L’esame dei resti di uro rinvenuti in due unità stratigrafiche del Paleolitico medio della Grotta di Santa Croce a Bisceglie (US 535, 546) e nello strato 3 dell’Epigravettiano finale della Grotta delle Mura a Monopoli mette in luce modalità diverse di sfruttamento di questo grande bovide. Nel primo sito i resti rinvenuti sono relativi quasi totalmente ad individui adulti. Le parti scheletriche riguardano soprattutto una buona quantità di frammenti di diafisi di ossa lunghe. Sono frequenti i denti isolati fra i quali mancano gli incisivi, mentre sono scarsi i frammenti di epifisi e ossa di piccole dimensioni come falangi, sesamoidi, carpali e tarsali. Questi elementi sono invece frequenti nella Grotta delle Mura dove si registra una buona presenza di individui giovani. Lo studio del materiale non determinabile a livello tassonomico ha permesso di completare il quadro sulle presenze scheletriche e sul generale sfruttamento delle ossa. Ulteriori dati sono emersi dall’analisi delle parti parzialmente combuste. Nel confronto tra alcuni siti del Paleolitico medio e superiore del Sud Italia queste differenze, osservate anche nei resti di altri ungulati, testimoniano una diversa gestione delle ossa animali da parte del Neandertal e del Sapiens, legata al recupero del midollo e al probabile utilizzo delle ossa come combustibile.

Boscato, P., Crezzini, J. (2010). Modalità di sfruttamento delle parti scheletriche di Bos primigenius nel Paleolitico medio e superiore della Puglia: Grotta di Santa Croce (Bisceglie, Bari) e Grotta delle Mura (Monopoli, Bari). In Atti 5° Convegno Nazionale di Archeozoologia (pp.39-46). Edizioni Osiride, Rovereto, TN.

Modalità di sfruttamento delle parti scheletriche di Bos primigenius nel Paleolitico medio e superiore della Puglia: Grotta di Santa Croce (Bisceglie, Bari) e Grotta delle Mura (Monopoli, Bari)

BOSCATO, PAOLO;CREZZINI, JACOPO
2010-01-01

Abstract

L’esame dei resti di uro rinvenuti in due unità stratigrafiche del Paleolitico medio della Grotta di Santa Croce a Bisceglie (US 535, 546) e nello strato 3 dell’Epigravettiano finale della Grotta delle Mura a Monopoli mette in luce modalità diverse di sfruttamento di questo grande bovide. Nel primo sito i resti rinvenuti sono relativi quasi totalmente ad individui adulti. Le parti scheletriche riguardano soprattutto una buona quantità di frammenti di diafisi di ossa lunghe. Sono frequenti i denti isolati fra i quali mancano gli incisivi, mentre sono scarsi i frammenti di epifisi e ossa di piccole dimensioni come falangi, sesamoidi, carpali e tarsali. Questi elementi sono invece frequenti nella Grotta delle Mura dove si registra una buona presenza di individui giovani. Lo studio del materiale non determinabile a livello tassonomico ha permesso di completare il quadro sulle presenze scheletriche e sul generale sfruttamento delle ossa. Ulteriori dati sono emersi dall’analisi delle parti parzialmente combuste. Nel confronto tra alcuni siti del Paleolitico medio e superiore del Sud Italia queste differenze, osservate anche nei resti di altri ungulati, testimoniano una diversa gestione delle ossa animali da parte del Neandertal e del Sapiens, legata al recupero del midollo e al probabile utilizzo delle ossa come combustibile.
2010
9788874981434
Boscato, P., Crezzini, J. (2010). Modalità di sfruttamento delle parti scheletriche di Bos primigenius nel Paleolitico medio e superiore della Puglia: Grotta di Santa Croce (Bisceglie, Bari) e Grotta delle Mura (Monopoli, Bari). In Atti 5° Convegno Nazionale di Archeozoologia (pp.39-46). Edizioni Osiride, Rovereto, TN.
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