Il LIAAM (Laboratorio di Informatica Applicata all'Archeologia Medievale) è un gruppo di lavoro consolidato che da molti anni costituisce una delle punte avanzate nella sperimentazione di una via informatica all’archeologia medievale. Si compone di archeologi che sviluppano tecniche di documentazione digitale finalizzate ad una gestione ottimale del dato, per processarlo, ottenendo informazioni da ascrivere nel dibattito storiografico e per un loro inserimento in politiche di valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico e monumentale. Il testo illustra la filosofia di lavoro del LIAAM. Propone l'esperienza fatta, cosa deve essere l’informatica applicata all’archeologia, quali sono suoi reali benefici e limiti nella costruzione di un sistema di registrazione, consultazione, interrogazione ed elaborazione. E' caratterizzato da una chiara vena polemica verso coloro che usano l'informatica in Archeologia come fine a se stessa, ovvero come fine da raggiungere e non come mezzo-strumento per raggiungere un fine che non può che essere la narrazione e la modellizzazione storica. Considera inoltre i sistemi elaborati come il mezzo principale per condividere il record con l'intera comunità scientifica e per connotarlo di una ricaduta pubblica secondo i canoni dettati dall'odierna società dell'informazione.

Valenti, M. (2009). Una via archeologica all'informatica (non una via informatica all'archeologia). In Informatica e archeologia medievale (pp. 7-28). FIRENZE : All'Insegna del Giglio.

Una via archeologica all'informatica (non una via informatica all'archeologia)

VALENTI, MARCO
2009-01-01

Abstract

Il LIAAM (Laboratorio di Informatica Applicata all'Archeologia Medievale) è un gruppo di lavoro consolidato che da molti anni costituisce una delle punte avanzate nella sperimentazione di una via informatica all’archeologia medievale. Si compone di archeologi che sviluppano tecniche di documentazione digitale finalizzate ad una gestione ottimale del dato, per processarlo, ottenendo informazioni da ascrivere nel dibattito storiografico e per un loro inserimento in politiche di valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico e monumentale. Il testo illustra la filosofia di lavoro del LIAAM. Propone l'esperienza fatta, cosa deve essere l’informatica applicata all’archeologia, quali sono suoi reali benefici e limiti nella costruzione di un sistema di registrazione, consultazione, interrogazione ed elaborazione. E' caratterizzato da una chiara vena polemica verso coloro che usano l'informatica in Archeologia come fine a se stessa, ovvero come fine da raggiungere e non come mezzo-strumento per raggiungere un fine che non può che essere la narrazione e la modellizzazione storica. Considera inoltre i sistemi elaborati come il mezzo principale per condividere il record con l'intera comunità scientifica e per connotarlo di una ricaduta pubblica secondo i canoni dettati dall'odierna società dell'informazione.
2009
Valenti, M. (2009). Una via archeologica all'informatica (non una via informatica all'archeologia). In Informatica e archeologia medievale (pp. 7-28). FIRENZE : All'Insegna del Giglio.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
metodi e temi 2_fronte_e pp_7-28.pdf

non disponibili

Tipologia: Post-print
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 213.69 kB
Formato Adobe PDF
213.69 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/22926
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo