Il 20 ottobre 2011 i guerriglieri della rivoluzione libica uccidevano, a Sirte, Muammar Gheddafi. La morte del colonnello segnava la fine del regime dittatoriale che per 42 anni aveva regnato in Libia. Ben presto le immagini girate con i cellulari dei ribelli hanno fatto il giro del mondo ed i social network hanno ospitato le reazioni dei libici e dei nordafricani. Da Bengasi a Misurata, ma anche al Cairo sino a Beirut e nelle piazze delle città europee dove vivono immigrati libici, si sono susseguiti i festeggiamenti per l’uccisione di Gheddafi. Da una sponda all’altra del Mediterraneo è tuonato l’ennesimo grido di liberazione e di libertà: forse quello più forte della cosiddetta “primavera araba”. Da quel momento è iniziato il lungo percorso di transizione verso un auspicato modello democratico: le elezioni del luglio 2012 hanno costituito il primo passo di questo difficile cammino. La nuova classe dirigente si sta impegnando a portare avanti questo obiettivo attraverso la realizzazione di un governo unitario e centrale, l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale ed il proposito di riportare un paese destabilizzato in condizioni di sicurezza. È un percorso irto di difficoltà, ancora segnato da contraddizioni del tessuto sociale, da fattori disgreganti e forze centrifughe, da violenza e dolore, ma rappresenta anche una grande sfida per la nuova Libia.
Casini, F. (2015). Gheddafi. La fine di un dittatore. In P.S. M. Borgogni (a cura di), Italia e Libia. Un secolo di relazioni controverse (pp. 201-226). Roma : Aracne.
Gheddafi. La fine di un dittatore
CASINI, FABIO
2015-01-01
Abstract
Il 20 ottobre 2011 i guerriglieri della rivoluzione libica uccidevano, a Sirte, Muammar Gheddafi. La morte del colonnello segnava la fine del regime dittatoriale che per 42 anni aveva regnato in Libia. Ben presto le immagini girate con i cellulari dei ribelli hanno fatto il giro del mondo ed i social network hanno ospitato le reazioni dei libici e dei nordafricani. Da Bengasi a Misurata, ma anche al Cairo sino a Beirut e nelle piazze delle città europee dove vivono immigrati libici, si sono susseguiti i festeggiamenti per l’uccisione di Gheddafi. Da una sponda all’altra del Mediterraneo è tuonato l’ennesimo grido di liberazione e di libertà: forse quello più forte della cosiddetta “primavera araba”. Da quel momento è iniziato il lungo percorso di transizione verso un auspicato modello democratico: le elezioni del luglio 2012 hanno costituito il primo passo di questo difficile cammino. La nuova classe dirigente si sta impegnando a portare avanti questo obiettivo attraverso la realizzazione di un governo unitario e centrale, l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale ed il proposito di riportare un paese destabilizzato in condizioni di sicurezza. È un percorso irto di difficoltà, ancora segnato da contraddizioni del tessuto sociale, da fattori disgreganti e forze centrifughe, da violenza e dolore, ma rappresenta anche una grande sfida per la nuova Libia.File | Dimensione | Formato | |
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