The essay presents Alessandro Scarlatti’s chamber cantatas from different viewpoints, using both historical and analytical methodologies and looking at different sources. Focusing on collectors and historiographers active in Italy and elsewhere during the 18th and 19th centuries, the first part of the essay (Giulia Giovani) analyses the mutability of opinion on Alessandro Scarlatti’s cantatas. A reflection on the current dissemination of Scarlatti’s manuscripts in public libraries leads us to focus on unknown sources preserved in private collections, identifiable by looking at auction catalogues printed since 1740. We give an overview of printed sources, describing four cantatas attributed to Scarlatti (op. 1) and printed by Roger in 1701. The second part of the essay (Simone Ciolfi) analyses the various types of aria present in this repertoire, which are much more varied than what one might expect. The recitatives of these cantatas are a sophisticated musical universe. Starting from the opinions of contemporaries and later scholars, and looking at manuscripts of music theory written by Scarlatti himself, the essay attempts to give coherence to the open form of Scarlatti’s recitatives. This style is based on the tensions of the text in accordance with harmonic solutions that work as topoi in relation to specific textual expressions, which are often also formulaic. Rhetoric, harmonic and textual formulas are combined in recitatives to recreate an ideal prose rich in ancient suggestions. In the final part, the musical features of the cantatas printed by Roger in 1701 and attributed to Scarlatti is discussed.

Il saggio presenta le cantate da camera di Alessandro Scarlatti dai punti di vista storico e analitico, prendendo in considerazione fonti differenti. Ponendo l'attenzione ai collezionisti e agli storiografi attivi in Italia e altrove nel XVIII e nel XIX secolo, la prima parte del saggio (Giulia Giovani) analizza le diverse opinioni sulle cantate di Scarlatti. A una riflessione sull'attuale disseminazione dei manoscritti scarlattiani nelle biblioteche corrisponde una disamina delle fonti custodite in collezioni private, identificabili tramite l'analisi di cataloghi d'asta stampati fin dal 1740. Il saggio propone una panoramica sulle fonti a stampa, descrivendo quattro cantate attribuite a Scarlatti (op. 1) e stampate da Roger nel 1701. La seconda parte del saggio (Simone Ciolfi) analizza varie tipologie di arie che caratterizzano il repertorio, molto più varie di quanto ci si possa aspettare. I recitativi di queste cantate, inoltre, sono un'universo musicale particolarmente sofisticato. A partire dalle opinioni dei contemporanei di Scarlatti, guardando ai manoscritti di teoria musicale scritti da Scarlatti stesso, il saggio tenta di dare coerenza alla forma aperta dei recitativi scarlattiani, il cui stile è basato sulle tensioni del testo in accordo con soluzioni armoniche che agiscono come topoi in relazione a specifica espressioni testuali. Formule retoriche, armoniche, testuali, sono combinate nei recitativi per ricreare una prosa ricca. Nella parte finale del saggio, sono descritte le caratteristiche principali delle cantate attribuite a Scarlatti e stampate da Roger.

Giovani, G., Ciolfi, S. (2024). Alessandro Scarlatti: »der fruchtbarste und origenellste Komponist von Kammerkantaten«. In S. Ehrmann-Herfort, G. Kuck (a cura di), Alessandro Scarlatti: das kompositorische Schaffen (pp. 294-353). Kassel : Bärenreiter [10.1007/978-3-7618-7139-3_7].

Alessandro Scarlatti: »der fruchtbarste und origenellste Komponist von Kammerkantaten«

Giovani, Giulia;
2024-01-01

Abstract

The essay presents Alessandro Scarlatti’s chamber cantatas from different viewpoints, using both historical and analytical methodologies and looking at different sources. Focusing on collectors and historiographers active in Italy and elsewhere during the 18th and 19th centuries, the first part of the essay (Giulia Giovani) analyses the mutability of opinion on Alessandro Scarlatti’s cantatas. A reflection on the current dissemination of Scarlatti’s manuscripts in public libraries leads us to focus on unknown sources preserved in private collections, identifiable by looking at auction catalogues printed since 1740. We give an overview of printed sources, describing four cantatas attributed to Scarlatti (op. 1) and printed by Roger in 1701. The second part of the essay (Simone Ciolfi) analyses the various types of aria present in this repertoire, which are much more varied than what one might expect. The recitatives of these cantatas are a sophisticated musical universe. Starting from the opinions of contemporaries and later scholars, and looking at manuscripts of music theory written by Scarlatti himself, the essay attempts to give coherence to the open form of Scarlatti’s recitatives. This style is based on the tensions of the text in accordance with harmonic solutions that work as topoi in relation to specific textual expressions, which are often also formulaic. Rhetoric, harmonic and textual formulas are combined in recitatives to recreate an ideal prose rich in ancient suggestions. In the final part, the musical features of the cantatas printed by Roger in 1701 and attributed to Scarlatti is discussed.
2024
9783761821411
Il saggio presenta le cantate da camera di Alessandro Scarlatti dai punti di vista storico e analitico, prendendo in considerazione fonti differenti. Ponendo l'attenzione ai collezionisti e agli storiografi attivi in Italia e altrove nel XVIII e nel XIX secolo, la prima parte del saggio (Giulia Giovani) analizza le diverse opinioni sulle cantate di Scarlatti. A una riflessione sull'attuale disseminazione dei manoscritti scarlattiani nelle biblioteche corrisponde una disamina delle fonti custodite in collezioni private, identificabili tramite l'analisi di cataloghi d'asta stampati fin dal 1740. Il saggio propone una panoramica sulle fonti a stampa, descrivendo quattro cantate attribuite a Scarlatti (op. 1) e stampate da Roger nel 1701. La seconda parte del saggio (Simone Ciolfi) analizza varie tipologie di arie che caratterizzano il repertorio, molto più varie di quanto ci si possa aspettare. I recitativi di queste cantate, inoltre, sono un'universo musicale particolarmente sofisticato. A partire dalle opinioni dei contemporanei di Scarlatti, guardando ai manoscritti di teoria musicale scritti da Scarlatti stesso, il saggio tenta di dare coerenza alla forma aperta dei recitativi scarlattiani, il cui stile è basato sulle tensioni del testo in accordo con soluzioni armoniche che agiscono come topoi in relazione a specifica espressioni testuali. Formule retoriche, armoniche, testuali, sono combinate nei recitativi per ricreare una prosa ricca. Nella parte finale del saggio, sono descritte le caratteristiche principali delle cantate attribuite a Scarlatti e stampate da Roger.
Giovani, G., Ciolfi, S. (2024). Alessandro Scarlatti: »der fruchtbarste und origenellste Komponist von Kammerkantaten«. In S. Ehrmann-Herfort, G. Kuck (a cura di), Alessandro Scarlatti: das kompositorische Schaffen (pp. 294-353). Kassel : Bärenreiter [10.1007/978-3-7618-7139-3_7].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1020267