L’incontro tra Enea e Didone nell’oltretomba è denso di modelli epici. Il personaggio di Didone trova certamente un modello in Aiace, campione omerico di virilità ed eroismo e modello tragico di eroe trattato ingiustamente; ma il confronto con Odisseo in Iliade 3.217 finisce inevitabilmente per complicare il facile parallelismo Enea/Didone = Odisseo/Aiace più volte sottolineato dalla critica. Didone è non solo Aiace ma anche Odisseo, al pari di Enea; forse anche un Odisseo migliore, dato che l’eloquente silenzio di Aiace e Didone rappresenta una risposta senza dubbio vincente alle parole di Odisseo ed Enea 17. Il silenzio di Didone, paradossalmente, sembra portare all’estremo l’abilità oratoria dimostrata da Odisseo stesso nell’Iliade. Codici epici ed elegiaci contribuiscono ambedue a determinare il comportamento di Enea e Didone, in modo tale da creare una situazione del tutto particolare che enfatizza il pathos della scena: da una parte Didone, pur rivitalizzando modelli di varie eroine tragiche, fa mostra di una durezza virile ed eroica, mentre dall’altra l’emozionalità tipica degli eroi epici è ulteriormente sottolineata in Enea dall’influenza di quella che Harrison definisce la “unconventional gender-characterization of elegy, whose male lovers were often seen as soft and effeminate”. Il mutismo di Didone offre a sua volta un modello contrastivo e paradossale alla loquace Cornelia di Properzio 4.11. Cornelia incoraggia il marito a pensare a lei in termini del tutto opposti a Didone: non l’imago di una regina africana suicida, che non ha saputo restare fedele al marito defunto e si è lasciata prostrare da una Fortuna avversa, ma la facies/simulacrum di una nobildonna romana orgogliosamente uniuira, discendente dei grandi generali romani che sottomisero l’Africa, che ha regolato la propria vita solamente secondo i valori trasmessi a lei dagli antenati; e, soprattutto, un’ombra che – almeno nei sogni notturni del marito – promette di non restare muta quando lui le rivolge la parola.

Graverini, L. (2016). Il silenzio di Didone, le parole di Cornelia. Due note su Virgilio e Properzio. In Aldo Setaioli (a cura di), Apis Matina. Studi in onore di Carlo Santini (pp. 343-353). Trieste : Edizioni Università di Trieste.

Il silenzio di Didone, le parole di Cornelia. Due note su Virgilio e Properzio

GRAVERINI, LUCA
2016-01-01

Abstract

L’incontro tra Enea e Didone nell’oltretomba è denso di modelli epici. Il personaggio di Didone trova certamente un modello in Aiace, campione omerico di virilità ed eroismo e modello tragico di eroe trattato ingiustamente; ma il confronto con Odisseo in Iliade 3.217 finisce inevitabilmente per complicare il facile parallelismo Enea/Didone = Odisseo/Aiace più volte sottolineato dalla critica. Didone è non solo Aiace ma anche Odisseo, al pari di Enea; forse anche un Odisseo migliore, dato che l’eloquente silenzio di Aiace e Didone rappresenta una risposta senza dubbio vincente alle parole di Odisseo ed Enea 17. Il silenzio di Didone, paradossalmente, sembra portare all’estremo l’abilità oratoria dimostrata da Odisseo stesso nell’Iliade. Codici epici ed elegiaci contribuiscono ambedue a determinare il comportamento di Enea e Didone, in modo tale da creare una situazione del tutto particolare che enfatizza il pathos della scena: da una parte Didone, pur rivitalizzando modelli di varie eroine tragiche, fa mostra di una durezza virile ed eroica, mentre dall’altra l’emozionalità tipica degli eroi epici è ulteriormente sottolineata in Enea dall’influenza di quella che Harrison definisce la “unconventional gender-characterization of elegy, whose male lovers were often seen as soft and effeminate”. Il mutismo di Didone offre a sua volta un modello contrastivo e paradossale alla loquace Cornelia di Properzio 4.11. Cornelia incoraggia il marito a pensare a lei in termini del tutto opposti a Didone: non l’imago di una regina africana suicida, che non ha saputo restare fedele al marito defunto e si è lasciata prostrare da una Fortuna avversa, ma la facies/simulacrum di una nobildonna romana orgogliosamente uniuira, discendente dei grandi generali romani che sottomisero l’Africa, che ha regolato la propria vita solamente secondo i valori trasmessi a lei dagli antenati; e, soprattutto, un’ombra che – almeno nei sogni notturni del marito – promette di non restare muta quando lui le rivolge la parola.
2016
978-88-8303-759-7
Graverini, L. (2016). Il silenzio di Didone, le parole di Cornelia. Due note su Virgilio e Properzio. In Aldo Setaioli (a cura di), Apis Matina. Studi in onore di Carlo Santini (pp. 343-353). Trieste : Edizioni Università di Trieste.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/998151