professionalmente di filosofia. Il movimento del pensiero filosofico si alimenta di domande, dalla cui radicalità discende l’originalità del pensiero stesso. La novità della filosofia allo stato nascente praticata in carcere risiede essenzialmente nella forza della domanda che essa è capace di suscitare e mantenere accesa, aprendo conseguentemente la possibilità di pensare ciò che non è stato ancora pensato. Il profano, il principiante, può dunque testimoniare e ricordarci che gli argomenti della filosofia non sono sempre e soltanto degli aridi tecnicismi per specialisti, bensì delle questioni sentite e vissute in prima persona. Domande che appartengono al profondo del nostro essere in carne e ossa, e che in quanto tali non possono esaurirsi nelle formule lessicali e nei concetti con cui tentiamo di esprimerle.File | Dimensione | Formato | |
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