Aulo Giano Parrasio umanista di origine calabrese, educato alla scuola del napoletano Francesco Pucci fu amico di intellettuali napoletani della fine del XV secolo, quali Antonio Seripando, Giano Anisio, Sannazaro e Gioviano Pontano, che lo invitò a tenere lezioni presso la sua Accademia. Durante la sua lunga attività di filologo, bibliofilo e docente universitario, egli soggiornò presso le corti delle maggiori Signorie dell’inizio del XVI secolo, mecenati della cultura umanistica, e entrò in contatto con le figure di spicco di quella temperie culturale e senz’altro con le loro ricche biblioteche, come la raccolta di Gasparino Barzizza a Milano. In tutte le sedi di attività egli acquistò codici latini e greci, che, dopo il 1519, anno in cui lasciò l’ultima sede di attività, cioè Roma dove tenne corsi per lo Studium voluto da papa Leone X, portò con sé in Calabria, dove fondò, presso Cosenza, una scuola di grammatica. Testimoniano la sua costante ricerca di libri le lettere ad amici e allievi e le stesse prefazioni all’edizione di opere classiche a cui egli attese e le note di acquisto apposte dallo stesso possessore sui fogli di guardia e ancora superstiti. Si tratta di volumi non acquisiti per la loro bellezza, ma per l’importanza e la correttezza dei testi, in massima parte di autori classici e di opere patristiche, che tramandano, oltre al valore di molti di quei codici riconosciuto dalla critica moderna (a volte esemplari unici, come il Probo ms. Neap. Lat.1). Alla fine della sua vita Parrasio destinò la sua ampia biblioteca all’amico Antonio Seripando e la moglie Teodora, figlia di Emanuele Crisolora, sua esecutrice testamentaria, si affrettò a far redigere un inventario per evitare che i libri venissero rubati dopo la morte del marito. Si tratta di un elenco di più di 650 item, di cui, grazie al recupero di notizie storiche e filologiche, all’esame di cataloghi di biblioteche di conservazione italiane e europee e alla visione autoptica degli esemplari, si è riuscito a individuare 450 volumi appartenuti all’umanista, alcuni dei quali autografi, tutti contenenti un più o meno nutrito apparato di notazioni grammaticali e antiquarie, di cui si è fornita anche una catalogazione breve degli esemplari non censiti in cataloghi a stampa.

Tristano, C. (1989). La biblioteca di un umanista calabrese: Aulo Giano Parrasio.. ROMA : Vecchiarelli.

La biblioteca di un umanista calabrese: Aulo Giano Parrasio.

TRISTANO, CATERINA
1989-01-01

Abstract

Aulo Giano Parrasio umanista di origine calabrese, educato alla scuola del napoletano Francesco Pucci fu amico di intellettuali napoletani della fine del XV secolo, quali Antonio Seripando, Giano Anisio, Sannazaro e Gioviano Pontano, che lo invitò a tenere lezioni presso la sua Accademia. Durante la sua lunga attività di filologo, bibliofilo e docente universitario, egli soggiornò presso le corti delle maggiori Signorie dell’inizio del XVI secolo, mecenati della cultura umanistica, e entrò in contatto con le figure di spicco di quella temperie culturale e senz’altro con le loro ricche biblioteche, come la raccolta di Gasparino Barzizza a Milano. In tutte le sedi di attività egli acquistò codici latini e greci, che, dopo il 1519, anno in cui lasciò l’ultima sede di attività, cioè Roma dove tenne corsi per lo Studium voluto da papa Leone X, portò con sé in Calabria, dove fondò, presso Cosenza, una scuola di grammatica. Testimoniano la sua costante ricerca di libri le lettere ad amici e allievi e le stesse prefazioni all’edizione di opere classiche a cui egli attese e le note di acquisto apposte dallo stesso possessore sui fogli di guardia e ancora superstiti. Si tratta di volumi non acquisiti per la loro bellezza, ma per l’importanza e la correttezza dei testi, in massima parte di autori classici e di opere patristiche, che tramandano, oltre al valore di molti di quei codici riconosciuto dalla critica moderna (a volte esemplari unici, come il Probo ms. Neap. Lat.1). Alla fine della sua vita Parrasio destinò la sua ampia biblioteca all’amico Antonio Seripando e la moglie Teodora, figlia di Emanuele Crisolora, sua esecutrice testamentaria, si affrettò a far redigere un inventario per evitare che i libri venissero rubati dopo la morte del marito. Si tratta di un elenco di più di 650 item, di cui, grazie al recupero di notizie storiche e filologiche, all’esame di cataloghi di biblioteche di conservazione italiane e europee e alla visione autoptica degli esemplari, si è riuscito a individuare 450 volumi appartenuti all’umanista, alcuni dei quali autografi, tutti contenenti un più o meno nutrito apparato di notazioni grammaticali e antiquarie, di cui si è fornita anche una catalogazione breve degli esemplari non censiti in cataloghi a stampa.
1989
Tristano, C. (1989). La biblioteca di un umanista calabrese: Aulo Giano Parrasio.. ROMA : Vecchiarelli.
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