Gian Francesco Gamurrini. Archeologo

Gian Francesco Gamurrini is remembered as a personality of international importance. The multi-faceted and complex culture order 800-900. In this biography the analysis has been revised and updated, understanding even aspects of political commitment. The news highlight a multifaceted cultural background, different roles, tasks and activities. Especially in archeology, which involved especially the research center on Italy in antiquity. The collation of the many publications that he published and the information entrusted to the archive staff, the Cabinet Gamurrini, springs the extent of investigations and the quality of comments, all of which testify to the great modernity of the illustrious archaeologist. With over 300 items was especially archaeologist elaborated and predispose the File Gamurrini, undertaken excavations and surveys, studied the territory of Arezzo and Central Italy with the project of archaeological map, he collaborated with the Institute of Archaeological Correspondence and the Accademia dei Lincei , he was director of museums, ministerial commissioner, etruscologist, numismatic expert, sphragistics and epigraphy, writer, historian, bibliophile, art history scholar, defender of the national cultural heritage; overlaid administrative positions and was politician, took care of infrastructure and reforestation, he was entrepreneur and fine chess player. Animator of mutual aid. Count Gian Francesco Gamurrini was sad last years of life. He died in 1918 his son John. He had to slow their studies due to their age and, in 1919, after 85 years, a bike accident. Then he elaborated the idea of ​​writing an autobiography, which was released posthumously in 1924. Despite the difficulties still dedicated to the ancient history of Arezzo. In 1923, at age 88, he died at Arezzo, and was buried in Monte S. Savino in the family chapel. Among the many condolences those of the king and queen, the Duke of Genoa, the bishop of Arezzo Mignone, the Minister Gentile, of the authorities and of the most important international scientific institutions. The fascist regime paid him tribute with posthumous celebrations, calling it "the famous archaeologist and humanist from Arezzo, Imperial herald the Age of Mussolini". The applause that had during the regime helped to make him fall into oblivion. Today to celebrate the renewed interest in this outstanding figure, the Archaeological Museum in Arezzo dedicated a room to Gamurrini Collection.

Gian Francesco Gamurrini è ricordato come personalità di spessore internazionale. Figura poliedrica e complessa della cultura fine 800-900. In questa biografia l'analisi è stata riveduta e aggiornata, comprendendone anche aspetti relativi all'impegno politico. Le notizie mettono in evidenza una multiforme formazione culturale, differenti ruoli, incarichi e attività. In particolare in ambito archeologico che interessò soprattutto le ricerche sull’Italia centrale nell’antichità. Dalla collazione delle numerose pubblicazioni che diede alle stampe e dalle informazioni che affidò all'archivio personale, lo Schedario Gamurrini, scaturisce l’entità delle indagini e la qualità delle osservazioni, elementi che testimoniano la grande modernità dell’illustre archeologo. Con oltre 300 articoli fu soprattutto archeologo: elaborò e predispose lo Schedario Gamurrini, intraprese scavi e ricognizioni, studiò il territorio aretino e l’Italia centrale con il progetto della Carta archeologica, collaborò con l’Istituto di Corrispondenza Archeologica e l’Accademia dei Lincei, fu direttore di musei, commissario ministeriale, etruscologo, esperto di numismatica, sfragistica ed epigrafia, letterato, storico, bibliofilo, studioso di storia dell’arte, difensore del patrimonio culturale nazionale; rivestì incarichi amministrativi e fu uomo politico, si occupò di infrastrutture e rimboschimento, fu imprenditore e giocatore di scacchi di pregio. Animatore del mutuo soccorso. Il conte Gian Francesco Gamurrini ebbe tristi ultimi anni di vita. Nel 1918 morì il figlio Giovanni. Dovette rallentare gli studi a causa dell’età e, nel 1919, a 85 anni, di un incidente con la bicicletta. Elaborò allora l’idea di scrivere l’autobiografia, che uscì postuma nel 1924. Nonostante le difficoltà si dedicò ancora alla storia antica di Arezzo. Nel 1923, a 88 anni, morì ad Arezzo e fu sepolto a Monte S. Savino nella cappella di famiglia. Fra le tante condoglianze quelle del re e regina, del duca di Genova, del vescovo di Arezzo Mignone, del ministro Gentile, delle autorità e delle più importanti istituzioni scientifiche internazionali. Il regime fascista gli rese tributo con celebrazioni postume, definendolo “insigne archeologo e umanista aretino, annunziatore dell’Era Imperiale di Mussolini”. Il plauso che ebbe durante il regime contribuì a farlo cadere nell’oblio. Oggi per celebrare il rinnovato interesse verso questa figura di spicco, il Museo archeologico di Arezzo ha dedicato una sala alla Collezione Gamurrini.