Nella sua articolazione in tre parti - L’uomo, L’ambasciatore, L’occhio dell’ambasciatore - il libro è costruito come un gioco di sguardi, o di specchi che aprono squarci di soggettività in una visione oggettiva e viceversa. L’occhio dell’ambasciatore, in soggettiva – dalle vivaci pagine della autobiografia (qui per la prima volta riprodotta) come, col filtro della pacatezza, dalle lettere ufficiali – racconta il «carattere dei principi e il genio dei popoli»; analizza la «maggiore rivoluzione che sia seguita da più secoli in Europa»; gusta lo spettacolo della guerra, ma inorridisce di fronte al «commercio di gambe e di braccia»; segue il frenetico lavorio diplomatico, dall’intercettazione delle lettere cifrate al privilegio dei fiocchi. L’occhio dello storico, in uno sforzo di oggettività, scruta l’uomo – Carlo Mansi (1682-1750) inviato straordinario a Vienna dal 1736 al ’48 – e ne indaga il retroterra familiare, la preparazione culturale, l’educazione sentimentale, il senso del proprio status e dell’impegno politico; colloca l’attività dell’ambasciatore nell’alveo di una professione dai contenuti e dalle forme ormai ben delineati ma non ancora completamente burocratizzata; tenta di dare ragione della stessa percezione soggettiva dell’occhio dell’ambasciatore. Ne risulta un approccio sfaccettato, frutto dell’intersezione di diversi piani tematici, quello degli equilibri europei in una fase di profondo mutamento e incertezza, quello della politica estera di una piccola repubblica qual è Lucca, quello della prassi diplomatica con le sue regole, prerogative e rituali (fondamentali «minuzie»), quello, infine, della vita quotidiana alla corte dell’imperatore e di Maria Teresa e nella Vienna con-vulsa e inquieta della guerra di successione.

Sabbatini, R. (2006). L'occhio dell'ambasciatore. L'Europa delle guerre di successione nell'autobiografia dell'inviato lucchese a Vienna. MILANO : Franco Angeli.

L'occhio dell'ambasciatore. L'Europa delle guerre di successione nell'autobiografia dell'inviato lucchese a Vienna

SABBATINI, RENZO
2006-01-01

Abstract

Nella sua articolazione in tre parti - L’uomo, L’ambasciatore, L’occhio dell’ambasciatore - il libro è costruito come un gioco di sguardi, o di specchi che aprono squarci di soggettività in una visione oggettiva e viceversa. L’occhio dell’ambasciatore, in soggettiva – dalle vivaci pagine della autobiografia (qui per la prima volta riprodotta) come, col filtro della pacatezza, dalle lettere ufficiali – racconta il «carattere dei principi e il genio dei popoli»; analizza la «maggiore rivoluzione che sia seguita da più secoli in Europa»; gusta lo spettacolo della guerra, ma inorridisce di fronte al «commercio di gambe e di braccia»; segue il frenetico lavorio diplomatico, dall’intercettazione delle lettere cifrate al privilegio dei fiocchi. L’occhio dello storico, in uno sforzo di oggettività, scruta l’uomo – Carlo Mansi (1682-1750) inviato straordinario a Vienna dal 1736 al ’48 – e ne indaga il retroterra familiare, la preparazione culturale, l’educazione sentimentale, il senso del proprio status e dell’impegno politico; colloca l’attività dell’ambasciatore nell’alveo di una professione dai contenuti e dalle forme ormai ben delineati ma non ancora completamente burocratizzata; tenta di dare ragione della stessa percezione soggettiva dell’occhio dell’ambasciatore. Ne risulta un approccio sfaccettato, frutto dell’intersezione di diversi piani tematici, quello degli equilibri europei in una fase di profondo mutamento e incertezza, quello della politica estera di una piccola repubblica qual è Lucca, quello della prassi diplomatica con le sue regole, prerogative e rituali (fondamentali «minuzie»), quello, infine, della vita quotidiana alla corte dell’imperatore e di Maria Teresa e nella Vienna con-vulsa e inquieta della guerra di successione.
2006
8846474430
Sabbatini, R. (2006). L'occhio dell'ambasciatore. L'Europa delle guerre di successione nell'autobiografia dell'inviato lucchese a Vienna. MILANO : Franco Angeli.
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