Avvocato, politico, costituzionalista, dopo gli studi in giurisprudenza, discutendo una tesi di Diritto romano, la passione per gli studi storici gli permette di scoprire i valori della libertà e della democrazia. Dall’8 Settembre collabora con l’antifascismo casentinese. Dopo la Liberazione è dapprima assessore; poi, nel maggio del 1945, sindaco di Castel S. Niccolò, il paese di nascita del padre. Al Consiglio nazionale socialista del 1945, la delegazione aretina si presenta divisa fra quella che lavorava per l’autonomia e quella che, con l’avvocato Gatteschi, Marino Michelini, Brachetti e con l’assenso di Mauro Ferri opera per una rapida fusione con i comunisti. Sul finire del 1946 Ferri diviene segretario della federazione di Arezzo del P.S.I.U.P., partito al quale aveva aderito nel maggio dell’anno precedente. Ferri partecipa attivamente alla campagna elettorale referendaria e a quella per l’Assemblea costituente. Al congresso di Firenze del 1949 entra nel comitato centrale del PSI. A quello provinciale dell’aprile 1949 illustra la posizione della sinistra del PSI. Entrato in parlamento, viene assegnato alla Commissione affari interni. Nella medesima circoscrizione elettorale (la XVI, Arezzo-Siena-Grosseto) ottiene la rielezione nel 1958 e nel 1963. Partecipa alle trattative per la costituzione del governo di centro-sinistra, in qualità di vice-presidente del suo gruppo parlamentare. Con l’ingresso di Nenni nella compagine governativa, Mauro Ferri è chiamato alla presidenza del gruppo. Al Congresso nazionale socialista del 1965 si adopera per l’unificazione con il P.S.D.I. ed entra a far parte della direzione. È confermato presidente del Gruppo parlamentare P.S.I.-P.S.D.I. unificati nel 1966. Rieletto deputato dopo le politiche del 1968, diventa segretario del PSI unificato nel novembre dello stesso anno. A seguito della nuova scissione - luglio 1969 - Ferri è eletto segretario del P.S.U. (poi nuovamente P.S.D.I.), ricoprendo la carica fino al febbraio 1972. Nel maggio di quell’anno è rieletto per la quinta volta deputato. Un mese dopo entra nel secondo governo Andreotti, Ministro dell’Industria. Abbandonati gli incarichi ministeriali si occupa, all’interno del P.S.D.I., dei Rapporti internazionali. L'incarico lo porta a presentare, al Congresso dell’Internazionale socialista di Vancouver (1978), una relazione sul terrorismo. Ferri è eletto al Parlamento europeo nel 1979. Presidente della Commissione giuridica fino al 1982, ha presieduto la Commissione istituzionale che si è occupata di predisporre il Progetto di trattato per l’Unione Europea. Vice-presidente del Comitato per le questioni istituzionali della CEE, è fra i principali autori del relativo rapporto. Il suo impegno europeista si è concluso con l’elezione a presidente del Movimento europeo, carica ricoperta dal giugno del 1985 al novembre del 1987. Il 30 gennaio 1986 è scelto dal Parlamento quale membro laico del CSM. Ha ricoperto le cariche di presidente della Commissione regolamento e direttore dell’Ufficio studi. L’anno successivo il presidente Cossiga lo ha nominato giudice della Corte costituzionale. Viene eletto presidente dell’Alta Corte il 23 ottobre 1995. Lascia l’incarico, alla scadenza del mandato novennale il 3 novembre 1996. Un momento di grande solennità è rappresentato dalla celebrazione (1996) del quarantesimo anniversario della Corte costituzionale. Di fronte al presidente della Repubblica il presidente Ferri ha tenuto il discorso celebrativo, delineando il consuntivo dell’attività della Corte. Nella parte conclusiva del discorso ha sottolineato l’intangibilità della Carta costituzionale, non solo per quanto attiene alla forma repubblicana - espressamente sottratta alla procedura di revisione - ma anche a quelle parti di essa talmente connaturate ai principi fondamentali di uno stato di diritto e alle caratteristiche della nostra democrazia da non poter essere soggette a revisione. Si riferiva, in maniera accentuata, alla parte della Costituzione relativa ai diritti inviolabili della persona e all’affermazione del principio dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica. Negli anni accademici 1984’85 e 1985-’86 la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena lo ha incaricato di un corso integrativo sulle istituzioni comunitarie.

Garofoli, A. (2016). Ferri Mauro. Avvocato, politico, costituzionalista, 1-2.

