Dopo oltre un secolo dalla pubblicazione della Storia della Valdichiana di Giovan Battista del Corto (Arezzo, 1898), questo volume si propone di ricostruire sistematicamente la storia del territorio della Valdichiana per conoscerne in modo aggiornato e metodologicamente corretto le trasformazioni che l’hanno segnata nel lungo periodo, fino all’epoca più recente. Consapevoli che la conoscenza del territorio richiede un approccio multi-disciplinare, abbiamo voluto realizzare un volume con la collaborazione di studiosi provenienti da varie specializzazioni: storici, architetti, ingegneri, studiosi di storia dell’arte, antropologi; studiosi che, con passione e competenza hanno esaminato i vari aspetti del cambiamento territoriale nel lungo arco di tempo di circa tremila anni, per il quale possiamo ricostruire le vicende storiche, ma partendo ancora più da lontano, dalla preistoria e dalle tracce che ne possiamo cogliere attraverso l’archeologia, e lanciando uno sguardo anche verso le prospettive del futuro. Le istituzioni culturali di maggior prestigio in Valdichiana, l’Accademia Etrusca di Cortona e l’Accademia Petrarca di Arezzo, hanno contribuito generosamente al volume con la collaborazione dei loro studiosi più qualificati. Fin dall’antichità la Valdichiana è stata caratterizzata da una forte identità territoriale. Abitata dagli etruschi, che avevano impiantato ai suoi estremi le grandi lucumonie di Chiusi e Arezzo, sotto i romani faceva parte della settima regio dell’impero. Durante il Medioevo probabilmente avvenne l’impaludamento della parte centrale della vallata per il ristagno delle acque, dovuto all’interramento per la scarsa pendenza del Clanis, il principale fiume/canale che l’attraversava, e alla mancata ripulitura dei vari corsi d’acqua. A partire dal basso Medioevo la definizione dell’ambito territoriale legato alla Valdichiana, si identifica con il bacino che è interessato al risanamento idraulico e alla bonifica del territorio circostante, caratterizzato dall’insediamento abitativo nei paesi che sia affacciano sulle sue colline: Cortona, Castiglion Fiorentino, Arezzo, Civitella della Chiana, Monte San Savino, Lucignano, Foiano della Chiana. Durante l’età moderna si sviluppa l’opera di risanamento idraulico che porta al recupero delle terre impaludate attraverso la bonifica per colmata e l’inversione della pendenza dell’intera vallata, che all’inizio vedeva scorrere parte delle sue acque da nord a sud ed alla fine di un lento processo di riassetto del territorio vede realizzata un’opera imponente di regimazione idraulica complessiva, che regola il deflusso del Canale Maestro della Chiana da Mezzogiorno a Settentrione, portando le acque del bacino dai laghi di Chiusi e di Montepulciano al limite settentrionale della valle, da dove le acque scorrono rapidamente verso l’Arno. Dopo i lavori di bonifica e risanamento idraulico, la Valdichiana viene descritta nell’Ottocento come un giardino, riconquista il titolo di granaio dell’Etruria, è animata da fiere, commerci, pluri-attività, e presenta la tipica organizzazione del paesaggio agrario basato sul sistema di mezzadria, con poderi e case coloniche sparse su tutto il territorio e ville di campagna o fattorie, al centro delle varie tenute. Oggi la Valle è interessata ad un rinnovato rapporto con l’acqua, ma di tipo diverso: dopo la sconfitta della palude e il risanamento idraulico la Valdichiana, anche per l’abbassamento della falda acquifera e per l’emungimento dei pozzi, è assetata di acqua; gli imponenti lavori di allestimento di una rete idraulica che, attraverso la canalizzazione in sotterraneo, stanno portando le acque del Tevere dalla diga di Montedoglio verso le colline della vallata sono destinati a cambiarne l’assetto territoriale e il volto agrario, con l’irrigazione, e la diffusione di colture intensive.

Biagianti, I. (a cura di). (2007). La Valdichiana dai primordi al terzo millennio. Storia ragionata di un territorio. CORTONA : Tiphys.

