Guillichini Luigi. Avvocato, politico

Avvocato, politico, giornalista. Membro di una delle famiglie patrizie aretine più importanti anche nel primo Novecento (sette secoli di nobiltà, proveniente da Città di Castello), Luigi Guillichini aveva iniziato la carriera professionale e politica a Firenze, avvocato e segretario del Comitato toscano di patrocinio per i liberati dal carcere. A trentatré anni cominciò ad occuparsi di associazionismo, presidente della Società Operaia di Arezzo. Una conduzione caratterizzata da scelte liberal-moderate nette, di opposizione all’ingresso di contenuti politici in seno al movimento. Il 1866 era stato l’anno nel quale aveva trasferito in via definitiva il proprio studio legale nella città natale. Nello stesso periodo iniziò ad occuparsi di giornalismo, raggiungendo la direzione de “La Provincia di Arezzo”, gestione caratterizzata dall’accentuazione della linea conservatrice. Mantenne la carica per molti anni, facendo del giornale uno strumento ed uno dei terreni di polemica più consistenti nei confronti della Sinistra. Consigliere comunale per più di vent’annii, fu assessore della giunta Mascagni e più volte fece le funzioni di sindaco; occupò i banchi del Consiglio provinciale. Per la natura e la quantità degli uffici pubblici e privati occupati - nella vita economica come in quella politica e nell’associazionismo - Guillichini è da considerarsi uno degli uomini più potenti ad Arezzo fra l’Unità d’Italia e l’anno della morte: presidente della Congregazione di carità, rettore della Fraternita dei laici, presidente della Commissione dei RR. Spedali, governatore della Confraternita di Misericordia, presidente (e uno dei maggiori artefici) del Comizio agrario, segretario e presidente dell’Accademia del teatro Petrarca, segretario dell’Associazione per la facciata del Duomo, direttore della Banca del Popolo. Nel 1882 era stato al centro dell’attenzione nazionale per aver ospitato, nel proprio palazzo, il re e la regina, in visita ad Arezzo