La monografia mira a ricostruire le enormi potenzialità applicative dell’istituto della riunione delle cause, attraverso un’accurata ed esaustiva ricognizione della giurisprudenza costituzionale, elaborata sul tema in oltre quarant’anni di attività. Il lavoro si articola in sei capitoli. Il primo affronta alcune questioni introduttive, tra le quali l’individuazione di un diritto processuale costituzionale e la sua incidenza sulle modalità applicative della riunione, mentre il secondo è dedicato all’esegesi del dettato normativo relativo alla riunione delle cause (sezione I) e all’incidenza di tale istituto sulla determinazione dell’oggetto del giudizio costituzionale (sezione II). Nel secondo capitolo, l’A. delinea le modalità applicative della riunione anche nei processi amministrativo e civile, al fine di individuare se vi sono aspetti e finalità comuni all’applicazione di tale istituto e se i criteri elaborati negli altri processi possano essere utili in sede di esame della giurisprudenza costituzionale. Per procedere a tale esame (oggetto dei capitoli successivi) è stato affrontato, quale indispensabile premessa, il complesso tema di quali siano gli elementi identificativi della questione di legittimità costituzionale, e più in generale cosa si intenda per oggetto del giudizio costituzionale in via incidentale. Il terzo capitolo esamina, in modo sistematico, le formule utilizzate dalla Corte quali motivazioni del ricorso alla riunione, motivando, con dovizia di argomenti, se tali formule siano esaustive al fine di giustificare il ricorso alla riunione e soffermandosi ad analizzare se il ricorso a tale istituto sia obbligatorio o discrezionale, a seconda della maggiore o minore coincidenza degli elementi di identificazione della questione di legittimità costituzionale. Nel capitolo quarto, che costituisce svolgimento del precedente, l’A. offre una ricostruzione critica, al di là delle formule spesso non chiarificatrici utilizzate dalla Corte, di quali siano i passaggi della pronuncia che celano la motivazione della riunione; quale sia il rapporto tra la parte c.d. del «ritenuto in fatto», e la parte c.d. del «considerato in diritto», nei casi di riunione e, di conseguenza, se la motivazione sulla riunione sia stata "veramente" estromessa dal «ritenuto in fatto», come sostenuto in dottrina. Nel capitolo quinto, l’A. delinea quella che, forse, può essere considerata la parte centrale del lavoro ovvero la tematica della riconformazione della questione di legittimità costituzionale ad opera della Corte mediante un uso strategico della riunione. La rassegna giurisprudenziale ha, infatti, permesso di misurare sul campo le enormi potenzialità applicative dell’istituto, che può giungere a determinare una netta cesura tra giudizi a quibus e giudizio ad quem. La ricerca si conclude con la ricostruzione dell'istituto della riunione correlato ai poteri delle parti nel giudizio costituzionale. L’A. sottopone ad esame critico il possibile utilizzo della riunione come mezzo idoneo ad ovviare ai limiti derivanti dalla convocazione in camera di consiglio, analizzando, altresì, i limiti al contraddittorio previsti nell'udienza pubblica. Nell’ultima sezione, infine, l’A. si sofferma, tra le altre cose, sulla facoltà dei terzi di proporre istanza di riunione e sulla possibilità di utilizzare tale istituto come mezzo per realizzare un effetto equivalente a quello di un intervento di tipo litisconsortile.

Bindi, E. (2003). La riunione delle cause nel giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. PADOVA : CEDAM.

La riunione delle cause nel giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale

BINDI, ELENA
2003-01-01

Abstract

La monografia mira a ricostruire le enormi potenzialità applicative dell’istituto della riunione delle cause, attraverso un’accurata ed esaustiva ricognizione della giurisprudenza costituzionale, elaborata sul tema in oltre quarant’anni di attività. Il lavoro si articola in sei capitoli. Il primo affronta alcune questioni introduttive, tra le quali l’individuazione di un diritto processuale costituzionale e la sua incidenza sulle modalità applicative della riunione, mentre il secondo è dedicato all’esegesi del dettato normativo relativo alla riunione delle cause (sezione I) e all’incidenza di tale istituto sulla determinazione dell’oggetto del giudizio costituzionale (sezione II). Nel secondo capitolo, l’A. delinea le modalità applicative della riunione anche nei processi amministrativo e civile, al fine di individuare se vi sono aspetti e finalità comuni all’applicazione di tale istituto e se i criteri elaborati negli altri processi possano essere utili in sede di esame della giurisprudenza costituzionale. Per procedere a tale esame (oggetto dei capitoli successivi) è stato affrontato, quale indispensabile premessa, il complesso tema di quali siano gli elementi identificativi della questione di legittimità costituzionale, e più in generale cosa si intenda per oggetto del giudizio costituzionale in via incidentale. Il terzo capitolo esamina, in modo sistematico, le formule utilizzate dalla Corte quali motivazioni del ricorso alla riunione, motivando, con dovizia di argomenti, se tali formule siano esaustive al fine di giustificare il ricorso alla riunione e soffermandosi ad analizzare se il ricorso a tale istituto sia obbligatorio o discrezionale, a seconda della maggiore o minore coincidenza degli elementi di identificazione della questione di legittimità costituzionale. Nel capitolo quarto, che costituisce svolgimento del precedente, l’A. offre una ricostruzione critica, al di là delle formule spesso non chiarificatrici utilizzate dalla Corte, di quali siano i passaggi della pronuncia che celano la motivazione della riunione; quale sia il rapporto tra la parte c.d. del «ritenuto in fatto», e la parte c.d. del «considerato in diritto», nei casi di riunione e, di conseguenza, se la motivazione sulla riunione sia stata "veramente" estromessa dal «ritenuto in fatto», come sostenuto in dottrina. Nel capitolo quinto, l’A. delinea quella che, forse, può essere considerata la parte centrale del lavoro ovvero la tematica della riconformazione della questione di legittimità costituzionale ad opera della Corte mediante un uso strategico della riunione. La rassegna giurisprudenziale ha, infatti, permesso di misurare sul campo le enormi potenzialità applicative dell’istituto, che può giungere a determinare una netta cesura tra giudizi a quibus e giudizio ad quem. La ricerca si conclude con la ricostruzione dell'istituto della riunione correlato ai poteri delle parti nel giudizio costituzionale. L’A. sottopone ad esame critico il possibile utilizzo della riunione come mezzo idoneo ad ovviare ai limiti derivanti dalla convocazione in camera di consiglio, analizzando, altresì, i limiti al contraddittorio previsti nell'udienza pubblica. Nell’ultima sezione, infine, l’A. si sofferma, tra le altre cose, sulla facoltà dei terzi di proporre istanza di riunione e sulla possibilità di utilizzare tale istituto come mezzo per realizzare un effetto equivalente a quello di un intervento di tipo litisconsortile.
2003
8813246099
Bindi, E. (2003). La riunione delle cause nel giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. PADOVA : CEDAM.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/15821
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