Il volume affronta il tema delle sanzioni amministrative della CONSOB e della Banca d’Italia che rappresentano oggi lo strumento più utilizzato nell’azione di vigilanza per reprimere comportamenti non corretti degli operatori bancari e di società quotate. È un campo nel quale, inevitabilmente, si intrecciano materie diverse: il diritto CEDU, il diritto costituzionale, il diritto amministrativo, il diritto processuale ed anche il diritto penale. Queste interrelazioni sono estremamente complesse, ma danno anche la misura di come gli ordinamenti, interni ed esterni, siano oggi dipendenti gli uni dagli altri. Il capitolo I affronta difatti i rapporti tra l’ordinamento interno e il sistema CEDU, analizzando quale margine di apprezzamento hanno gli Stati membri allorché introducono clausole derogatorie dei diritti convenzionali. Sono quindi analizzati gli effetti delle sentenze della Corte EDU nell’ordinamento italiano, alla luce delle più importanti pronunce in materia. Dopodiché, il capitolo II analizza la categoria “sanzione amministrativa avente natura penale” cercando di sistematizzare gli orientamenti della Corte EDU e distinguendo tre tipi di sanzioni “astrattamente penali” ma con differente grado di afflittività: le minor offences senza necessità di accertamento sul fatto, le minor offences, e le criminal offences. A queste differenti categorie di sanzioni corrispondono poi crescenti gradi di tutela processuale e sostanziale. Il capitolo III esamina quindi le conseguenze della natura sostanzialmente penale di queste sanzioni sul procedimento e sul processo. In particolare, ricostruisce la giurisprudenza della Corte EDU relativa alle autorità francesi e pone in luce le differenze di questa giurisprudenza rispetto alla sentenza Grande Stevens ed altri v. Italia del 4 marzo 2014. Il capitolo IV analizza, invece, i procedimenti sanzionatori di Consob e Banca d’Italia con un attenzione particolare al grado di tutela della partecipazione in tali procedimenti, al fine di valutare se ai soggetti sanzionati sono riconosciuti strumenti di difesa adeguati agli standard dell’equo processo previsto dall’art. 6 CEDU. Il capitolo V affronta il tema dei procedimenti di opposizione alla sanzione, con particolare attenzione alla compatibilità del rito sommario con l’ordinamento CEDU per poi soffermarsi sugli modifiche normative introdotte, sia nel procedimento che al processo, a seguito della sentenza Grande Stevens. Tema ulteriormente sviluppato poi capitolo VI, che approfondisce gli orientamenti della giurisprudenza interna nel quadro delle sollecitazioni sovranazionali. Il capitolo VII affronta il tema centrale, sia nel dibattito giurisprudenziale che dottrinale, concernente il principio del ne bis in idem e il divieto di doppio binario tra sanzione penale e sanzione amministrativa di natura penale. L’ampio excursus della giurisprudenza interna e delle Corti europee permette una ricostruzione delle linee evolutive, che nelle più recenti sentenze sono giunte ad affermare che il ne bis in idem può subire limitazioni, purché tali limitazioni siano giustificate e proporzionate. Infine il capitolo VIII si sofferma sia sulla questione dell’applicazione del principio della retroattività in mitius anche alla disciplina sulle sanzioni amministrative afflittive, sia sulla questione della cedevolezza del giudicato in tema di sanzioni amministrative afflittive. La soluzione cui giungono gli Autori auspica un intervento legislativo volto a distinguere tra le diverse sanzioni amministrative, anche al fine di risolvere il grande problema, di natura ordinamentale, che condiziona inevitabilmente tutta questa problematica. Le strategie di depenalizzazione degli ordinamenti sono infatti destinate a fallire se alle sanzioni amministrative, conseguenza di un processo di depenalizzazione, si applicassero alla fine tutte le garanzie del diritto penale. Nondimeno una gradazione delle categorie consentirebbe a sua volta una gradazione della estensione delle garanzie e quindi, nella sostanza, un possibile bilanciamento tra le esigenze di garanzia e i fini della depenalizzazione

Bindi, E., Pisaneschi, A. (2018). Sanzioni Consob e Banca d'Italia. Procedimento e doppio binario al vaglio della Corte europea dei Diritti dell'Uomo. Torino : Giappichelli.