Ferri Mauro. Avvocato, politico, costituzionalista

GAROFOLI, ALESSANDRO
2016-01-01

Abstract

Avvocato, politico, costituzionalista, dopo gli studi in giurisprudenza, discutendo una tesi di Diritto romano, la passione per gli studi storici gli permette di scoprire i valori della libertà e della democrazia. Dall’8 Settembre collabora con l’antifascismo casentinese. Dopo la Liberazione è dapprima assessore; poi, nel maggio del 1945, sindaco di Castel S. Niccolò, il paese di nascita del padre. Al Consiglio nazionale socialista del 1945, la delegazione aretina si presenta divisa fra quella che lavorava per l’autonomia e quella che, con l’avvocato Gatteschi, Marino Michelini, Brachetti e con l’assenso di Mauro Ferri opera per una rapida fusione con i comunisti. Sul finire del 1946 Ferri diviene segretario della federazione di Arezzo del P.S.I.U.P., partito al quale aveva aderito nel maggio dell’anno precedente. Ferri partecipa attivamente alla campagna elettorale referendaria e a quella per l’Assemblea costituente. Al congresso di Firenze del 1949 entra nel comitato centrale del PSI. A quello provinciale dell’aprile 1949 illustra la posizione della sinistra del PSI. Entrato in parlamento, viene assegnato alla Commissione affari interni. Nella medesima circoscrizione elettorale (la XVI, Arezzo-Siena-Grosseto) ottiene la rielezione nel 1958 e nel 1963. Partecipa alle trattative per la costituzione del governo di centro-sinistra, in qualità di vice-presidente del suo gruppo parlamentare. Con l’ingresso di Nenni nella compagine governativa, Mauro Ferri è chiamato alla presidenza del gruppo. Al Congresso nazionale socialista del 1965 si adopera per l’unificazione con il P.S.D.I. ed entra a far parte della direzione. È confermato presidente del Gruppo parlamentare P.S.I.-P.S.D.I. unificati nel 1966. Rieletto deputato dopo le politiche del 1968, diventa segretario del PSI unificato nel novembre dello stesso anno. A seguito della nuova scissione - luglio 1969 - Ferri è eletto segretario del P.S.U. (poi nuovamente P.S.D.I.), ricoprendo la carica fino al febbraio 1972. Nel maggio di quell’anno è rieletto per la quinta volta deputato. Un mese dopo entra nel secondo governo Andreotti, Ministro dell’Industria. Abbandonati gli incarichi ministeriali si occupa, all’interno del P.S.D.I., dei Rapporti internazionali. L'incarico lo porta a presentare, al Congresso dell’Internazionale socialista di Vancouver (1978), una relazione sul terrorismo. Ferri è eletto al Parlamento europeo nel 1979. Presidente della Commissione giuridica fino al 1982, ha presieduto la Commissione istituzionale che si è occupata di predisporre il Progetto di trattato per l’Unione Europea. Vice-presidente del Comitato per le questioni istituzionali della CEE, è fra i principali autori del relativo rapporto. Il suo impegno europeista si è concluso con l’elezione a presidente del Movimento europeo, carica ricoperta dal giugno del 1985 al novembre del 1987. Il 30 gennaio 1986 è scelto dal Parlamento quale membro laico del CSM. Ha ricoperto le cariche di presidente della Commissione regolamento e direttore dell’Ufficio studi. L’anno successivo il presidente Cossiga lo ha nominato giudice della Corte costituzionale. Viene eletto presidente dell’Alta Corte il 23 ottobre 1995. Lascia l’incarico, alla scadenza del mandato novennale il 3 novembre 1996. Un momento di grande solennità è rappresentato dalla celebrazione (1996) del quarantesimo anniversario della Corte costituzionale. Di fronte al presidente della Repubblica il presidente Ferri ha tenuto il discorso celebrativo, delineando il consuntivo dell’attività della Corte. Nella parte conclusiva del discorso ha sottolineato l’intangibilità della Carta costituzionale, non solo per quanto attiene alla forma repubblicana - espressamente sottratta alla procedura di revisione - ma anche a quelle parti di essa talmente connaturate ai principi fondamentali di uno stato di diritto e alle caratteristiche della nostra democrazia da non poter essere soggette a revisione. Si riferiva, in maniera accentuata, alla parte della Costituzione relativa ai diritti inviolabili della persona e all’affermazione del principio dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica. Negli anni accademici 1984’85 e 1985-’86 la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena lo ha incaricato di un corso integrativo sulle istituzioni comunitarie.
2016
Garofoli, A. (2016). Ferri Mauro. Avvocato, politico, costituzionalista, 1-2.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1031929