La biografia di "Giusina", moglie dell'aretino Mancini, donna di grande rilievo dell’ambiente dannunziano, consente una spigolatura sulla storia del periodo. Proveniente da ricca famiglia borghese romagnola, sposò il nobile aretino Lorenzo Mancini, discendente dei Barbolani di Montauto. Nel 1907 strinse con Gabriele d’Annunzio una relazione appassionata e drammatica. Il conte Lorenzo morì nel 1922 vittima dell’alcolismo, destinando i notevoli beni all’amica governante tedesca. Analisi dell'interferenza del regime nella vicenda. D’Annunzio la chiamava Giusini o Santa Giusini o Amaranta (titolo di un’opera mai compiuta), ricostruì la vicenda in una sorta di diario, "Solus ad solam", pubblicato nel 1939 a cura della stessa Giorgi (che aveva riacquistato la salute mentale dal 1911) e in "Forse che sì e forse che no", intensa testimonianza della loro attrazione. Negli ultimi anni di vita la Giorgi si ritirò a Firenze. Volle comporre alcune righe destinate al “santino” per la propria morte: “Raggiunse la meta per un sentiero di spine,/ e lo seguì coprendolo di opere pie./ Sulle amarezze del passato distese il perdono,/ e nel perdono di Dio riposa in pace”. Non vi è biografia di D’Annunzio che non si soffermi sulla relazione con la donna

Garofoli, A. (2008). Giorgi Mancini Giuseppina. Amaranta, personaggio di rilievo dell'ambiente D'Annunziano.

Giorgi Mancini Giuseppina. Amaranta, personaggio di rilievo dell'ambiente D'Annunziano

GAROFOLI, ALESSANDRO
2008-01-01

Abstract

La biografia di "Giusina", moglie dell'aretino Mancini, donna di grande rilievo dell’ambiente dannunziano, consente una spigolatura sulla storia del periodo. Proveniente da ricca famiglia borghese romagnola, sposò il nobile aretino Lorenzo Mancini, discendente dei Barbolani di Montauto. Nel 1907 strinse con Gabriele d’Annunzio una relazione appassionata e drammatica. Il conte Lorenzo morì nel 1922 vittima dell’alcolismo, destinando i notevoli beni all’amica governante tedesca. Analisi dell'interferenza del regime nella vicenda. D’Annunzio la chiamava Giusini o Santa Giusini o Amaranta (titolo di un’opera mai compiuta), ricostruì la vicenda in una sorta di diario, "Solus ad solam", pubblicato nel 1939 a cura della stessa Giorgi (che aveva riacquistato la salute mentale dal 1911) e in "Forse che sì e forse che no", intensa testimonianza della loro attrazione. Negli ultimi anni di vita la Giorgi si ritirò a Firenze. Volle comporre alcune righe destinate al “santino” per la propria morte: “Raggiunse la meta per un sentiero di spine,/ e lo seguì coprendolo di opere pie./ Sulle amarezze del passato distese il perdono,/ e nel perdono di Dio riposa in pace”. Non vi è biografia di D’Annunzio che non si soffermi sulla relazione con la donna
2008
Garofoli, A. (2008). Giorgi Mancini Giuseppina. Amaranta, personaggio di rilievo dell'ambiente D'Annunziano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1031904