La monografia ricostruisce le esperienze dell'artista italiano Nicola Salvatore, comprendo un arco di tempo che dai primi anni Settanta giunge all'attualità. Il tema dominante dell'intero percorso artistico è l'immagine della balena, ora tradotto in pittura, ora in complessi scultorei. La balena è proposta come reperto di un’iconografia che si perde nel buoi dei millenni e, al tempo stesso, traccia, impronta e luogo dell’immaginario contemporaneo, luminosa figura che si fa largo nei bagliori, esibita da Salvatore quale novità di una creatività, ma anche come ulteriore mostro, di quelli che abitano le tenebre della psiche che il gesto, il colore, la forma fanno affiorare alla verità dello sguardo per liberarci dal loro terrore per sempre. Una figura avvolta nei bagliori del rinnovato rito della pittura, della scultura, dunque, del loro celebrare il valore dell’immagine, posto come ulteriore avance alla realtà, cercando di definire nuove forme, anzi delle pre-forme, cioè proprie di corpi che vivono e si agitano nell’ immaginario, nella ribollente preistoria dell’Io collettivo. In questi dipinti o, meglio ancora, in questi complessi plastici, avanzati a metà fra bassorilievo, pittura, collage, ove, più di tutto, gioca il desiderio di narrare il fascino del viaggio, l’andare verso il territorio misterioso ed ignoto dell’Io, per incontrare un nuovo bagliore, il calco di quella creatura affiorata improvvisamente dagli abissi della mente. La balena, traccia, forma ed immagine, soprattutto affascinante corpo di un’era lontana che da qualche anno è tornata, nella fantasia dell’artista, allo specchio dei ricordi. La balena ha lasciato l’impronta sulla sensibile superficie della pittura, resa sensuale pellicola dai pigmenti orientali, dalla preziosità di colori che Salvatore ha attinto alla tradizione indiana. L’impronta diviene attraversamento dell’anima, ombra leggera che si insinua nelle pieghe, nelle pause amare della quotidianità.[…] In questa mostra l’artista ha riassunto, direi costruendo una sorta di tableau-vivant, il suo viaggio nei mari dell’immaginazione, ripercorrendo le rotte che, dai primi interventi negli anni della contestazione, si spingono alle impronte che dialogano con il presente, con l’effimero che trattiene i nostri sguardi, ponendosi come riflessione sul senso dell’ignoto, della speranza. La balena, figura mitica è assunta da Nicola Salvatore quale metafora della forza, della libertà. Nella sua immaginazione ritorna Moby Dick, la grande Balena Bianca narrata da Melville: figura narrativa che fa largo all’ avventura dell’arte, portando con sé l’innocenza e la virtù di proiettare la propria utopia al di là del presente. Soprattutto si pone come una costante, a volte ironica, riflessione sui limiti dell’umano, sui propri limiti.

Bignardi, M. (2019). Nicola Salvatore moby dick, the unknown. Fisciano (SA) : Gutenberg Edizioni.

Nicola Salvatore moby dick, the unknown

Massimo Bignardi
2019-01-01

Abstract

La monografia ricostruisce le esperienze dell'artista italiano Nicola Salvatore, comprendo un arco di tempo che dai primi anni Settanta giunge all'attualità. Il tema dominante dell'intero percorso artistico è l'immagine della balena, ora tradotto in pittura, ora in complessi scultorei. La balena è proposta come reperto di un’iconografia che si perde nel buoi dei millenni e, al tempo stesso, traccia, impronta e luogo dell’immaginario contemporaneo, luminosa figura che si fa largo nei bagliori, esibita da Salvatore quale novità di una creatività, ma anche come ulteriore mostro, di quelli che abitano le tenebre della psiche che il gesto, il colore, la forma fanno affiorare alla verità dello sguardo per liberarci dal loro terrore per sempre. Una figura avvolta nei bagliori del rinnovato rito della pittura, della scultura, dunque, del loro celebrare il valore dell’immagine, posto come ulteriore avance alla realtà, cercando di definire nuove forme, anzi delle pre-forme, cioè proprie di corpi che vivono e si agitano nell’ immaginario, nella ribollente preistoria dell’Io collettivo. In questi dipinti o, meglio ancora, in questi complessi plastici, avanzati a metà fra bassorilievo, pittura, collage, ove, più di tutto, gioca il desiderio di narrare il fascino del viaggio, l’andare verso il territorio misterioso ed ignoto dell’Io, per incontrare un nuovo bagliore, il calco di quella creatura affiorata improvvisamente dagli abissi della mente. La balena, traccia, forma ed immagine, soprattutto affascinante corpo di un’era lontana che da qualche anno è tornata, nella fantasia dell’artista, allo specchio dei ricordi. La balena ha lasciato l’impronta sulla sensibile superficie della pittura, resa sensuale pellicola dai pigmenti orientali, dalla preziosità di colori che Salvatore ha attinto alla tradizione indiana. L’impronta diviene attraversamento dell’anima, ombra leggera che si insinua nelle pieghe, nelle pause amare della quotidianità.[…] In questa mostra l’artista ha riassunto, direi costruendo una sorta di tableau-vivant, il suo viaggio nei mari dell’immaginazione, ripercorrendo le rotte che, dai primi interventi negli anni della contestazione, si spingono alle impronte che dialogano con il presente, con l’effimero che trattiene i nostri sguardi, ponendosi come riflessione sul senso dell’ignoto, della speranza. La balena, figura mitica è assunta da Nicola Salvatore quale metafora della forza, della libertà. Nella sua immaginazione ritorna Moby Dick, la grande Balena Bianca narrata da Melville: figura narrativa che fa largo all’ avventura dell’arte, portando con sé l’innocenza e la virtù di proiettare la propria utopia al di là del presente. Soprattutto si pone come una costante, a volte ironica, riflessione sui limiti dell’umano, sui propri limiti.
2019
978-88-7554-186-6
Bignardi, M. (2019). Nicola Salvatore moby dick, the unknown. Fisciano (SA) : Gutenberg Edizioni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1085520