La Valdichiana dai primordi al terzo millennio. Storia ragionata di un territorio

BIAGIANTI, IVO
2007-01-01

Abstract

Dopo oltre un secolo dalla pubblicazione della Storia della Valdichiana di Giovan Battista del Corto (Arezzo, 1898), questo volume si propone di ricostruire sistematicamente la storia del territorio della Valdichiana per conoscerne in modo aggiornato e metodologicamente corretto le trasformazioni che l’hanno segnata nel lungo periodo, fino all’epoca più recente. Consapevoli che la conoscenza del territorio richiede un approccio multi-disciplinare, abbiamo voluto realizzare un volume con la collaborazione di studiosi provenienti da varie specializzazioni: storici, architetti, ingegneri, studiosi di storia dell’arte, antropologi; studiosi che, con passione e competenza hanno esaminato i vari aspetti del cambiamento territoriale nel lungo arco di tempo di circa tremila anni, per il quale possiamo ricostruire le vicende storiche, ma partendo ancora più da lontano, dalla preistoria e dalle tracce che ne possiamo cogliere attraverso l’archeologia, e lanciando uno sguardo anche verso le prospettive del futuro. Le istituzioni culturali di maggior prestigio in Valdichiana, l’Accademia Etrusca di Cortona e l’Accademia Petrarca di Arezzo, hanno contribuito generosamente al volume con la collaborazione dei loro studiosi più qualificati. Fin dall’antichità la Valdichiana è stata caratterizzata da una forte identità territoriale. Abitata dagli etruschi, che avevano impiantato ai suoi estremi le grandi lucumonie di Chiusi e Arezzo, sotto i romani faceva parte della settima regio dell’impero. Durante il Medioevo probabilmente avvenne l’impaludamento della parte centrale della vallata per il ristagno delle acque, dovuto all’interramento per la scarsa pendenza del Clanis, il principale fiume/canale che l’attraversava, e alla mancata ripulitura dei vari corsi d’acqua. A partire dal basso Medioevo la definizione dell’ambito territoriale legato alla Valdichiana, si identifica con il bacino che è interessato al risanamento idraulico e alla bonifica del territorio circostante, caratterizzato dall’insediamento abitativo nei paesi che sia affacciano sulle sue colline: Cortona, Castiglion Fiorentino, Arezzo, Civitella della Chiana, Monte San Savino, Lucignano, Foiano della Chiana. Durante l’età moderna si sviluppa l’opera di risanamento idraulico che porta al recupero delle terre impaludate attraverso la bonifica per colmata e l’inversione della pendenza dell’intera vallata, che all’inizio vedeva scorrere parte delle sue acque da nord a sud ed alla fine di un lento processo di riassetto del territorio vede realizzata un’opera imponente di regimazione idraulica complessiva, che regola il deflusso del Canale Maestro della Chiana da Mezzogiorno a Settentrione, portando le acque del bacino dai laghi di Chiusi e di Montepulciano al limite settentrionale della valle, da dove le acque scorrono rapidamente verso l’Arno. Dopo i lavori di bonifica e risanamento idraulico, la Valdichiana viene descritta nell’Ottocento come un giardino, riconquista il titolo di granaio dell’Etruria, è animata da fiere, commerci, pluri-attività, e presenta la tipica organizzazione del paesaggio agrario basato sul sistema di mezzadria, con poderi e case coloniche sparse su tutto il territorio e ville di campagna o fattorie, al centro delle varie tenute. Oggi la Valle è interessata ad un rinnovato rapporto con l’acqua, ma di tipo diverso: dopo la sconfitta della palude e il risanamento idraulico la Valdichiana, anche per l’abbassamento della falda acquifera e per l’emungimento dei pozzi, è assetata di acqua; gli imponenti lavori di allestimento di una rete idraulica che, attraverso la canalizzazione in sotterraneo, stanno portando le acque del Tevere dalla diga di Montedoglio verso le colline della vallata sono destinati a cambiarne l’assetto territoriale e il volto agrario, con l’irrigazione, e la diffusione di colture intensive.
2007
9788890294303
Biagianti, I. (a cura di). (2007). La Valdichiana dai primordi al terzo millennio. Storia ragionata di un territorio. CORTONA : Tiphys.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/25781
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