Sanzioni Consob e Banca d'Italia. Procedimento e doppio binario al vaglio della Corte europea dei Diritti dell'Uomo

Bindi Elena
;
Pisaneschi Andrea
2018-01-01

Abstract

Il volume affronta il tema delle sanzioni amministrative della CONSOB e della Banca d’Italia che rappresentano oggi lo strumento più utilizzato nell’azione di vigilanza per reprimere comportamenti non corretti degli operatori bancari e di società quotate. È un campo nel quale, inevitabilmente, si intrecciano materie diverse: il diritto CEDU, il diritto costituzionale, il diritto amministrativo, il diritto processuale ed anche il diritto penale. Queste interrelazioni sono estremamente complesse, ma danno anche la misura di come gli ordinamenti, interni ed esterni, siano oggi dipendenti gli uni dagli altri. Il capitolo I affronta difatti i rapporti tra l’ordinamento interno e il sistema CEDU, analizzando quale margine di apprezzamento hanno gli Stati membri allorché introducono clausole derogatorie dei diritti convenzionali. Sono quindi analizzati gli effetti delle sentenze della Corte EDU nell’ordinamento italiano, alla luce delle più importanti pronunce in materia. Dopodiché, il capitolo II analizza la categoria “sanzione amministrativa avente natura penale” cercando di sistematizzare gli orientamenti della Corte EDU e distinguendo tre tipi di sanzioni “astrattamente penali” ma con differente grado di afflittività: le minor offences senza necessità di accertamento sul fatto, le minor offences, e le criminal offences. A queste differenti categorie di sanzioni corrispondono poi crescenti gradi di tutela processuale e sostanziale. Il capitolo III esamina quindi le conseguenze della natura sostanzialmente penale di queste sanzioni sul procedimento e sul processo. In particolare, ricostruisce la giurisprudenza della Corte EDU relativa alle autorità francesi e pone in luce le differenze di questa giurisprudenza rispetto alla sentenza Grande Stevens ed altri v. Italia del 4 marzo 2014. Il capitolo IV analizza, invece, i procedimenti sanzionatori di Consob e Banca d’Italia con un attenzione particolare al grado di tutela della partecipazione in tali procedimenti, al fine di valutare se ai soggetti sanzionati sono riconosciuti strumenti di difesa adeguati agli standard dell’equo processo previsto dall’art. 6 CEDU. Il capitolo V affronta il tema dei procedimenti di opposizione alla sanzione, con particolare attenzione alla compatibilità del rito sommario con l’ordinamento CEDU per poi soffermarsi sugli modifiche normative introdotte, sia nel procedimento che al processo, a seguito della sentenza Grande Stevens. Tema ulteriormente sviluppato poi capitolo VI, che approfondisce gli orientamenti della giurisprudenza interna nel quadro delle sollecitazioni sovranazionali. Il capitolo VII affronta il tema centrale, sia nel dibattito giurisprudenziale che dottrinale, concernente il principio del ne bis in idem e il divieto di doppio binario tra sanzione penale e sanzione amministrativa di natura penale. L’ampio excursus della giurisprudenza interna e delle Corti europee permette una ricostruzione delle linee evolutive, che nelle più recenti sentenze sono giunte ad affermare che il ne bis in idem può subire limitazioni, purché tali limitazioni siano giustificate e proporzionate. Infine il capitolo VIII si sofferma sia sulla questione dell’applicazione del principio della retroattività in mitius anche alla disciplina sulle sanzioni amministrative afflittive, sia sulla questione della cedevolezza del giudicato in tema di sanzioni amministrative afflittive. La soluzione cui giungono gli Autori auspica un intervento legislativo volto a distinguere tra le diverse sanzioni amministrative, anche al fine di risolvere il grande problema, di natura ordinamentale, che condiziona inevitabilmente tutta questa problematica. Le strategie di depenalizzazione degli ordinamenti sono infatti destinate a fallire se alle sanzioni amministrative, conseguenza di un processo di depenalizzazione, si applicassero alla fine tutte le garanzie del diritto penale. Nondimeno una gradazione delle categorie consentirebbe a sua volta una gradazione della estensione delle garanzie e quindi, nella sostanza, un possibile bilanciamento tra le esigenze di garanzia e i fini della depenalizzazione
2018
978-88-921-1202-5
Bindi, E., Pisaneschi, A. (2018). Sanzioni Consob e Banca d'Italia. Procedimento e doppio binario al vaglio della Corte europea dei Diritti dell'Uomo. Torino : Giappichelli.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1139784