Analisi degli scritti del regista e teorico inglese dedicati ai Ballets Russes, Isadora Duncan ed altri protagonisti della danza moderna. La proposta di un’oggettivizzazione dell’attore in Supermarionetta e la valorizzazione della soggettività del danzatore moderno, così come ci sembra emergano dalla lettura degli scritti di Craig, non necessariamente contengono un’aporia nella riflessione craighiana sull’arte del movimento. Craig non è stato un teorico della danza; il suo pensiero su quest’arte è stato troppo condizionato dall’incontro con Isadora Duncan. Fu un’esperienza intensa, rivelatrice, ma che forse ha contribuito a far sì che il suo discorso sulla danza – verso cui egli nutriva anche un profondo interesse storico – restasse parziale, frammentario, soprattutto polemico. Allo stesso tempo attraverso la Duncan il regista inglese riuscì a cogliere un aspetto essenziale del più vasto fenomeno della nascita della danza moderna, l’importanza cioè della dimensione poetica e autoriale della lingua coreutica, una dimensione profonda che poteva dare interiorità ad un’arte troppo esposta ai piaceri della pura fisicità. Da un punto di vista storiografico le due posizioni, la condanna dell’individualismo dell’attore e la difesa della soggettività del danzatore, sembrano collocarsi entrambe dentro il solco delle prime avanguardie teatrali e di danza. Esse cercavano di definire e legittimare una nuova figura di autore che garantisse organicità e pienezza espressiva alla scena. In teatro l’affermazione di questa nuova autorialità diede luogo alla nascita della regia moderna, nella danza generò un movimento pionieristico di singole danzatrici-coreografe che avrebbero preparato la strada a danzatori e danzatrici come Martha Graham, Doris Humphrey, Kurt Jooss, José Limón, una generazione di veri e propri coreografi-registi a capo di compagnie e scuole da loro create e dirette.

DI BERNARDI, V. (2012). Gordon Craig e la danza moderna. BIBLIOTECA TEATRALE, BT 2010 n.93-94, gennaio-giugno, 61-85.

Gordon Craig e la danza moderna

DI BERNARDI, VITO
2012-01-01

Abstract

Analisi degli scritti del regista e teorico inglese dedicati ai Ballets Russes, Isadora Duncan ed altri protagonisti della danza moderna. La proposta di un’oggettivizzazione dell’attore in Supermarionetta e la valorizzazione della soggettività del danzatore moderno, così come ci sembra emergano dalla lettura degli scritti di Craig, non necessariamente contengono un’aporia nella riflessione craighiana sull’arte del movimento. Craig non è stato un teorico della danza; il suo pensiero su quest’arte è stato troppo condizionato dall’incontro con Isadora Duncan. Fu un’esperienza intensa, rivelatrice, ma che forse ha contribuito a far sì che il suo discorso sulla danza – verso cui egli nutriva anche un profondo interesse storico – restasse parziale, frammentario, soprattutto polemico. Allo stesso tempo attraverso la Duncan il regista inglese riuscì a cogliere un aspetto essenziale del più vasto fenomeno della nascita della danza moderna, l’importanza cioè della dimensione poetica e autoriale della lingua coreutica, una dimensione profonda che poteva dare interiorità ad un’arte troppo esposta ai piaceri della pura fisicità. Da un punto di vista storiografico le due posizioni, la condanna dell’individualismo dell’attore e la difesa della soggettività del danzatore, sembrano collocarsi entrambe dentro il solco delle prime avanguardie teatrali e di danza. Esse cercavano di definire e legittimare una nuova figura di autore che garantisse organicità e pienezza espressiva alla scena. In teatro l’affermazione di questa nuova autorialità diede luogo alla nascita della regia moderna, nella danza generò un movimento pionieristico di singole danzatrici-coreografe che avrebbero preparato la strada a danzatori e danzatrici come Martha Graham, Doris Humphrey, Kurt Jooss, José Limón, una generazione di veri e propri coreografi-registi a capo di compagnie e scuole da loro create e dirette.
2012
DI BERNARDI, V. (2012). Gordon Craig e la danza moderna. BIBLIOTECA TEATRALE, BT 2010 n.93-94, gennaio-giugno, 61-85.
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