La crisi finanziaria deflagrata nel 2008 ha evidenziato il complesso livello di interrelazioni del mercato finanziario su scala mondiale e posto il problema di incrementarne la resilienza. I fora tradizionalmente deputati a discutere sul futuro della regolamentazione ne hanno guidato il rinnovo focalizzandosi sull’obiettivo di spezzare il connubio tra azzardo morale e status di “immortalità” proprio delle istituzioni finanziarie di rilevanza sistemica. Dopo un decennio di riforme, gli standard-setter globali avvertono come vicina la meta: «the development of policies to help ensure that systemically important financial institutions (SIFIs) can be resolved without wider disruption if they fail is largely complete» (Financial stability board, 2017). Siamo dunque all’epilogo del “too big to fail”? A questa domanda prova a rispondere questo lavoro, muovendo anzitutto dall’iter seguito nei consessi internazionali per la definizione di un quadro giuridico applicabile alle istituzioni finanziarie di rilevanza sistemica, e in particolare alle banche globali, sul piano della c.d. soft law. Lo studio continua con la ricerca dei punti di contatto e dei condizionamenti reciproci con il coevo processo di rinnovamento dell’ordinamento bancario dell’Unione europea, considerato come una sorta di cartina di tornasole del grado di recepimento delle “raccomandazioni” internazionali. Il successivo approfondimento del dato fenomenologico è volto anche a valutare le possibili ripercussioni degli accresciuti presidi regolamentari sulle scelte degli intermediari. Dall’analisi emerge, da un lato, il rafforzamento del governo sull’economia globalizzata e la sua influenza nella realizzazione di storiche trasformazioni in sede europea, nonché, dall’altro lato, la difficoltà per la riforma di andare oltre la propria ombra con scelte risolutive delle cause determinanti la devastante crisi di dieci anni fa. Il parallelo tra l’essere e il dover essere mostrerà infatti criticità sul piano degli obiettivi (presunzione di bloccare l’impatto sistemico delle crisi bancarie con il bail-in), degli strumenti a disposizione delle autorità nazionali/transnazionali di vigilanza (lacunosi o di complicata esecuzione) e della portata dell’intervento regolatorio su aspetti cruciali, quali ad esempio l’interconnessione, la finanza marked-based ed i modelli d’intermediazione.

Brozzetti, A. (2018). “Ending of too big to fail” tra soft law e ordinamento bancario europeo. Dieci anni di riforme. Bari : Cacucci Editore.

“Ending of too big to fail” tra soft law e ordinamento bancario europeo. Dieci anni di riforme

Antonella Brozzetti
2018-01-01

Abstract

La crisi finanziaria deflagrata nel 2008 ha evidenziato il complesso livello di interrelazioni del mercato finanziario su scala mondiale e posto il problema di incrementarne la resilienza. I fora tradizionalmente deputati a discutere sul futuro della regolamentazione ne hanno guidato il rinnovo focalizzandosi sull’obiettivo di spezzare il connubio tra azzardo morale e status di “immortalità” proprio delle istituzioni finanziarie di rilevanza sistemica. Dopo un decennio di riforme, gli standard-setter globali avvertono come vicina la meta: «the development of policies to help ensure that systemically important financial institutions (SIFIs) can be resolved without wider disruption if they fail is largely complete» (Financial stability board, 2017). Siamo dunque all’epilogo del “too big to fail”? A questa domanda prova a rispondere questo lavoro, muovendo anzitutto dall’iter seguito nei consessi internazionali per la definizione di un quadro giuridico applicabile alle istituzioni finanziarie di rilevanza sistemica, e in particolare alle banche globali, sul piano della c.d. soft law. Lo studio continua con la ricerca dei punti di contatto e dei condizionamenti reciproci con il coevo processo di rinnovamento dell’ordinamento bancario dell’Unione europea, considerato come una sorta di cartina di tornasole del grado di recepimento delle “raccomandazioni” internazionali. Il successivo approfondimento del dato fenomenologico è volto anche a valutare le possibili ripercussioni degli accresciuti presidi regolamentari sulle scelte degli intermediari. Dall’analisi emerge, da un lato, il rafforzamento del governo sull’economia globalizzata e la sua influenza nella realizzazione di storiche trasformazioni in sede europea, nonché, dall’altro lato, la difficoltà per la riforma di andare oltre la propria ombra con scelte risolutive delle cause determinanti la devastante crisi di dieci anni fa. Il parallelo tra l’essere e il dover essere mostrerà infatti criticità sul piano degli obiettivi (presunzione di bloccare l’impatto sistemico delle crisi bancarie con il bail-in), degli strumenti a disposizione delle autorità nazionali/transnazionali di vigilanza (lacunosi o di complicata esecuzione) e della portata dell’intervento regolatorio su aspetti cruciali, quali ad esempio l’interconnessione, la finanza marked-based ed i modelli d’intermediazione.
2018
9788866116936
Brozzetti, A. (2018). “Ending of too big to fail” tra soft law e ordinamento bancario europeo. Dieci anni di riforme. Bari : Cacucci Editore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1041259