Il saggio è tra i testi introduttivi al catalogo della mostra “Intrecci del Novecento. Arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane” allestita alla Triennale di Milano nell’ autunno del 2017 e curata da Moshe Tabibnia e Virginia Giulianio L’attenzione è rivolta alla pittura italiana contemporanea dopo il 1945: una riflessione su aspetti – individuati dall’ autore come nodi problematici – che, come fil rouge, legano tra loro momenti del dibattito artistico dal secondo dopoguerra agli anni novanta. Una riflessione proposta a margine di una attenta ricostruzione storico-critica della vicenda dell’ “arte tessile”. In pratica le esperienze, le realtà produttive, gli artisti che hanno conferito rinnovata vitalità alla grande tradizione dell’arazzo italiano. Su tale avvertenza Bignardi propone una possibile sintesi delle vicende e delle personalità dell’arte italiana, dagli anni trenta ai decenni finali del secolo, cercando una strada diversa, ossia l’inquadramento attraverso alcuni nodi problematici che hanno segnato il dibattito dal secondo. L’analisi guarda sia agli esiti dell’eredità del dibattito interno al Novecento italiano, con la riassunzione del classicismo e del rigore dell’astrattismo, sia alla stagione dell’Informale, caratterizzata da nuove e molteplici aperture tra segno, gesto e materia. Infine l’attenzione è rivolta alla centralità della figura, letta personalità del'arte fra ‘realismo’, confronto con l’archetipo, Nuova figurazione e iconografia postmoderna.
Bignardi, M. (2017). L’anima inquieta della tradizione. Aspetti e nodi problematici della pittura italiana contemporanea dopo il 1945. In V.G. M. Tabibnia (a cura di), Intrecci del Novecento. Arazzi e tappeti, di artisti e manifatture italiane. (pp. 24-33). Milano : Moshe Tabibnia.
L’anima inquieta della tradizione. Aspetti e nodi problematici della pittura italiana contemporanea dopo il 1945
M. Bignardi
2017-01-01
Abstract
Il saggio è tra i testi introduttivi al catalogo della mostra “Intrecci del Novecento. Arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane” allestita alla Triennale di Milano nell’ autunno del 2017 e curata da Moshe Tabibnia e Virginia Giulianio L’attenzione è rivolta alla pittura italiana contemporanea dopo il 1945: una riflessione su aspetti – individuati dall’ autore come nodi problematici – che, come fil rouge, legano tra loro momenti del dibattito artistico dal secondo dopoguerra agli anni novanta. Una riflessione proposta a margine di una attenta ricostruzione storico-critica della vicenda dell’ “arte tessile”. In pratica le esperienze, le realtà produttive, gli artisti che hanno conferito rinnovata vitalità alla grande tradizione dell’arazzo italiano. Su tale avvertenza Bignardi propone una possibile sintesi delle vicende e delle personalità dell’arte italiana, dagli anni trenta ai decenni finali del secolo, cercando una strada diversa, ossia l’inquadramento attraverso alcuni nodi problematici che hanno segnato il dibattito dal secondo. L’analisi guarda sia agli esiti dell’eredità del dibattito interno al Novecento italiano, con la riassunzione del classicismo e del rigore dell’astrattismo, sia alla stagione dell’Informale, caratterizzata da nuove e molteplici aperture tra segno, gesto e materia. Infine l’attenzione è rivolta alla centralità della figura, letta personalità del'arte fra ‘realismo’, confronto con l’archetipo, Nuova figurazione e iconografia postmoderna.File | Dimensione | Formato | |
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