Il sito archeologico di Pava si trova a sud di Siena, nel comprensorio delle Crete Senesi. Si tratta di un’area pedecollinare, prossima al rilievo su cui sorge l’attuale pieve di Pava (S. Maria in Pava). La chiesa, piuttosto rimaneggiata, conserva tracce di impianto romanico. L’area, insieme all’intero territorio di San Giovanni d’Asso è stata oggetto di indagini archeologiche a partire dal 2000. I primi interventi riguardano le ricognizioni di superficie condotte nell’ambito del progetto Carta Archeologica della Provincia di Siena (2000-2003), grazie alle quali il sito è stato individuato e contestualizzato. Le ricognizioni condotte in maniera intensiva e sistematica lungo la Valle dell’Asso hanno permesso l’individuazione, nell’area intorno a Pava, di un complesso di medio-grandi dimensioni databile tra II sec. a.C. e VI sec. d.C. L’interpretazione delle evidenze in superficie è riconducibile ad una statio che sorge lungo una viabilità interna che attraversava il territorio da est a ovest, superando il torrente Asso nel punto di confluenza con un affluente, la Trove. L’incrocio delle fonti archeologiche e storiche ha permesso di evidenziare un’interessante sovrapposizione di informazioni in quest’area. I documenti d’archivio di epoca longobarda, relativi alla contesa tra i vescovi di Siena e di Arezzo ricordano, dal 714, la presenza di una pieve di S. Pietro in Pava, plausibilmente collocabile in corrispondenza o nei pressi di quella di S. Maria in Pava (la chiesa tuttora esistente). La costanza con la quale si verificano, in ambito italiano ed europeo, casi di sovrapposizione di chiese paleocristiane e altomedievali a complessi di epoca romana e tardoantica ha fatto concentrare l’attenzione sulla posizione della chiesa altomedievale. A questo stadio della ricerca gli interessi storico-archeologici si sono intrecciati con problematiche di natura più metodologica. La strategia di intervento ha visto la realizzazione di ricognizioni aree con la relativa raccolta di documentazione fotografica a partire dal 2000 e dal 2003 di prospezioni geofisiche integrate (magnetometria, elettromagnetismo, georadar, geoelettrica). I dati raccolti, oltre a costituire un felice caso di studio a conferma dell’efficacia di una strategia e dell’integrazione di metodi di indagine hanno costituito la base per l’impostazione dello scavo archeologico

Campana, S., Felici, C., Francovich, R., Marasco, L. (2006). “…Item introductus est Audo presbiter de baptisterio Sancti Petri in Pava…”. Indagini archeologiche sul sito della pieve di Pava (SI). In IV° Congresso nazionale di Archeologia Medievale (pp.353-359). FIRENZE : All'Insegna del Giglio.

“…Item introductus est Audo presbiter de baptisterio Sancti Petri in Pava…”. Indagini archeologiche sul sito della pieve di Pava (SI)

CAMPANA, STEFANO;FELICI, CRISTINA;
2006-01-01

Abstract

Il sito archeologico di Pava si trova a sud di Siena, nel comprensorio delle Crete Senesi. Si tratta di un’area pedecollinare, prossima al rilievo su cui sorge l’attuale pieve di Pava (S. Maria in Pava). La chiesa, piuttosto rimaneggiata, conserva tracce di impianto romanico. L’area, insieme all’intero territorio di San Giovanni d’Asso è stata oggetto di indagini archeologiche a partire dal 2000. I primi interventi riguardano le ricognizioni di superficie condotte nell’ambito del progetto Carta Archeologica della Provincia di Siena (2000-2003), grazie alle quali il sito è stato individuato e contestualizzato. Le ricognizioni condotte in maniera intensiva e sistematica lungo la Valle dell’Asso hanno permesso l’individuazione, nell’area intorno a Pava, di un complesso di medio-grandi dimensioni databile tra II sec. a.C. e VI sec. d.C. L’interpretazione delle evidenze in superficie è riconducibile ad una statio che sorge lungo una viabilità interna che attraversava il territorio da est a ovest, superando il torrente Asso nel punto di confluenza con un affluente, la Trove. L’incrocio delle fonti archeologiche e storiche ha permesso di evidenziare un’interessante sovrapposizione di informazioni in quest’area. I documenti d’archivio di epoca longobarda, relativi alla contesa tra i vescovi di Siena e di Arezzo ricordano, dal 714, la presenza di una pieve di S. Pietro in Pava, plausibilmente collocabile in corrispondenza o nei pressi di quella di S. Maria in Pava (la chiesa tuttora esistente). La costanza con la quale si verificano, in ambito italiano ed europeo, casi di sovrapposizione di chiese paleocristiane e altomedievali a complessi di epoca romana e tardoantica ha fatto concentrare l’attenzione sulla posizione della chiesa altomedievale. A questo stadio della ricerca gli interessi storico-archeologici si sono intrecciati con problematiche di natura più metodologica. La strategia di intervento ha visto la realizzazione di ricognizioni aree con la relativa raccolta di documentazione fotografica a partire dal 2000 e dal 2003 di prospezioni geofisiche integrate (magnetometria, elettromagnetismo, georadar, geoelettrica). I dati raccolti, oltre a costituire un felice caso di studio a conferma dell’efficacia di una strategia e dell’integrazione di metodi di indagine hanno costituito la base per l’impostazione dello scavo archeologico
2006
Campana, S., Felici, C., Francovich, R., Marasco, L. (2006). “…Item introductus est Audo presbiter de baptisterio Sancti Petri in Pava…”. Indagini archeologiche sul sito della pieve di Pava (SI). In IV° Congresso nazionale di Archeologia Medievale (pp.353-359). FIRENZE : All'Insegna del Giglio.
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