Il contributo propone in dettaglio le prime linee di valorizzazione relative alle fasi conclusive del Progetto ArcheoVino. Il Progetto, ideato e coordinato dallo scrivente nell’area della Valle dell’Albegna, nella Maremma toscana, ha messo in luce, attraverso un approccio sperimentale e multidisciplinare, che ha coinvolto accanto agli archeologi, i botanici e i biologi molecolari, l’esistenza di un’area locale di domesticazione secondaria della Vitis vinifera sativa (vite coltivata), sviluppata dalle comunità antiche tra il periodo etrusco ed il periodo romano. La metodologia alla base di ArcheoVino, sviluppata con il primo ed innovativo Progetto VINUM, è consistita nel confrontare il germoplasma delle viti selvatiche censite e campionate intorno ai siti archeologici per accertarne il grado di parentela con i vitigni attualmente coltivati. Con ArcheoVino si è potuto dimostrare un elevato grado di similarità genetica delle popolazioni di vite selvatica distribuite intorno al sito etrusco di Ghiaccio Forte (Scansano) con i vitigni Sangiovese e Canaiolo nero, sostenendo con tratti innovativi la ricerca sull’origine dei vitigni e soprattutto confermando la forte vocazione vitivinicola di questo settore del territorio vulcente nel periodo etrusco, testimoniato dall’abbondanza di fornaci di anfore da trasporto etrusche. Il contributo costruisce una cornice di potenziali soluzioni di valorizzazione intorno al Progetto, attraverso un Parco della Vitivinicoltura Antica in prossimità del sito di Ghiaccio Forte ed una rete di itinerari che mettano in luce e conservino la biodiversità della vite.

Zifferero, A. (2012). Parchi per l'archeologia e il paesaggio: uno sviluppo possibile per ArcheoVino. In A. Ciacci, P. Rendini, A. Zifferero (a cura di), Archeologia della vite e del vino in Toscana e nel Lazio: dalle tecniche dell’indagine archeologica alle prospettive della biologia molecolare (pp. 683-704). Firenze : All'Insegna del giglio.

Parchi per l'archeologia e il paesaggio: uno sviluppo possibile per ArcheoVino

Zifferero, Andrea
2012-01-01

Abstract

Il contributo propone in dettaglio le prime linee di valorizzazione relative alle fasi conclusive del Progetto ArcheoVino. Il Progetto, ideato e coordinato dallo scrivente nell’area della Valle dell’Albegna, nella Maremma toscana, ha messo in luce, attraverso un approccio sperimentale e multidisciplinare, che ha coinvolto accanto agli archeologi, i botanici e i biologi molecolari, l’esistenza di un’area locale di domesticazione secondaria della Vitis vinifera sativa (vite coltivata), sviluppata dalle comunità antiche tra il periodo etrusco ed il periodo romano. La metodologia alla base di ArcheoVino, sviluppata con il primo ed innovativo Progetto VINUM, è consistita nel confrontare il germoplasma delle viti selvatiche censite e campionate intorno ai siti archeologici per accertarne il grado di parentela con i vitigni attualmente coltivati. Con ArcheoVino si è potuto dimostrare un elevato grado di similarità genetica delle popolazioni di vite selvatica distribuite intorno al sito etrusco di Ghiaccio Forte (Scansano) con i vitigni Sangiovese e Canaiolo nero, sostenendo con tratti innovativi la ricerca sull’origine dei vitigni e soprattutto confermando la forte vocazione vitivinicola di questo settore del territorio vulcente nel periodo etrusco, testimoniato dall’abbondanza di fornaci di anfore da trasporto etrusche. Il contributo costruisce una cornice di potenziali soluzioni di valorizzazione intorno al Progetto, attraverso un Parco della Vitivinicoltura Antica in prossimità del sito di Ghiaccio Forte ed una rete di itinerari che mettano in luce e conservino la biodiversità della vite.
2012
9788878145382
Zifferero, A. (2012). Parchi per l'archeologia e il paesaggio: uno sviluppo possibile per ArcheoVino. In A. Ciacci, P. Rendini, A. Zifferero (a cura di), Archeologia della vite e del vino in Toscana e nel Lazio: dalle tecniche dell’indagine archeologica alle prospettive della biologia molecolare (pp. 683-704). Firenze : All'Insegna del giglio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/40385